La letteratura nei secoli della tradizione. Dalla «Chanson de Roland» a Foscolo – Marco Santagata

SINTESI DEL LIBRO:
In uno degli ultimi anni dell’XI secolo, nella sala principale di uncastello della Francia del Nord, dove si parla la lingua d’oïl, è incorso un banchetto. Più che un castello con mura e torri merlatedobbiamo immaginare una fattoria fortificata, con pochi corpi inpietra, molti edifici di legno e una cinta di palizzate. Un complesso,dunque, che non spicca né per imponenza architettonica né perfasto e, ancor meno, per agi abitativi. Alla tavola del signore – unproprietario di terre sulle quali esercita i diritti feudali concessigli daun signore più potente – siedono poche donne (la moglie, forse lefiglie) e molti uomini, quasi tutti giovani. I più sono cavalieri, cioè figlicadetti, e perciò esclusi dall’eredità, di altri proprietari di feudi; permettersi al servizio del signore che adesso li ospita hannoabbandonato le famiglie d’origine. Il rapporto tra signore e cavalierinon è regolato da alcun contratto che stabilisca oneri e doveri, ma sifonda unicamente su un patto di fedeltà personale: la sussistenzadei cavalieri dipende pertanto dalla generosità (“cortesia”) delsignore.Durante il banchetto un giullare allieta i convitati cantando il passopiù famoso di quella che, sebbene composta da non molto tempo,era già allora la canzone di gesta più famosa, la Chanson de Roland.
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