Aiutami stronzo – Laura Mozzillo

SINTESI DEL LIBRO:
«Nuotata a largo, Mar?»
«Lasciamo perdere, davvero.»
Attutisco un grido di rabbia nella mia bocca. L'acqua rende i
miei vestiti così pesanti che, dal tragitto fino al Flounder, ho
temuto di perderli per strada e farmi deridere come
la forestiera pazza venuta in terra straniera.
E nel mentre cercavo di tutelare la mia persona, ho pensato a
tremila modi per vendicarmi qualora avessi rinvenuto
quell’uomo davanti ai miei occhi.
E lo avrei scovato, in questo buco di posto che conta non più
di cinque anime, non sarebbe stato difficile rivederlo.
A quel punto ZAN, soffrirà come un dannato per avermi deriso.
Per tutta una vita ho sperato che questo giorno arrivasse.
La lotta libera con mio Dylan non è stata fatica sprecata.
“Correrò il rischio milady”, ma guarda te, il re degli
stronzi.
«Anzi no, non voglio sapere, ne avrai combinata un'altra
delle tue, tanto per cambiare.»
Alice drammatica continua ad asciugare i bicchieri con metodo
mettendo su un sorrisino allarmante all’improvviso ricordando
qualcosa.
«Vatti a cambiare, che ho bisogno del tuo aiuto. Se vuoi di
là c'è la tua divisa, a meno che non preferisci rimanere così.»
Indica con il mento i miei vestiti trattenendosi dal ridere.
«Ah. Ah. Molto simpatica.»
L'incenerisco prima di andarmi a cambiare.
Non è possibile.
Nell'arco di una giornata sono già due volte che mi ritrovo in
queste condizioni.
Di questo passo avrei dovuto rifornire il
guardaroba almeno di due cambi a botta.
Entro in una piccola stanza buia accendendo la luce fioca che
mi mostra qualcosa che avrei fatto a meno di vedere. Una
ragnatela gigante che pende dal soffitto riveste l’angolo della
stanza, per non parlare della quantità di polvere che c’è.
Ok, questo dovrebbe essere lo spogliatoio, molto confortante.
Traccio sulla cassa il mio dito che solca lo spesso strato di
polvere che c'è su.
L'odore di acqua stagnante è spaventoso, e chissà se ci sarà
qualche animale fantastico nascosto da
qualche parte.
Accantono momentaneamente il mio disgusto, spogliandomi
dei miei vestiti e prendere quelli asciutti. Indosso la divisa e,
senza dovermi specchiare, osservo immediatamente
l'indecenza delle mie gambe scoperte e della scollatura
profonda che nel caso mio non ha niente da mostrare.
Davvero Alice?
Cosa dovrei fare esattamente... la cubista?
Prendo un ampio respiro per tenere calma.
Dopotutto sono meglio dei miei zuppi di mare e questi sono la
cosa più decente che posseggo.
Ritorno dalla mia amica, la quale appena mi vede, ghigna
divertita pronta a dire qualcosa.
«Non. Dire. Una. Parola.»
«Ma-»
«Non azzardarti.»
«Vol-»
«No.»
La fulmino con gli occhi giungendo la mia
postazione per iniziare il turno.
[...]
Respira ed ispira. Om. Om.
«Alice sei sicura? Non credo che sia megl-»
Non faccio in tempo a parlare che, il bicchiere pieno di frullato,
per di più al kiwi, cade atterra facendo diventare il pavimento
verde. Io lo sapevo. È colpa della gravità.
Un secondo prima lo prendo in mano e il secondo dopo si
suicida.
«Te lo stavo per dire»
La guardo impicciata, sperando dopo stasera, di aver ancora
un posto caldo dove dormire.
Questo è il terzo bicchiere che rompo, dopo due piatti
rovesciati e una bottiglia di Rum che stava per sfracellarsi a
terra.
«Non è possibile.»
Ingrandisce gli occhi sconvolta rossa in viso.
«Lo dico anche io» alzo le mani scioccata.
«Non è colpa mia, l’ho detto a papà Ryan di portarmi da
qualche specialista per controllare il mio potere di indurre gli
oggetti ad
autodistruggersi-»
«Ti prego, non dire altro» si passa una mano in fronte
respirando agitata.
«Vai ai tavoli, ci penso io qui, e Mar… cerca di non
ammazzare la gente, per favore.»
Peggio mi sento.
Ci proverò.
Non assicuro niente.
[...]
«Ricapitolando: due panini extra large, senza maionese,
insalata, pomodoro, mostarda e Ketchup. Una coca Cola light
e una birra analcolica,
giusto?»
Trascrivo l'ordine sul taccuino per prendermi il giusto tempo
per non dire una delle mie.
«Anche le patate-»
«Ah sì, le patate, ovviamente, come dimenticarle. Crude?
Sa, per mantenersi in linea»
Esamino la ragazza che si incupisce.
«Come?»
«Le patate, crude? Le do un consiglio da amica» poso il
blocchetto nel grembiule.
«... non dovrebbe mangiarle. Gonfiano e per il suo
problemino fisico, non dovrebbe abusarne, a maggior ragione
che mangerà l'hamburger. Proverei più un'insalata poco
condita-»
«MA COME TI PERMETTI!! CHI SEI TU PER PARLARMI IN
QUESTO MODO!!» urla.
Adirata, si alza in piedi con fare minaccioso mi punta un dito
contro.
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