Le tettine della diciottenne – Etgar Keret 

SINTESI DEL LIBRO:

Sorpreso? Certo che sono rimasto sorpreso. Esci con una
ragazza, una volta, due. Prima al ristorante, poi al cinema, sempre
spettacoli pomeridiani. Ci vai a letto, le scopate sono mitiche, e alla
fine arriva anche l’amore. Un bel giorno, però, lei si presenta tutta in
lacrime e tu le dici di calmarsi, che va tutto bene. Ma lei risponde che
non ce la fa più, che si porta dentro un segreto, non uno qualsiasi,
una cosa tenebrosa, una maledizione. Voleva raccontartelo da
tempo ma non ne ha mai avuto il coraggio e adesso le pesa come
un macigno di due tonnellate. Deve sfogarsi, semplicemente parlare,
ma sa che nel momento in cui lo farà, la lascerai, e a ragione. Poi
scoppia di nuovo in lacrime. “Ma no, no che non ti lascerò,” le dici,
“io ti amo.” Forse dai l’impressione di essere un po’ inquieto, ma non
è così, e anche se lo sei, è solo perché lei piange, e non per via del
segreto. L’esperienza ti ha insegnato che le donne cadono a pezzi
per segreti che di solito consistono nell’aver avuto un rapporto
sessuale con qualche animale, o con un parente, o con qualcuno
che poi le ha pagate. “Sono una puttana,” dicono sempre alla fine, e
tu le abbracci e dici “ma no, ma no”, oppure “sssshhhhh...”, se
continuano a piangere.
“È davvero una cosa terribile,” insiste lei, come se avvertisse la
tranquillità che cerchi tanto di nascondere. “A te sembra terribile
perché ti rimbomba dentro,” rispondi, “ma è una questione di
acustica. Nel momento in cui lo tirerai fuori, sarà meno terribile di
quanto sembra, vedrai.” Lei quasi ci crede, esita un istante e poi
dice: “E se ti raccontassi che di notte mi trasformo in un uomo
peloso e tarchiato, col collo taurino e un anello d’oro al mignolo,
continueresti ad amarmi?”. Tu rispondi che assolutamente sì. Che
altro puoi dire? Probabilmente lei vuole solo controllare se l’ami
incondizionatamente, e tu sei sempre stato bravo negli esami. E
infatti, appena le dici così, lei va in brodo di giuggiole e fate l’amore
lì, in salotto. Poi rimanete abbracciati mentre lei piange per il
sollievo, e piangi anche tu, chissà perché. Ma questa volta lei non si
alza e se ne va, come al solito. Rimane a dormire da te. Tu resti
sveglio a guardare il sole che cala, la luna che all’improvviso spunta
da chissà dove e le accarezza il corpo con la sua luce magica, le
sfiora i peli sulla schiena. In meno di cinque minuti, infatti, ti ritrovi
accanto un uomo piccolo e tarchiato che si alza, sorride, si riveste,
un po’ vergognoso, esce dalla stanza e tu lo segui, ipnotizzato. Lui è
in salotto, preme sui tasti del telecomando con le sue dita cicciottelle
e si mette a guardare una partita della Champions League. Quando
qualcuno sbaglia un gol, impreca, quando lo imbrocca, si alza ed
esulta. Finita la partita dice di avere la gola secca e la pancia vuota.
Ha una fame da cavallo, gli andrebbe di mangiare degli spiedini, ma
anche una bistecca di manzo ci starebbe bene. Tu sali in macchina
con lui e guidi fino a un ristorante di una zona che non conosci. Ti
senti a disagio, non sai cosa fare, i tuoi centri decisionali sono
paralizzati. Cambi le marce come un automa, esci dalla tangenziale
di Tel Aviv e lui, seduto sul sedile accanto al tuo, tamburella sul
cruscotto con l’anello d’oro del mignolo. A un incrocio apre il
finestrino, ti strizza l’occhio e grida a una soldatessa che fa
l’autostop: “Ehi, dolcezza, vuoi che ti carichiamo dietro come una
capra?”. Poi, ad Azur, vi rimpinzate di carne fino a scoppiare, lui
gusta ogni boccone, ride come un bambino. E tu continui a ripetere a
te stesso che è solo un sogno. Strano, sì, ma tra poco ti risveglierai.
Al ritorno gli domandi dove vuole scendere e lui fa finta di non
sentire, diventa solo triste. Alla fine lo riporti a casa tua. Sono quasi
le tre del mattino. “Io vado a dormire,” gli dici, e lui dal pouf ti fa un
cenno di saluto con la mano mentre continua a fissare imbambolato
la televisione. La mattina dopo ti alzi stanco, la pancia ti fa un po’
male. Lei è in salotto che dormicchia ancora. Prima che tu abbia
finito di fare la doccia si alza, ti abbraccia con aria colpevole. Ma sei
troppo imbarazzato per dire qualcosa. Il tempo passa e siete ancora
insieme. Le scopate sono mitiche, vanno di bene in meglio, lei ormai
non è più giovane, e tu nemmeno, e d’un tratto parlate di avere un
figlio. Di notte, tu e il tarchiato vi divertite come dei matti. Lui ti porta
in ristoranti e in locali notturni che non avevi mai nemmeno sentito
nominare. Ballate insieme sui tavoli, rompete le stoviglie, come se
non ci fosse un domani. È molto simpatico, il tarchiato, un po’
volgare, soprattutto con le donne. A volte ha di quelle uscite che
vorresti seppellirti per la vergogna. A parte questo, però, è divertente
stare con lui. Quando vi siete conosciuti non si interessava tanto di
calcio ma adesso conosce i nomi di tutte le squadre e ogni volta che
la squadra per cui fate il tifo vince, ti senti come se avessero
esaudito un tuo desiderio, ed è una sensazione rara, soprattutto per
uno come te, che di solito non sa cosa vuole. Così, ogni notte, ti
addormenti con il tarchiato davanti alle partite del campionato
argentino e la mattina ti svegli con una bella donna accanto,
comprensiva, e che tu ami da morire

SCARICA IL LIBRO NEI VARI FORMATI :

Commento all'articolo

Potresti aver perso questo