La congiura dei somari. Perché la scienza non può essere democratica – Roberto Burion

SINTESI DEL LIBRO:
La scienza non è democratica, ma, come vedremo meglio più avanti,
tutti possono dire la loro, a patto che quello che affermano sia
sostenuto da dati. Ne consegue che quello che è vero oggi può non
essere vero domani o domani l’altro. Capisco che questo generi
perplessità, perché tutti vorremmo avere delle verità assolute, dei
punti fermi. Purtroppo, nel senso più ampio del termine, la scienza
non è in grado di fornirceli, essendo quella scientifica una verità
provvisoria, che cambia nel tempo. Per i dogmi dovete rivolgervi alle
religioni, se volete: la scienza si accontenta di molto meno.
Della scienza si può scegliere, tuttavia, se fidarsi o no.
Ricordiamoci che gli scienziati sono uomini e, come gli uomini, sono
talvolta disonesti o si rincitrulliscono con l’età; ma le mele marce
esistono ovunque e anche se un singolo poliziotto è malvagio noi
comunque, quando arrivano i ladri, continuiamo a chiamare la
polizia. Allo stesso modo, pur se uno scienziato è cialtrone o
corrotto, dobbiamo continuare a fidarci della comunità scientifica e
della scienza nel suo complesso.
L’alternativa è quella di non fidarsi: ma è una strada che porta con
sé guai giganteschi e un prezzo davvero esagerato.
David e Collet Stephan sono una coppia canadese di naturopati. Il
loro bimbo, Ezekiel, non era nato in ospedale, ma in casa, e non
aveva mai visto un dottore (figuriamoci un vaccino). Nel 2012, all’età
di 19 mesi, il bimbo si ammalò gravemente e un’amica di famiglia –
infermiera professionale – li avvertì che poteva trattarsi di meningite
e che bisognava immediatamente farlo vedere da un medico. I
genitori, però, erano diffidenti nei confronti della «scienza ufficiale» e
invece di farlo visitare lo trattarono con peperoncino, cipolle e rafano.
Come potete immaginare, il bambino peggiorò drammaticamente e
morì poco dopo. Nessuna giustizia potrà mai restituire alla vita
questa povera creatura, ma i coniugi Stephan furono condannati in
un processo che si svolse in un’aula affollata di simpatizzanti, che
tutti vestiti di bianco «tifavano» per loro, nonostante la tragica morte
del piccolo, che aveva pagato così care le scelte dei suoi genitori
alternativi.
Ancora peggio è quando a non fidarsi della scienza è uno Stato.
Incredibilmente, la Germania Ovest fu all’inizio piuttosto tiepida
nell’adottare la vaccinazione contro la poliomielite; tutto il contrario di
quello che fece la Germania Est: il vaccino più efficace contro la
malattia era stato sviluppato da Albert Sabin (nato nell’Impero russo
nel 1906) e le prime sperimentazioni erano state condotte con
grande successo in Unione Sovietica. Erano i tempi della guerra
fredda e i Paesi oltre cortina non esitarono a adottare rapidamente il
vaccino. Ebbene, la Germania Est introdusse la vaccinazione a
tappeto nel 1960, la Germania Ovest nel 1962. Sapete quale fu il
risultato di questo ritardo in due Paesi con lingua, abitudini e geni in
comune separati da un confine dal termine della Seconda guerra
mondiale? Nei due anni (1960 e 1961) ci furono in Germania Est 130
casi di poliomielite, in Germania Ovest quasi 9000. Nel luglio 1961,
addirittura, la Germania Est impose ulteriori restrizioni ai viaggi dei
propri cittadini affermando che spostarsi dall’Ovest all’Est poteva
riportare nel Paese la poliomielite, dopo che un’offerta di vaccino
gratuito alla ricca Germania Ovest era stata rifiutata. Nel mese
successivo venne costruito il muro di Berlino, ma tutti dicono che qui
la polio e la scienza non c’entrano nulla.
RFG (Germania Ovest): casi di polio dal 1949 al 1970
RDT (Germania Est): casi di polio dal 1949 al 1970
Questo è niente rispetto a ciò che accadde in Sudafrica quando il
presidente Thabo Mbeki si convinse di una delle più terribili balle
antiscientifiche: quella che racconta che l’AIDS non è causato dal
virus HIV. La leggete a tutt’oggi in molti siti antivaccinisti e di
medicina alternativa, e addirittura c’è in giro qualche medico che,
nonostante abbia scritto nero su bianco che l’AIDS è una truffa, non
è stato ancora radiato ed è spesso la star dei raduni dove si protesta
contro i vaccini. È davvero difficile comprendere come si possa
credere a una simile scemenza, vista l’efficacia dei farmaci che
bloccano il virus HIV salvando la vita alle persone e addirittura
risparmiando l’infezione ai bimbi che nascono da madri sieropositive,
ma, come forse sapete, con certa gente non si ragiona. Questa volta
«certa gente» non era il genitore informato o l’avvocaticchio di
provincia, ma il presidente di una nazione con un’altissima
percentuale di sieropositivi e malati di AIDS. Mbeki prima di tutto
scelse come ministro della Sanità Manto Tshabalala-Msimang, che
condivideva le sue idee, e quando un viceministro – Nozizwe
Madlala-Routledge – si oppose in nome della scienza fu presto
licenziato.
Poi, per avere maggiore libertà di azione, si circondò di scienziati
«alternativi» (gli stessi che sentite sproloquiare sui soliti siti che
propagano disinformazione), i quali fornirono in maniera scellerata
una falsa base a questa follia che andò tragicamente avanti per anni
tra le inutili proteste di chi tentava di far sentire la voce della ragione,
mentre i malati morivano come le mosche. Addirittura, quando i
farmaci antivirali vennero donati per uso gratuito in quella nazione
devastata dalla malattia, il presidente li rifiutò, sostenendo che
provocavano gravi effetti collaterali. Quegli stessi farmaci che
stavano stupendo il mondo per la loro efficacia e che stavano
letteralmente salvando la vita di ammalati altrimenti condannati a
morte certa. Alcuni ricercatori hanno stimato quante vite sono state
perse negli anni tra il 2000 e il 2005 a causa di questa deriva
oscurantista: il numero è agghiacciante. Ben più di 300.000. Per
darvi un’idea, durante la Seconda guerra mondiale persero la vita
291.000 militari italiani. Vi rendete conto? La follia di un presidente
che ha creduto a una bugia senza alcun senso ha fatto più morti di
una guerra.
Insomma, la scienza è imperfetta e fatta di uomini ancora più
imperfetti, e le verità che ci offre sono sempre parziali e mai troppo
sicure. Però vale la pena fidarsi, perché l’alternativa è costituita dal
buio, dall’oscurantismo e dalla morte.
Quando chiesero ad Albert Einstein, che se ne intendeva, a che
punto fossero i progressi della scienza, lui rispose: «Una cosa ho
imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza, al
confronto con la realtà, è primitiva e infantile. Eppure è la cosa più
preziosa che abbiamo»
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