Cuore di topo – James Patterson & Chris Grabenstein

SINTESI DEL LIBRO:
La mia storia inizia il giorno in cui
ho perso tutta la mia famiglia.
Sto correndo più velocemente che
posso dietro ai miei fratelli e alle
mie sorelle maggiori. Lungo il
corridoio. Oltre il secchio con lo
spazzolone. Verso la porta aperta.
Stiamo scappando da un luogo
infame e raccapricciante e al cento
per cento ORRIBILE!
Che è anche l’unica casa che io e
la mia famiglia abbiamo mai
conosciuto.
I miei fratelli e le mie sorelle ci
stanno guidando verso la libertà .
Tutti e novantasei. Io sono il più
giovane, e manco a dirlo il più
piccolo.
Non devo fare altro che stare
dietro a loro, come ho sempre fatto.
Dovunque vadano loro, io li seguo.
So che si tratterà di un posto più
sicuro. E migliore. Deve esserlo!
Così dice Abe. E anche Winnie.
Ci infiliamo in quella minuscola
fessura tra la porta e la parete ed
entriamo nella Terra dei Giganti.
Fuori.
Dove nessuno di noi è mai stato
prima.
Ho già detto quanto sono
terrorizzato?
Oh, no.
Una montagna nera e bitorzoluta
che puzza di verdura marcia ci
blocca la strada. Costringe la mia
famiglia a dividersi. A sparpagliarsi
in ogni direzione.
«Ragazzi?» grido. «Aspettatemi!»
Non possono aspettare. È troppo
pericoloso.
Cerco di prendere una scorciatoia
per raggiungerli. Corro sopra la
montagna.
Pessima idea.
La mia zampa posteriore destra
perfora qualcosa di sottile come un
guscio d’uovo e sprofonda del tutto
in un buco melmoso, e non riesco a
tirarla fuori. Questa non è una
montagna. È un grosso sacco di
plastica nero pieno di immondizie.
«Ragazzi?»
I miei fratelli e le mie sorelle sono
completamente scomparsi.
E io sono intrappolato.
Perciò, faccio quello che faccio
sempre. Vado nel panico.
«AIUTO!» grido.
Questa fuga è stata un’idea di mio
fratello Benji. Ma Benji se n’è
andato. E anche Abe e Winnie e…
Sento i colpi sordi di scarpe
umane alle mie spalle.
Sta arrivando qualcuno.
Mi tiro la zampa. Non si muove.
La tiro di nuovo.
Al
terzo
strattone
riesco
finalmente a liberarla. Devo correre.
Trovare la mia famiglia. Perché
senza di loro non ho la più pallida
idea di dove dovrei andare o cosa
dovrei fare!
Sul lato opposto della montagna
di rifiuti giro attorno a un sacchetto
spiegazzato con la scritta D-O-R-I
T-O-S e raggiungo una sporgenza.
«Winnie? Abe?»
Mi guardo attorno. Non vedo
nessuno.
Poi controllo in basso.
C’è un precipizio di quasi un
metro fino a una grata d’acciaio che
copre un tunnel buio.
Chiudo forte gli occhi e salto.
Atterro
in
un’acqua fredda,
limacciosa. Odio bagnarmi le dita.
«Ragazzi?» chiamo ad alta voce.
«Qualcun altro è sceso per il canale
di scolo? C’è nessuno? Ehilà ?»
Nessuna risposta. Nemmeno uno
squittio. Solo la mia voce che mi
rimbomba dietro.
Ho sentito degli umani dire: ‘Ma
sei un uomo o sei un topo?’ quando
uno di loro ha paura e l’altro ha
invece bisogno che sia coraggioso.
Be’. Io sono assolutamente un
topo.
Mi chiamo Isaiah. Non sono mai
stato più spaventato in tutta la mia
vita, il che è tutto dire, perché tutta
la mia vita è stata una grande fiera
della paura. Ma così è peggio.
Non so dove sono. E ho perso la
mia famiglia.
O loro hanno perso me.
Comunque sia, per la prima volta
in vita mia sono completamente
solo.
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