Corsa verso l’inferno – James Patterson

SINTESI DEL LIBRO:
Non era ancora l’alba del 6 aprile e Ron Guidice era in macchina a
guardare la casa di fronte.
La residenza di Alex Cross non era niente di speciale, una
normalissima villetta bianca di tre piani in Fifth Street, nel Southeast
di Washington. Le persiane avrebbero avuto bisogno di una bella
verniciatura, ma le piante aromatiche sulla veranda parevano ben
curate.
Cross abitava lì con sua nonna, sua moglie e due dei tre figli,
Janelle e Alex Junior, detto Ali. Il maggiore, Damon, era in collegio,
ma in quel periodo si trovava a casa per le vacanze primaverili.
Cross aveva anche una ragazzina in affidamento, Ava Williams. Non
si sapeva se fosse una cosa temporanea o se avessero intenzione
di adottarla. Guidice doveva approfondire: gli piaceva raccogliere più
informazioni possibili sulle persone del suo elenco.
Erano dodici, tutte della Metropolitan Police, e Guidice le teneva
d’occhio con una certa attenzione. Cross, però, era speciale. Era lui
che voleva ammazzare per primo.
A tempo debito, però.
Uccidere non era difficile: chiunque era in grado di piantare un
proiettile nel cranio di un uomo. Imparare a conoscere veramente la
vittima designata, invece, non era da tutti. Individuarne i punti deboli,
le vulnerabilità , strappargli la vita pezzo per pezzo... be’, era un’altra
cosa.
Che Cross ne fosse consapevole o meno, lo aspettava una
giornataccia.
Guidice guardava le finestre della casa in attesa che si
illuminassero. Non era indispensabile dedicare tanto tempo alle
vittime designate, ma gli piaceva. Amava il silenzio della notte, stare
seduto a osservare dettagli apparentemente inutili come il bordo
sbreccato di un gradino o le lampadine a basso consumo sulla
veranda: faceva tutto parte del quadro generale e alla fine si poteva
rivelare importante. Prendeva nota di ogni particolare su un blocco a
spirale che teneva in grembo. Poco dopo le cinque, sentì un
movimento sul sedile posteriore.
«Papino? È ora di alzarsi?»
«No, tesoro» rispose Guidice, tenendo la testa bassa, senza
distogliere lo sguardo dalla casa. «Dormi ancora un po’.»
Emma Lee era raggomitolata in un sacco a pelo militare e aveva
in mano la sua Barbie preferita, Cee-Cee. La federa del cuscino
aveva la Cenerentola di Walt Disney stampata sopra. Emma Lee
l’aveva scelta per via dei topolini, che adorava, non si sa perché.
«Mi canti una canzone?» chiese. «’Ninna nanna, ninna oh’?»
Guidice sorrise. Emma chiamava le canzoni con la loro strofa
iniziale.
«’Ninna nanna, ninna oh’» cominciò Guidice sottovoce. «’Questa
bimba a chi la do...’»
La finestra dell’ingresso della casa di Alex Cross si illuminò e dal
vetro smerigliato del portone Guidice vide una sagoma alta e scura
che scendeva le scale.
Attentissimo, continuò a cantare sottovoce. «’Se la do alla Befana,
se la tiene una settimana...’»
«Non voglio stare dalla Befana» lo interruppe Emma Lee. Ogni
volta esprimeva la stessa protesta.
«Non ti darò mai a nessuno, piccola mia.»
Si voltò a guardare la figlioletta assonnata e si chiese se fosse
possibile amare qualcuno più di quanto lui amava quella bambina.
Probabilmente no.
«Dormi, cucciolotta. Presto saremo a casa.»
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