Lieve come un respiro – Jennifer L. Armentrout

SINTESI DEL LIBRO:

Restai immobile in mezzo al
soggiorno di Stacey mentre il mondo
mi crollava addosso un’altra volta.
Sam era il Lilin.
Raggelata da un terrore acuto che
mi toglieva il fiato, fissavo quello
che era stato uno dei miei migliori
amici in assoluto. Quando avevo
addosso il mio famiglio demoniaco,
Bambi, non potevo vedere le anime,
quindi non mi ero mai accorta di ciò
che avevo avuto sotto gli occhi per
tutto il tempo. Nessuno di noi se
n’era accorto, ma era stato Sam la
causa di tutto, del caos a scuola e di
tutte le morti che si erano verificate
negli ultimi tempi. Invece di
strappar via le anime con un solo
tocco – e sapevo che i Lilin
potevano farlo – lui se l’era presa
con comodo, prendendo ciò che
voleva un po’ qua e un po’ là,
giocando con le sue vittime e
giocando con noi.
Giocando con me.
Solo che quello che se ne stava lì
in casa di Stacey era... be’, in pratica
indossava la pelle di Sam, un
costume realizzato alla perfezione,
perché Sam... non c’era più. Il
dolore per il fatto che il mio
migliore amico fosse morto da un
pezzo senza che nessuno di noi lo
sapesse mi devastò totalmente.
Non ero riuscita a salvarlo. Non
c’era riuscito nessuno di noi, e
adesso la sua anima... doveva essere
là sotto, dove finiscono tutte le
anime strappate via dai Lilin. Mi
presero i crampi allo stomaco.
«Non potete sconfiggermi» disse
il Lilin, con la voce identica a quella
di Sam. «Quindi passate dalla mia
parte.»
«Altrimenti?» Il cuore mi batteva
come un martello pneumatico.
«Altrimenti moriremo?
Complimenti per il cliché.»
Il Lilin piegò la testa. «In realtà,
non è quello che stavo per dire a te.
Mi serve il tuo aiuto per liberare
nostra madre. Gli altri però possono
tranquillamente morire.»
Nostra madre. Prima che potessi
soffermarmi sul disgusto per il mio
legame di parentela con la creatura
che aveva ucciso il mio amico ed era
responsabile di tutto il massacro, fui
distratta da Zayne, che stava
assumendo la sua vera forma. Le ali
gli si dispiegarono, strappandogli la
maglietta sulla schiena, e la sua pelle
si scurì fino a diventare del color
granito scuro dei Guardiani. Due
corna si fecero strada fra i morbidi
capelli biondi, curvandosi
all’indietro, mentre le narici gli si
appiattivano. Quando aprì la bocca
per lanciare un ringhio
d’avvertimento, le zanne fecero
capolino. Fece un passo verso Sam,
con le enormi mani strette a pugno.
«No!» gridai. Zayne si bloccò e si
girò di scatto verso di me. «Non
avvicinarti a lui. La tua anima...» gli
ricordai, con il cuore che mi batteva
a mille. O meglio, ciò che rimaneva
della sua anima, considerando che
per sbaglio gliene avevo succhiato
via un bel pezzo non molto tempo
prima.
Zayne tornò sui suoi passi, ma
rimase in guardia.
Tornai a concentrarmi sulla
creatura del male travestita da Sam.
Qualunque cosa fosse quella roba lì
davanti a noi, era vero che era
sangue del mio sangue. Avevo
scoperto da poco il motivo per cui
ero per metà demone e per metà
Guardiana. Ero la figlia di Lilith, e
questo... questo coso era davvero
parte di me. Era nato dal sangue di
Lilith e dal mio, ed era malvagio
quanto Lilith stessa. E ora voleva
liberarla? Impossibile. Se Lilith
fosse mai arrivata sulla terra,
sarebbe stata la fine del mondo.
«Non ti aiuterò a liberare Lilith.»
Non c’era pericolo che mi riferissi a
lei come a nostra madre. L’idea mi
dava i brividi. «Non succederà mai.»
Il Lilin sorrise osservandomi con
gli occhi neri e liquidi come
l’inchiostro. «Avvicinati, se ne hai il
coraggio» disse, ignorando
completamente ciò che avevo detto e
sfidando Zayne. Cavoli, stava
sfidando tutti noi. «Non è l’unica in
questa stanza con un debole per
l’anima dei Guardiani.»
Trattenni un singhiozzo mentre
Stacey si lasciava sfuggire un
mugolio. Nell’arco di un secondo mi
vidi passare davanti agli occhi tutta
la sua storia con Sam. Erano amici
da una vita ed era solo da poco che
lei si era resa conto che Sam era
sempre, sempre stato innamorato di
lei. Eppure lei non si era interessata
davvero a lui finché lui non aveva
cominciato a cambiare...
Oh, mio Dio.
Stacey doveva essere a pezzi: il
ragazzo di cui finalmente si era
innamorata era diventato peggio dei
mostri che girano per le strade di
notte, ma io non potevo permettermi
di distogliere lo sguardo dal Lilin.
Poteva muoversi da un momento
all’altro, e tre di noi in quella stanza
erano vulnerabili al suo attacco
peggiore.
«Non c’è nulla come rubare
un’anima pura, ma tu lo saprai già,
Layla. Tutta quella meraviglia dolce
e calda che ti scivola giù per la gola
come la miglior cioccolata del
mondo.» Il Lilin sollevò il mento ed
emise un gemito da far bruciare le
orecchie. «Ma prendersela con
calma, assaporarne il gusto... è
ancora più godurioso. Dovresti
provarci, Layla, invece di essere così
ingorda quando ti nutri.»
«E tu dovresti provare a chiudere
quella cazzo di bocca.» Percepivo le
ondate di calore che emanavano dal
potentissimo demone di fianco a me.
Roth, il Principe degli Inferi, non si
era ancora trasformato, ma sapevo
che c’era vicino. Le sue parole erano
gonfie di furia. «Che ne dici di
questo, eh?»
Il Lilin non lo degnò nemmeno di
uno sguardo. «Mi piaci, Principe. Mi
piaci davvero. Che peccato che tu
debba morire.»
Strinsi le dita, con le unghie che
mi si conficcavano nei palmi mentre
lasciavo che quella rabbia amara e
rovente fluisse via dal mio corpo.
Ero travolta da un turbinio di
emozioni di ogni genere. Oltre a
tutte le cose che erano andate a
finire male ultimamente, mi trovavo
anche in piedi fra Zayne e Roth: già
sarebbe stato imbarazzante ai
massimi livelli in qualsiasi
occasione, ma in quel momento, poi,
dopo che Roth..

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