Il prodigioso Maurice e i suoi geniali roditori- Terry Pratchett

SINTESI DEL LIBRO:

 È La storia cominciava – o meglio, parte di essa cominciava – sul
postale che collegava le montagne alle lontane città della pianura.
Era la parte del viaggio che il conducente detestava di più: un
tragitto tortuoso, su strade malridotte, che attraversava le foreste e
girava intorno alle montagne. Tra gli alberi, ombre oscure la
facevano da padrone.
C’erano volte in cui aveva la sensazione che la carrozza fosse
inseguita da qualcosa di invisibile. Solo a pensarci, gli veniva la pelle
d’oca.
Quel giorno, in particolare, la pelle d’oca gli veniva soprattutto
perché sentiva delle voci. Ne era certo.
Arrivavano da dietro, dal tetto della carrozza, dove c’erano soltanto i
grossi sacchi di tela cerata della posta e il bagaglio del ragazzo. lì di
sicuro un posto dove potesse nascondersi una persona non c’era,
eppure di tanto in tanto il conducente aveva l’assoluta certezza di
sentire voci stridule e sussurri.
A quel punto del viaggio era rimasto un unico passeggero: un
ragazzo biondo, seduto tutto solo nella carrozza traballante,
immerso nella lettura di un libro. Leggeva lentamente, e a voce alta,
seguendo le parole con il dito.
— Übberwald — lesse ad alta voce.
— Si legge “Ùberwald” — lo corresse una voce acuta, ma molto
chiara. — Con questi puntini la “u” si pronuncia con le labbra
atteggiate a bacio. In ogni modo, te la stai cavando bene.
— Uuuuuberwald?
— Pronuncia esagerata, ragazzo mio — disse un’altra voce che
sembrava mezzo assonnata. — Ma sai qual è il bello di Überwald? È
che si trova molto, molto lontano da Sto Lat. Lontanissimo da
Pseudopolis.
Lontanissimo da qualsiasi altro posto in cui finiremmo bolliti vivi se il
capo della Guardia riuscisse mai a trovarci. E non è un posto
moderno. Brutte strade. Un sacco di montagne quasi insormontabili.
Lassù la gente non si sposta un granché. Perciò le notizie non
corrono tanto veloci, capisci? E probabilmente non hanno nemmeno
la polizia. Ragazzo, là potremmo fare una fortuna!
— Maurice? — disse cautamente il ragazzo.
— Sì, ragazzo mio?
— Tu non pensi che ciò che stiamo facendo sia, be’... disonesto,
vero?
Seguì una pausa prima che la voce replicasse: — Che intendi dire
con “disonesto”?
— Be’... ci prendiamo i loro soldi, Maurice. — La carrozza prese una
buca e sobbalzò.
— D’accordo — convenne l’invisibile Maurice. —
— Ma ciò che devi chiederti è: A chi li prendiamo, i soldi? —Be’... di
solito al sindaco, o alla giunta comunale...
— Esatto! Perciò si tratta di... cosa? Te l’ho già detto altre volte.
Ehm...
— Si tratta di soldi del go-ver-no, ragazzo mio — disse
pazientemente Maurice. — Ripeti con me. Soldi del go-ver-no.
Soldi del go-ver-no — ripeté obbedientemente il ragazzo.
Esatto! E cosa ci fanno i governi con i soldi? — Ehm... loro...
Li usano per pagare i soldati — spiegò Maurice.
— E per fare le guerre. Chissà quante guerre abbiamo fermato
prendendoci i soldi e riponendoli dove non possono nuocere a
nessuno. Ci farebbero un monumento, se ci pensassero bene.
— Alcune di quelle città sembravano molto povere — ribatté
dubbioso il ragazzo.
Quindi l’ultima cosa di cui avevano bisogno era una guerra.
Fagiolino Quattroporzioni dice che è... — Il ragazzo si concentrò e le
sue labbra si mossero prima di pronunciare la parola, come se
volesse provare prima a pronunciarla fra sé. — ... immorale.
Proprio così, Maurice — confermò la voce stridula. — Fagiolino dice
che non dovremmo vivere di espedienti.
Dammi retta, Pesche Sciroppate, gli espedienti sono l’essenza degli
uomini — disse la voce di Maurice. —
Non fanno altro che imbrogliarsi reciprocamente, e lo fanno con
tanto entusiasmo da eleggere interi governi perché lo facciano per
loro. In cambio dei soldi, noi offriamo qualcosa di grande valore.
Loro si ritrovano invasi dai topi, pagano un pifferaio incantatopi, tutti i
topi seguono il ragazzo fuori della città, fine dell’invasione. Tutti sono
contenti che nessun animaletto con la coda usi la loro farina come
gabinetto, il governo viene rieletto dai cittadini riconoscenti,
festeggiamenti in pompa magna. Soldi ben spesi, a mio parere.
— Ma i topi in realtà non ci sono. Siamo noi che gli facciamo credere
che ci sia un’invasione... —
sottolineò la voce di Pesche.
— Be’, cara mia, un’altra cosa per cui quei piccoli governi spendono
un mucchio di soldi sono gli acchiappatopi. Non capisco perché sto a
perdere tempo con voi, davvero non lo capisco.
— Sì, ma noi...
La carrozza si fermò. Fuori, sotto la pioggia, si senta un tintinnio di
finimenti. Poi la carrozza oscillò leggermente e si senti un rumore di
piedi in movimento.
Dall’oscurità una voce chiese: — C’è un mago là dentro?
I passeggeri si guardarono stupiti.

SCARICA IL LIBRO NEI VARI FORMATI :

Commento all'articolo

Potresti aver perso questo