A ciascuno la sua morte – Veit Heinichen

SINTESI DEL LIBRO:
Il dottor Otto Wolferer sollevò con due dita la manica sinistra
della giacca per guardare un'altra volta il quadrante del suo Cartier.
L'ospite doveva arrivare a momenti. L'Airbus 320 della Swissair, volo
numero SR 10 da Zurigo, era atterrato puntuale, l'aveva visto quando
era entrato nell'aeroporto al piano degli arrivi poco prima delle 17,
dopo aver sistemato l'auto con la targa governativa in un posto
riservato del parcheggio.
Wolferer era un uomo di quasi cinquant'anni e di media statura.
Indossava pantaloni grigi di fine tessuto pettinato, un doppiopetto
blu marin con i bottoni d'oro, camicia bianca con una cravatta a righe
rosse blu e oro, e lucidi mocassini marroni. Aveva la pelle
leggermente abbronzata, gli occhiali senza montatura con le asticelle
dorate, i capelli biondo scuro tagliati corti e con qualche filo grigio
alle tempie, un anello col sigillo alla mano sinistra: l'aspetto di
Wolferer rivelava che aveva fatto carriera e aveva raggiunto un
notevole benessere.
Era un uomo da aeroporti internazionali.
Come d'accordo, attendeva nel ristorante Schanigarten, a un
tavolo un po’ in disparte dagli altri clienti. Teneva aperta davanti a sé
una rivista d'attualità che sfogliava annoiato; accanto, sulla tovaglia a
quadri bianchi e rossi, era posato un bicchiere di birra e vicino, sulla
sedia, una valigetta portadocumenti di pelle testa di moro con
splendenti cerniere dorate e una serratura a combinazione. Di tanto
in tanto Wolferer alzava lo sguardo e guardava la folla dei viaggiatori
in arrivo e le persone che erano venute a prenderli.
L'affare che doveva concludere non era adatto al suo ufficio in
Karntner Ring. Certe questioni obbligavano alla discrezione.
Ex membro del partito socialdemocratico austriaco e giÃ
segretario di Stato, non voleva combinare un incontro in città dove
troppa gente lo avrebbe riconosciuto. Oltretutto il suo socio in affari
doveva ripartire poco dopo. Anche altre volte avevano scelto quella
soluzione che era la più sicura. Un affare già discusso nei dettagli
veniva siglato con una stretta di mano e con la consegna della
necessaria documentazione: non dovevano fare altro che scambiarsi
le valigette, che erano identiche persino nella combinazione della
serratura. Solo un osservatore molto attento si sarebbe accorto che
avevano cambiato proprietario. Poi avrebbero discusso un nuovo
progetto e concordato le mosse successive. Al massimo un'ora dopo,
entrambi sarebbero stati in viaggio, lui, Wolferer, di ritorno con
l'auto verso il centro storico di Vienna, dove avrebbe aperto la
valigetta solo dopo essere arrivato nel suo appartamento.
Il socio in affari avrebbe preso la scala mobile fino al piano delle
partenze e sarebbe scomparso dietro lo sportello dell'accettazione.
«Mi scusi se l'ho fatta attendere, ma al controllo passaporti c'era
molta gente» Wolferer conosceva quella voce dal duro accento del
sudest europeo. Dovette voltarsi, evidentemente l'uomo dal completo
nero, camicia blu scuro e cravatta grigio blu era arrivato da un'altra
direzione. Diede la mano a Wolferer, mise la sua valigetta sotto il
tavolo e gli si sedette di fronte.
«Spero che abbia fatto buon viaggio, signor Drakic» rispose
Wolferer. «Beve qualcosa?».
«Una birra» disse Drakic indicando con la mano il bicchiere di
fronte al suo interlocutore. Wolferer fece segno al cameriere ed
ordinò.
«Dovremmo parlare dei contingenti» esordì Drakic senza
preamboli. «Finora ci ha garantito il sessantacinque per cento.
Vogliamo anche il resto»
Wolferer aggrottò la fronte. «É il massimo» disse, «le direttive
non ammettono più di due terzi» Rigirò lo stelo del bicchiere tra
pollice e medio evitando lo sguardo di Drakic.
«Lasci stare le direttive», Drakic fece un gesto sprezzante con la
mano. «Dopo il terremoto, gran parte del mercato turco delle
esportazioni è al tracollo, le banchine sono quasi vuote e tutto ciò che
arriva adesso viene subito rispedito. L'opinione pubblica si attende
da lei un'azione rapida, che apprezzerà più del rispetto scrupoloso
delle direttive. Anche la stampa l'approverà »
«Lei sa che per far questo dovrò allargare il giro» In realtÃ
Wolferer era già convinto, stavano solo trattando sul prezzo.
«Non posso darle più del cinque per cento!» Drakic lo fissava
dritto negli occhi con un'espressione impenetrabile.
«Otto!» disse Wolferer sostenendone lo sguardo.
«É escluso! I margini sono scarsi. Il lavoro di base l'ha già fatto,
tutto ciò che ottiene adesso non sono altro che interessi!
Restiamo intesi per il cinque per cento. É già molto, e lei lo sa
bene!»
«Otto» ripeté Wolferer.
«Piuttosto, le consiglierei di sfruttare la faccenda a livello
propagandistico. Si faccia eleggere nella commissione, stavolta vedrÃ
che ci riesce, e allora sarà anche di più!» Il viso di Drakic non
lasciava trapelare emozioni. Teneva d'occhio l'orologio per far capire
che aveva fretta. «Venga a Trieste la settimana prossima. Diamo una
piccola festa con ospiti scelti e in piacevole compagnia. Nella valigia
troverà un biglietto via Monaco di Baviera. Fino ad allora può
pensarci su. Sfrutti questa opportunità !» Suonò come un ordine.
Wolferer indugiava. Sentiva ormai di avere per metà già perso o
per metà accettato. Il cinque per cento era un sacco di soldi.
«Il cinque per cento non basta» ripeté Wolferer, «la catena
alimentare è lunga»
«Di chi altro ha bisogno oltre a Leish e alla Ferenci?»
Drakic restava inflessibile. Era in affari da molto tempo e
Wolferer non era il suo unico cliente. Jack Leish e Karla Ferenci
erano i vicari di Wolferer presso l'EAUI e per statuto uno dei due
doveva firmare insieme a lui.
«Sfrutti la cosa a livello politico e mediatico, è un consiglio!
Riferisca della rapidità nei rifornimenti, menzioni come esempio
negativo la gestione disastrosa degli aiuti al Kosovo da Bari e si
attirerà subito tutte le simpatie. Quarantacinquemila vittime non è
roba da poco e temiamo di giorno in giorno nuove scosse!»
«Ci penserò» rispose Wolferer. «Forse ha ragione».
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