I signori del fuoco – Tom Clancy

SINTESI DEL LIBRO:
È come rimanere sospesi nel vuoto; uno stato di non esistenza a
gravità zero, dove luce e oscurità sono presenti in eguale misura.
Non c'è aria, anche se respiro. Non ci sono suoni, non vedo e non
sento niente. E non sogno mai.
È quello che succede quando dormo. Posso decidere di
addormentarmi dove e quando voglio. Non mi sono allenato per
riuscirci, è sempre stato così, fin da quando ero bambino. Basta che
mi concentri un secondo e che dica a me stesso: «È ora di dormire».
Funziona sempre. Sono certo che questa peculiarità è invidiata da
molti, e non è una caratteristica che considero scontata anzi, mi
considero fortunato vista la natura della mia professione che mi
obbliga ad addormentarmi nei luoghi più insoliti e negli orari più
inconsueti.
Una leggera vibrazione sul polso mi sveglia, delicatamente. Una
dopo l'altra, riacquisto le facoltà sensoriali: percepisco il metallo
tiepido sul mio viso, l'eco lontana di voci indistinte.
L'OPSAT allacciato al mio polso continua a vibrare. È un piccolo
dispositivo a forma di T, che spunta dal cinturino quando la «sveglia»
silenziosa si attiva. Muovendosi avanti e indietro sulla pelle,
picchiettando il polso, il congegno avvisa il corpo che è ora di
riprendere coscienza.
Quando lo vidi per la prima volta, durante l'addestramento, mi
fece venire in mente un film di spie degli anni Sessanta: James
Coburn recitava il ruolo di un agente segreto capace di fermare il
battito del cuore a comando, lasciandolo come ibernato. Aveva un
orologio da polso dotato dello stesso dispositivo a forma di T, che lo
risvegliava con leggere vibrazioni sul polso. Risi a crepapelle quando
vidi quella scena al cinema, era troppo ridicola per essere credibile.
Invece...
Respiro profondamente. Nel condotto di ventilazione dove ho
trascorso le ultime sei ore, l'aria è viziata e secca. Piego
ripetutamente le dita delle mani permettendo al sangue di circolare,
e allungo i piedi negli anfibi della mia uniforme.
Infine, apro gli occhi.
Nel condotto non c'è più luce di quanta ce ne fosse sei ore fa,
cioè poca.
L'OPSAT termina la funzione, e il dispositivo a forma di T rientra
nel cinturino. Con la mano sinistra premo il tasto di attivazione della
schermata OPSAT, che mi si apre davanti agli occhi. Non ci sono
altri messaggi da Lambert, nessuna e@mail.
L'OPSAT è un comodo accessorio che Third Echelon ha
progettato per i propri agenti. Il suo nome per esteso è Operational
Satellite Uplink.
Pensato inizialmente come mezzo di comunicazione, in realtÃ
possiede molte altre funzioni; inoltre è dotato di una macchina
fotografica digitale che apprezzo molto.
All'improvviso, mi rendo conto del caldo soffocante e penso a
dove mi trovo: un condotto di ventilazione del Tropical Casino, a
Macau. Sono sdraiato in uno spazio poco più stretto di una cabina
telefonica. È una fortuna che io non soffra di claustrofobia. Sono le
quattro del mattino, l'ora che ho immaginato più propizia per agire,
quando le attività nel casinò sono ridotte al minimo. Tuttavia, la sala
è aperta ventiquattr'ore su ventiquattro, e c'è sempre il rischio di
incontrare qualcuno.
L'uniforme mi fa sudare in modo insopportabile, ho dimenticato di
aggiustare la temperatura interna prima di assopirmi. Raggiungo la
manopola sulla cintura per regolarla, e subito sento il sollievo
dell'acqua fresca che fluisce lungo i canaletti, inseriti nella maglia del
tessuto.
L'esercito la chiama uniforme «Objective Force Warrior». È simile
a quella di un astronauta ma più liscia e aderente. Posso variare la
temperatura interna, per adattarmi all'ambiente in cui mi trovo. È
costruita con uno speciale materiale pesante, con l'aggiunta di
alcune parti in Kevlar, ma è flessibile ed elastica tanto da
permettermi una grande agilità di movimento. Non mi azzarderei a
definirla antiproiettile, ma quasi. Il rigido rivestimento esterno è come
pelle di elefante al tatto, con una buona capacità di fermare le
pallottole. Se mi colpissero a distanza ravvicinata non avrei scampo,
ma i proiettili sparati da cinque metri potrebbero perforare la tuta,
non me. Il Kevlar agisce come un freno, rallentando l'impatto del
proiettile fino al suo arresto completo. Un'altra caratteristica
interessante dell'uniforme è la presenza di fotosensori, che si
attivano quando il laser di un mirino di precisione colpisce il
rivestimento. I sensori inviano un segnale al mio OPSAT,
avvisandomi che un cecchino mi ha preso di mira.
L'aspetto della tuta, così aderente e lucida, mi fa sembrare un
super eroe.
Anche il visore sulla testa sembra una maschera, quando
abbasso le lenti.
Estraggo la cannuccia da un tubo sul collo, assaporando l'acqua
fresca delle camere di contenimento, distribuite in tutta l'uniforme.
L'acqua che contengono mi permette di resistere fino a dodici ore,
anche se devo sempre economizzare sul consumo. È un concetto
bizzarro, ma mi capita abbastanza spesso di dover «fare il pieno»
alla tuta.
Ho bisogno di recuperare un po' di forze. Riesco a raggiungere lo
zainetto Osprey sulla schiena, dove ho una scorta di barrette
alimentari energetiche. Il sapore di questa roba è simile a quello che
offre la cucina dell'esercito: riso e fagioli in salsa piccante, spaghetti
e petto di pollo alla griglia.
Mentre mastico questa delizia ripercorro mentalmente le ultime
ore, come sono arrivato in questo condotto di ventilazione, e perché.
Ho fatto il mio ingresso nel casinò ieri sera, sul presto, quando la
massa di giocatori cominciava a riempire la sala. Indossavo un abito
sportivo, per non dare nell'occhio in mezzo alla folla. I casinò di
Macau sono diversi da tutti gli altri. In Cina, ad esempio, prendono il
gioco d'azzardo molto seriamente. Nessuno grida mai «Jackpot», e
nessuno accenna il minimo sorriso quando vince. I croupier ti
guardano come se per loro dare un'altra carta o spararti sia la stessa
cosa. Qui a Macau, i casinò sono gestiti dalle Triadi, gente con cui è
meglio non avere a che fare. Macau è stata colonia portoghese fino
al 1999, ora è una regione della Cina a statuto speciale. La
popolazione non ha reagito al passaggio di potere organizzando
feste per celebrare la nuova amministrazione, anzi. Come Hong
Kong, anche Macau fa parte della Cina comunista, sebbene il
governo abbia promesso di mantenere immutata la politica locale
per almeno cinquant'anni. Di fronte a un tale cambiamento, nessuno
poteva prevedere come avrebbe reagito la malavita. Nel corso del
Ventesimo secolo, Macau si è guadagnata la reputazione di crogiolo
di spie, patria di vizi e di complotti.
Una volta nel casinò, mi sono comportato come un giocatore
qualsiasi, scommettendo, perdendo e riguadagnando cifre modeste.
Poi, senza farmi notare, ho raggiunto i gabinetti, vicini al ripostiglio.
Prima di iniziare la missione avevo studiato a memoria la pianta
dell'edificio, avrei saputo muovermi anche bendato.
Ho atteso finché il corridoio non mi è sembrato deserto, poi sono
sgattaiolato fuori e ho forzato la serratura del ripostiglio. Dopo
essere entrato e aver richiuso la porta a chiave, mi sono tolto gli abiti
civili che indossavo sopra l'uniforme speciale, e li ho piegati con cura
nell'Osprey.
Poi ho sistemato il visore, e in meno di quaranta secondi ero
pronto a entrare in azione.
Per raggiungere la griglia del condotto mi sono arrampicato su
uno scaffale di attrezzi, ho rimosso delicatamente la copertura
metallica e l'ho fissata a un chiodo conficcato nella parete. Infine,
dopo essermi accertato che la struttura reggesse il mio peso, mi
sono issato nel condotto. Avevo spazio appena sufficiente per
voltarmi, recuperare la griglia dal chiodo e fissarla di nuovo al suo
posto dall'interno. Quindi ho strisciato fino a un punto abbastanza
largo per schiacciare un pisolino, dove mi trovo ora.
Terminato il mio pasto, ingoio anche la carta commestibile della
confezione, per non lasciare tracce. È poco probabile che qualcuno
venga a cercare segni di intrusione in un condotto di ventilazione nel
cuore della notte, ma non si può mai sapere.
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