Vaticano Spa: Da un archivio segreto la verità sugli scandali finanziari e politici della Chiesa – Gianluigi Nuzzi

SINTESI DEL LIBRO:
Le carte segrete di un monsignore importante
Un archivio sterminato di documenti riservati e inediti (contabili
bancarie, lettere, relazioni riservate, verbali dei consigli di
amministrazione, bilanci segreti dello Ior, copie dei bonifici e cartellini
dei conti «cifrati»). E il materiale che mi ha consentito di entrare nei
segreti del Vaticano e che ho avuto per espressa volontà di
monsignor Renato Dardozzi (1922-2003), tra le figure più importanti
nella gestione delle finanze della Chiesa, dal 1974 alla fine degli anni
Novanta.
Per più di vent'anni Dardozzi è uno dei pochi, pochissimi monsignori
presenti alle riunioni riservate dei più stretti colla-boratori del
pontefice sulle delicate trame della Santa Sede. Ore nelle salette a
doppie porte tra stucchi, velluti e allusioni per raddrizzare
spregiudicate operazioni in nome della Chiesa. Disinnescare
autentiche mine finanziarie, soffocare scandali, allontanare prelati
senza scrupoli appena un gradino sotto il santo padre. La storia
sembrava chiusa con le passate vicende dell'Ambrosiano ai tempi
dell'arcivescovo Paul Marcinkus. E invece puntualmente si
ripropone, avvolta come sempre in una cortina di silenzio.
Il Vaticano sviluppa i propri affari nell'assoluta riservatezza,
proteggendo il delicato rapporto tra questa teocrazia e il denaro. Le
intense attività della holding della Santa Sede rappresentano uno dei
segreti meglio custoditi al mondo. Persino il bilan-
4 Vaticano S.p.A.
cio consuntivo consolidato della Chiesa, diffuso a luglio di ogni anno,
offre solo dati generici. Questo silenzio è voluto e quoti-dianamente
tutelato. A ogni costo. Sebbene il riserbo, quest'assenza di
informazioni, alimenti leggende, rimane tuttavia una delle regole
auree dei banchieri dalle lunghe tonache, ben più riservati dei loro
schivi colleghi laici.
Il silenzio protegge tutta l'economia e quindi anche gli affari più
discutibili che segnano la vita finanziaria della Romana Chiesa. Il
silenzio difende il rapporto fiduciario con i fedeli, evitando così i
danni del passato più recente. Infine, il silenzio è indispensabile alle
cordate di cardinali per consolidare il blocco di potere che li
rappresenta. Soprattutto dopo gli scandali della Banca Privata
Italiana di Michele Sindona, dell'Ambrosiano di Roberto Calvi e dello
Ior con l'arcivescovo Paul Marcinkus.
Scandali che hanno compromesso l'immagine della Romana Chiesa,
impegnando per vent'anni Giovanni Paolo II in una faticosa opera di
riabilitazione dopo morti misteriose come quelle di Albino Luciani,
papa per trentatré giorni, e dello stesso Sindona, avvelenato in
carcere con una tazzina di caffè fumante corretto al cianuro. E
omicidi insoluti, con Calvi ritrovato morto sotto il ponte dei Frati Neri
a Londra. Scandali che non si dovevano né si devono ripetere per
non incrinare quel rapporto di fiducia che lega chi crede a chi
diffonde la voce di Dio. Se invece questo silenzio venisse
nuovamente infranto, se la finanza vaticana vivesse solo un
momento di verità fuori dai giochi tra ipocrisia da una parte e
pregiudizio dall'altra, le ripercussioni sulla legittimità di ruoli e
funzioni e i costi d'immagine sarebbero imprevedibili.
Silenzio, quindi, tra le mura vaticane quando le operazioni dei
banchieri del papa, arcivescovi e porporati, con i denari dei fedeli, si
fanno disinvolte, o addirittura illegali. Lo Ior rimane uno dei luoghi più
inaccessibili. Il Vaticano ammette a fatica la sua esistenza. Nei siti
ufficiali della Santa Sede non se ne parla, nemmeno è indicato. E
come se la finanza vaticana non esistesse.
Questo libro 5
Tutti ora devono sapere
Lo stesso monsignor Dardozzi aveva fatto del silenzio una regola di
vita. Mai una dichiarazione, un'intervista, una fotografìa. Mai
nemmeno una citazione. Il suo sterminato archivio, che ricostruisce
dall'interno le vicende finanziarie più tormentate della Romana
Chiesa, non avrebbe potuto diventare pubblico prima. Dardozzi
lascia il cono d'ombra scelto per tutta la vita solo dopo la morte.
Ecco la sua ultima volontà testamentaria: «Rendete pubblici questi
documenti affinché tutti sappiano quanto è accaduto».
Capire chi è Dardozzi diventa indispensabile per apprezzare gli oltre
quattromila documenti raccolti in vent'anni di attività in Vaticano.
Parmense del 1922, arriva al sacerdozio tardivamente. Solo nel
1973, a cinquantun anni compiuti, scopre la propria vocazione, viene
ordinato sacerdote e si presenta in Santa Sede con un curriculum di
prestigio. Laureato in matematica, ingegneria, filosofia e teologia,
per la Chiesa abbandona una brillante carriera nel gruppo Stet
(telecomunicazioni), che già lo vedeva alla direzione generale della
Sip e direttore della Scuola Superiore per le telecomunicazioni Reiss
Romoli. Dardozzi parla correntemente cinque lingue, frequenta il jet
set internazionale e conosce il segretario di Stato Agostino Ca-saroli
tramite padre R. Arnou, abate teologo con il quale ha collaborato alla
stesura di diverse opere. Il rapporto personale e l'intesa totale con
Casaroli, dominus dell'apparato vaticano negli anni di Karol Wojtyla,
le competenze professionali e la discrezione lo fanno crescere
rapidamente. Dardozzi agisce su delega diretta del ministero chiave
del Vaticano, la segreteria di Stato, braccio operativo del pontefice.
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