La legge dell’attrazione – Esther Hicks

SINTESI DEL LIBRO:
I miei genitori non erano religiosi, perciò mi è difficile spiegare
perché io abbia sempre sentito una forte spinta a cercare una chiesa e
a farmi coinvolgere dalle dottrine della sua religione; tuttavia,
mentre crescevo, questa spinta in me era potente. Forse stavo
tentando di colmare il profondo vuoto che sentivo dentro di me, o
forse dipendeva dal fatto che tante persone, intorno a me, esibivano
una fervente religiosità e la sicurezza di aver scoperto la verità.
Nei miei primi quattordici anni di vita ho vissuto in diciotto case,
in sei diversi Stati, per cui ho avuto l'opportunità di vagliare
un'ampia gamma di filosofie. In ogni caso, frequentavo
sistematicamente una chiesa dopo l'altra, sperando ogni volta con
tutto il mio cuore che dietro a quelle porte avrei trovato ciò che stavo
cercando. Ma mentre mi spostavo da un gruppo religioso o filosofico
all'altro, la mia delusione cresceva nel sentore che tutti declamavano
di essere nel giusto, mentre allo stesso tempo dichiaravano che tutti
gli altri erano nel torto. E mentre il mio cuore sprofondava sempre
più, capii che in ambienti del genere non avrei trovato le risposte che
stavo cercando (è stato soltanto dopo aver scoperto gli insegnamenti
di Abraham che sono giunto a comprendere queste apparenti
contraddizioni filosofiche e a non provare più emozioni negative al
riguardo).
Quindi la mia ricerca continuava.
PARLA UNA TAVOLA OUIJA
Sebbene non avessi avuto alcuna esperienza diretta con una
tavola Ouija, ne avevo comunque una pessima opinione. Credevo
che, al meglio, si trattasse di un gioco o che, al peggio, fosse una vera
e propria truffa. Così, quando, nel 1959, alcuni amici di Spokane,
Washington, mi proposero di usarla, respinsi subito l'idea come
qualcosa di ridicolo. I miei amici però insistettero e alla fine mi
guidarono nella mia prima esperienza di questo genere, durante la
quale dovetti constatare che in effetti qualcosa succedeva.
Così, visto che stavo ancora cercando risposta alla mia lista di
domande lunga una vita, chiesi alla tavola:
“Come posso stare veramente bene?”. Subito, e a velocità
impressionante, questa iniziò a indicare lettere dell'alfabeto, e ne
risultò la parola le-g-g-i.
“Che cosa devo leggere?” chiesi. La tavoletta rispose li-b-ri. E
quando chiesi quali libri, venne fuori (di nuovo a velocità
impressionante): tutti quelli di Albert schweitzer. I miei amici non
avevano mai sentito parlare di Albert Schweitzer e, benché io sapessi
ben poco di lui, l'episodio aveva solleticato molto la mia curiosità;
quindi decisi di fare qualche ricerca su quell'uomo, giunto alla mia
attenzione in modo tanto fuori dall'ordinario.
Nella prima libreria in cui entrai rinvenni una lunga serie di libri
scritti da Albert Schweitzer e li lessi sistematicamente tutti. Sebbene
non possa dire di aver trovato alcuna risposta specifica alla mia lunga
lista di domande, in particolare il suo libro Storia della ricerca sulla
vita di Gesù aprì la mia mente, rendendomi consapevole che, per
guardare le cose, ci sono molti più punti di vista di quanti prima fossi
solito considerare.
Avevo sperato che la tavola potesse costituire una finestra verso
una potente illuminazione e la risposta a tutte le mie domande, ma il
mio entusiasmo fu alla fine spazzato via, poiché non trovai nella
tavoletta Ouija né una potente illuminazione né la risposta ad alcuna
domanda; ma certo mi diede la consapevolezza che esisteva un
mezzo di comunicazione intelligente che, prima d'allora, non avrei
mai creduto possibile.
La tavoletta Ouija non funzionava quando la usavo da solo, ma
dopo averla provata con centinaia di persone durante i miei viaggi di
lavoro, ne ho trovate tre con cui funzionava. Insieme con alcuni
amici di Portland, nell'Oregon (con cui la tavola funzionava) ho
“parlato” per centinaia di ore con quelle che noi supponevamo essere
Entità Non Fisiche. Con quale divertente sfilata di pirati, sacerdoti,
politici e rabbini abbiamo chiacchierato! Parlare con loro ricordava
più che altro le interessanti conversazioni che si possono avere
durante una festa cui partecipino molte persone diverse per
abitudini, intelligenza e attività.
Devo dire che non ho appreso dalla tavola nulla di importante che
potesse servirmi nella vita, o che meritasse di essere insegnato ad
altri, così un giorno l'ho semplicemente buttata via, decretando la
fine di ogni mio interesse e attività con la tavoletta Ouja. Tuttavia,
quell'esperienza, e in particolare quella con l'Intelligenza che mi
incoraggiò a leggere i libri di Schweitzer, non solo mi fece
comprendere che “là fuori” c'è molto più di quanto pensassi
all'epoca, ma provocò in me un desiderio ancora più potente di
trovare risposte. Finii col credere che fosse possibile comunicare con
un'Intelligenza dotata di risposte concrete alle domande sul
funzionamento dell'Universo, sul perché della nostra esistenza, su
come vivere vite più felici e come realizzare i motivi della nostra
presenza qui.
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