50 domande sul Corona Virus – Simona Ravizza

SINTESI DEL LIBRO:
Per prevenire il rischio di infezione da Nuovo Coronavirus è
prioritario curare l’igiene delle mani. Il virus si diffonde per via aerea
non solamente mediante starnuti, ma anche contaminandosi le mani
con le secrezioni delle mucose degli occhi e della bocca. Per questo
motivo, oltre a coprire bocca e naso, in caso di starnuto o tosse, è
fondamentale evitare di toccare occhi, naso e bocca. Le mani
contaminate possono trasmettere il virus a un’altra persona, un
collega o un familiare. Lavandosi le mani si evita che il virus venga
trasferito, inconsapevolmente, ad altre persone. Una buona igiene
delle mani è necessaria ogni volta che si è stati in luoghi pubblici,
bagni in primis, ma anche dopo aver usato un mezzo di trasporto
pubblico (bus, taxi, auto etc.) o dopo essere stati in luoghi molto
affollati, come palestre, supermercati, sale d’aspetto, cinema. A
seguito di permanenza in uno spazio pubblico, è necessario lavarsi
le mani, soprattutto dopo aver toccato pulsanti dell’ascensore o
maniglie delle porte. Le operazioni di lavaggio delle mani,
apparentemente
banali,
non
sempre
vengono
effettuate
correttamente. Capita che venga utilizzata una quantità inadeguata
di sapone o che il tempo di detersione e risciacquo sia troppo breve.
Come indicato dal Ministero della Salute, occorre utilizzare sapone
(meglio quello liquido rispetto alla saponetta) e acqua corrente,
preferibilmente calda. Dopo avere applicato il sapone su entrambi i
palmi delle mani, occorre strofinare sul dorso, tra le dita e nello
spazio al di sotto delle unghie per almeno 40-60 secondi. Dopo
avere risciacquato abbondantemente con acqua corrente, si
asciugano le mani possibilmente con carta usa e getta o con un
dispositivo ad aria calda. All’interno dell’abitazione, sarebbe
opportuno avere un asciugamano personale pulito dedicato a ogni
membro della famiglia. Se non sono disponibili acqua e sapone, è
possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol al
60 per cento.
Serve andare in giro con la mascherina?
L’uso delle mascherine è solo una delle tante misure che
possono essere attuate per proteggersi nei confronti dell’infezione
da Coronavirus. Le mascherine, però, risultano efficaci solamente
quando sono utilizzate in combinazione con un frequente lavaggio
delle mani. Questi dispositivi vengono spesso usati in maniera
scorretta. Prima di tutto la mascherina è monouso e, come tale,
dovrebbe essere sempre sostituita, ogni volta che viene tolta, anche
solo per poco tempo. Al momento della rimozione, bisogna sfilarla
come se fosse contaminata e quindi non bisogna mai abbassarla
dalla zona della bocca, ma è necessario rimuoverla dagli elastici
laterali, altrimenti si rischia di contaminare le mani. È sbagliato
anche togliersi la mascherina per rispondere a una telefonata, o per
grattarsi il naso, anche se poi viene subito indossata. Tutto questo
rende l’uso della mascherina totalmente inutile. Inoltre, le persone
credono di essere protette, anche se non indossano correttamente la
mascherina. Si genera, quindi, un illusorio senso di sicurezza che
può essere controproducente. L’uso della mascherina, dando una
percezione errata di essere completamente protetti, porta le persone
ad abbassare il livello di guardia e mettere in secondo piano altre
misure più importanti, come il lavaggio delle mani. L’Organizzazione
Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute non raccomandano
alla popolazione generale di indossare la mascherina per la
prevenzione dell’infezione da Coronavirus, a meno che non siano
presenti sintomi di malattie respiratorie. L’obiettivo di utilizzare una
mascherina non è, quindi, quello di proteggere chi la sta indossando,
ma le persone che le stanno intorno. In questo caso è sufficiente la
classica mascherina chirurgica, che ha la funzione di schermare le
goccioline che escono dalla bocca o dal naso di chi la porta, mentre
non funziona da barriera d’ingresso. Le maschere tecnicamente
conosciute con la sigla FFP3, certificate per riuscire a filtrare almeno
il
95 per cento delle particelle sospese nell’aria, devono, invece,
essere utilizzate da operatori sanitari addestrati, quando trattano
casi sospetti o certi di infezione da Coronavirus.
I mezzi pubblici sono pericolosi?
Tutti i luoghi particolarmente affollati possono facilitare la
trasmissione del virus tra persone. I mezzi di trasporto pubblici
possono diventare a rischio, nel momento in cui sono molto affollati.
In una grande città metropolitana, il tasso di trasmissione del virus è
fino a sei volte maggiore tra coloro che utilizzano i mezzi pubblici.
Per quanto riguarda treni, bus, tram e metropolitane, il rischio più
elevato si riscontra tra i pendolari che devono fare lunghi viaggi o
attraversare stazioni di interscambio molto affollate. Viaggiare al di
fuori degli orari di punta, quando è possibile, potrebbe essere un
modo per ridurre il rischio di infezione sui mezzi pubblici di superficie
e in metropolitana. Per ridurre il rischio, è, però, ancora una volta
fondamentale lavarsi le mani o usare un disinfettante a base di alcol,
dopo essere scesi dal mezzo pubblico o appena arrivati nel luogo di
lavoro. È altrettanto importante, durante il viaggio, evitare di toccarsi
il volto o mangiarsi le unghie. Negli ultimi anni, l’aumento dei viaggi
aerei ha facilitato la diffusione delle infezioni a livello globale. Le
aree dei controlli di sicurezza degli aeroporti rappresentano un’altra
zona ad alto rischio. I vassoi dove vengono posizionati gli oggetti,
provenienti dalle tasche delle persone e frequentemente maneggiati,
vengono utilizzati da migliaia di individui e sono raramente lavati. Ci
sono altri punti critici negli aeroporti, dove si può verificare la
trasmissione dei virus, quali ad esempio i corrimano delle scale
mobili, i braccioli dei sedili nelle sale di attesa e il frequente
passaggio di mano in mano dei biglietti aerei. Nella cabina
dell’aereo, le infezioni possono essere ridotte stando seduti al
proprio posto per tutta la durata del volo, laddove possibile e non
controindicato dal rischio embolico. In questo modo si evita la
contaminazione da parte di altri passeggeri. Il ricircolo d’aria in
cabina sembra, invece, non essere così pericoloso, grazie alla
presenza di filtri sviluppati appositamente per gli aerei.
Qual è la distanza da tenere per proteggersi il più possibile da
eventuali contagi?
Per queste infezioni è opportuno tenere una distanza di due metri
da una persona che sta tossendo o starnutendo. Questa misura è
legata al fatto che quando qualcuno starnutisce o tossisce libera in
aria goccioline, provenienti dal naso o dalla bocca, che potrebbero
contenere il virus. Se si è troppo vicini, si rischia di inspirare queste
goccioline e l’infezione virale, se la persona che tossisce ha la
patologia. Uno spazio superiore a un metro tra due persone viene
generalmente definito come «distanza sociale» e viene
generalmente mantenuta in una comunicazione normale tra
conoscenti o tra colleghi nei luoghi di lavoro. Si differenzia dalla
«distanza personale» tra amici e dalla distanza «intima» che sono
generalmente inferiori al metro. Negli uffici aperti al pubblico, la
distanza mantenuta può essere superiore ai tre metri e mezzo
(distanza «pubblica»). Generalmente nei servizi di front-office di
aziende pubbliche e private, la presenza di un vetro tra operatore e
cliente facilita la protezione di entrambi i soggetti dalla trasmissione
del virus. A questo proposito, è bene ricordare che, tra le
raccomandazioni suggerite a livello nazionale e internazionale per
ridurre la diffusione del Coronavirus, non figura espressamente
l’evitare le strette di mano, un’usanza sociale profondamente
radicata alla base dei rapporti umani, soprattutto nei Paesi
occidentali. Nonostante questo, dall’inizio dell’epidemia, molte
aziende private stanno vietando questa usanza al loro interno. In
realtà , se le mani vengono lavate sempre con frequenza, se si sta
attenti a non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani e se le
persone starnutiscono su un fazzoletto o nella piega del gomito, si
minimizza il rischio e non diventa necessario vietare le strette di
mano.
Sul luogo di lavoro quali sono le misure di prevenzione più efficaci?
Come già più volte ricordato, l’igiene delle mani e delle secrezioni
respiratorie rappresenta l’intervento prioritario per prevenire il rischio
di infezione da Nuovo Coronavirus, sia nella vita privata sia sul luogo
di lavoro. Le aziende possono collocare agli ingressi degli edifici o
nei bagni dispositivi per l’erogazione di gel disinfettanti per le mani,
al fine di incentivare questa pratica. Le altre misure di prevenzione
ricalcano quelle presenti nel decalogo messo a punto dall’Istituto
Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute. È importante che
tutti i lavoratori siano a conoscenza di queste informazioni e che gli
enti pubblici e privati diffondano queste buone pratiche. Le aziende
possono incentivare forme di lavoro agile e modalità flessibili di
svolgimento della prestazione lavorativa, favorendo tra i destinatari
di queste misure soggetti che presentano patologie che li rendono
maggiormente esposti al contagio, oltre a coloro che devono usare i
mezzi di trasporto pubblico per lunghi tragitti. Inoltre, durante la fase
epidemica, è opportuno privilegiare riunioni in modalità telematica. È
possibile frequentare i bar e le mense aziendali, così come gli spazi
comuni, come il locale ristoro con i distributori automatici, però è
bene evitare l’affollamento di questi luoghi, perché una
concentrazione elevata di persone potrebbe aumentare il rischio di
trasmissione del virus. In questo periodo di emergenza, ad esempio,
potrebbe essere utile per i lavoratori distribuirsi su tutto l’orario di
apertura del bar o della mensa aziendale. Questo può essere fatto
mettendosi d’accordo tra colleghi per evitare di andare a bere il caffè
o pranzare tutti insieme, recandosi invece singolarmente, a turno.
Sarebbe utile, inoltre, non stare troppo a lungo in questi spazi, per
consentire ad altre persone di accedervi. Sono piccoli accorgimenti
che evitano l’affollamento dei locali e aumentano la sicurezza e la
protezione di tutti.
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