I fiori del Silenzio – Inviti al ricordo di Sé – Harish Enrico

SINTESI DEL LIBRO:
Anni fa, in un momento di grande sofferenza psicologica, mi
accadde qualcosa che non dimenticherò mai: all’improvviso fui rapito
da un profondo silenzio, il chiacchiericcio della mente si spense
totalmente. Quel silenzio era talmente penetrante, vasto, che ogni
cosa sparì in esso: il senso di me con tutti i suoi problemi si era
dissolto, niente restava se non quel silenzio estatico.
Quell’esperienza durò circa un quarto d’ora, fin quando non sentii
una grande paura pervadere il mio corpo: era la paura di perdere
quel me stesso che all’epoca credevo di essere. Pian piano ritornò la
mente col suo chiacchiericcio e con esso il senso di “me”.
Quell’esperienza lasciò un segno profondo nella mia vita. Quel
silenzio mi aveva rapito il cuore, non c’era altra cosa che avesse
senso per me, tutto impallidiva al cospetto di Quello.
Dopo quest’esperienza, passavo le giornate inseguendo quel
silenzio, qualsiasi cosa stessi facendo. Quello che non comprendevo
all’epoca era che più mi incaponivo nel cercarlo, più mi sfuggiva.
Cercare di afferrare qualcosa vuol dire essere continuamente in
tensione verso un obiettivo da raggiungere in futuro, perdendo la
bellezza dell’unico momento che abbiamo, l’Adesso!
Sai, quel silenzio non è qualcosa che puoi afferrare, conquistare:
quello che puoi fare è rilassarti e scomparire in esso. Non affannarti
a cercarlo, arriva solo quando tu non ci sei.
Se guardi un fiore, un tramonto, perditi nella bellezza di ciò che i tuoi
occhi stanno ammirando. Qualunque sia l’esperienza che stai
vivendo adesso, sii così totale da scomparire in essa, solo così
apparirà quel silenzio. Quello sei tu, è il tuo vero volto, il volto del
Divino: non puoi cercarlo, puoi solo accorgerti di Esserlo.
Un fuoco da tenere acceso
La consapevolezza è come un fuoco che va tenuto sempre acceso.
Durante una normale giornata, sono molte le opportunità che
abbiamo per alimentarlo con la giusta Presenza. Senza un continuo
lavoro di attenzione, è facile che quel fuoco si spenga e che la
mente torni a usurpare il trono della consapevolezza.
Pensa a tutte le volte che ti trovi in una situazione molto seccante,
tutte le volte che accade qualcosa che ti fa perdere la pazienza. In
questi casi hai due maniere per affrontare la situazione: la prima è
entrare in modalità reattiva, reagire meccanicamente; la seconda è
osservare cosa succede dentro di te, il senso di fastidio, di
frustrazione o di rabbia che sorge nel tuo cielo interiore.
Resta uno spettatore di quanto accade in te, divertiti a osservare ciò
che c’è, senza alcun giudizio. In questo modo, cogli l’opportunità che
la vita ti sta offrendo per alimentare il fuoco della consapevolezza.
Considera il tuo corpo come un’officina alchemica che puoi usare
come strumento di grande trasformazione. Cogli ogni occasione per
alimentare il fuoco della consapevolezza e vedrai crescere in te il
senso di pace. Quella pace è ciò che sei.
L’importanza del ricordo di sé
Tante volte mi sono chiesto cosa potessi fare in situazioni di conflitto
e dolore in cui mi era impossibile intervenire direttamente attraverso
l’azione.
La migliore risposta che ho trovato è Esserci, non nel senso
personale del termine, ma esserci come piena centratura, totale
consapevolezza, al dì là dell’illusione di ogni dualità che riguarda il
piano puramente mentale.
Sarà capitato a tutti di trovarsi in un ambiente tipo un centro
commerciale o un luogo di lavoro in cui si sente che c’è aggressività,
conflitto, rabbia o tristezza. Se riesci ad essere pienamente centrato,
non sarai coinvolto da queste energie e contribuirai a ripulire
quell’ambiente e il mondo che ti circonda.
Soltanto facendo questo, in maniera del tutto anonima e invisibile,
contribuiremo a portare un cambiamento in questo mondo, gli
daremo una spinta verso la nuova evoluzione che sta già
avvenendo.
Da dove nasce la domanda
Tutti coloro che percorrono la via apparente partono in genere dalla
domanda “Chi sono io?”, a cui seguono le domande “Da dove
vengo?” e “Cosa mi accadrà al momento della morte?”.
Ogni genere di speculazione filosofica e religiosa nasce da queste
domande, tutti i credo sono un modo di esorcizzare la paura della
morte. La paura più grande dell’uomo è proprio questa: non esistere,
dissolversi.
Tuttavia, soltanto chi è pronto a perdere “se stesso” troverà lo spazio
in cui sorge ogni domanda, ogni filosofia e ogni apparente risposta.
Ci vuole molto coraggio per andare incontro alla morte di sé prima
che arrivi la morte fisica a interrompere il sogno.
No, non troverai la risposta. Soprattutto, quello che non troverai è
colui che ha posto la domanda: quell’identità è il grande inganno che
deve essere visto in tutta chiarezza.
Sei pronto a comprendere che tu non sei un qualcuno che possa
avere pregi o difetti, opinioni che siano tue, una squadra del cuore,
un’identità professionale (non sei un medico, un avvocato, un
ingegnere…), una storia personale?
Se vuoi, sei libero di crogiolarti nell’illusione di essere un io fin
quando il sogno non svanirà, ma se hai un po’ di coraggio entra in te
e vedi se qualcuna di queste cose è reale e permanente. Riesci a
trovare qualcosa che non sia transitorio?
Ogni pensiero, emozione, identità, quello che chiamiamo il nostro
corpo, sono fenomeni impermanenti, hanno tutti un inizio e una fine.
Ciò che non è impermanente, è lo spazio in cui sorge ogni domanda
e ogni fenomeno apparente. Quando lo vedrai con chiarezza, il velo
cadrà dai tuoi occhi e allora ti posso assicurare che la vita sarà molto
più divertente e leggera.
Come disse un vecchio maestro al suo discepolo: “Nessun io,
nessun problema”.
La sofferenza è nel tempo psicologico
Hai mai fatto caso a quanto l’esperienza della sofferenza sia legata
al tempo? Qualunque sia la cosa che ti fa soffrire, fermati un attimo e
dimmi: dov’è adesso?
Ci può essere una fontana che scorre, il gatto che miagola, un aereo
che passa e il tuo corpo a riposo su un bel letto morbido: qual è il
problema adesso?
Il concetto di io e quindi di sofferenza psicologica può esistere solo
attraverso memorie passate e proiezioni future, quindi ricordi
particolarmente dolorosi, ansie, preoccupazioni, paure. Fermati un
attimo: esistono queste cose Adesso? Dove sono, se non nelle
illusioni della mente?
Ora c’è ciò che c’è, nient’altro che questo.
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