Capitani oltraggiosi – Joe R. Lansdale

SINTESI DEL LIBRO:
Feci un ultimo giro e andai in sala pausa. Leonard contava spiccioli
davanti al distributore automatico di bibite, con il berretto da guardia
giurata voltato di lato sulla testa.
«Hai un quarto di dollaro?» mi chiese appena entrai, senza alzare lo
sguardo.
Glielo diedi.
«Qualche pollo ha cercato di fuggire?» dissi.
«No. E nessun pollo ha cercato neppure di entrare. Dalla tua parte ci
so-no stati problemi?» Leonard spinse un bottone e nel cassetto in
basso cadde una lattina di Dr Pepper.
«Niente problemi di polli. Ho visto uno scoiattolo sospetto fuori, tra
gli alberi, ma non ha voluto avere niente a che fare con me.»
«Lo capisco.»
Andai al tavolino e mi preparai un decaffeinato gratuito, perché
avevo dato a Leonard il mio ultimo quarto di dollaro. Ci misi dentro
un bel po' di panna in polvere (anche quella era gratis). Era l'unico
modo per far sì che il caffè, in quello stabilimento per la lavorazione
dei polli, non sapesse di cadavere.
Girai lo zucchero con un bastoncino di plastica e bevvi un sorso.
Sapeva di cadavere con panna. Gettai il bicchiere nella spazzatura e
uscimmo nel parcheggio, diretti verso il pick-up di Leonard.
Lavoravamo alla Deerstone's Chicken Processing da circa sei mesi,
e non era male. Ci toccava il turno dalle tre del pomeriggio a
mezzanotte.
Dovevamo solo andarcene in giro a controllare che non ci fossero
buchi nella recinzione, che niente fosse fuori posto e che gli operai
non riempis-sero il bagagliaio delle loro auto di polli congelati.
Era molto meglio di un altro stabilimento del genere dove avevo fatto
domanda. Non volevano assumermi come guardiano, ma come
masturba-tore. Avrei dovuto masturbare i galli e prendere loro lo
sperma con il quale ingravidare le galline. Non era uno scherzo, mi
dissero, ma un lavoro serio.
Avevo anche cercato di immaginare se avrei dovuto svolgere il mio
compito con guanti di gomma e pinzette, oppure a mani nude, con
l'indice e il pollice. Forse ai galli il contatto diretto piaceva di più.
Quando passi un sacco di tempo a ispezionare l'esterno e l'interno di
un posto dove ha luogo un continuo massacro di polli, pensi a un
sacco di co-se. E in piena notte, mentre cammini verso un grosso
pick-up, un sacco di idee stupide ti sembrano ragionevoli.
Quel lavoro ce l'aveva passato un conoscente che si era licenziato,
spie-gandoci che la direzione preferiva avere due persone. Leonard
aveva già il porto d'armi, io avevo dovuto prenderlo, e ci avevano
assunti. Noi due eravamo l'ultimo baluardo tra i polli dentro lo
stabilimento (quasi tutti già morti, spennati, decapitati e appesi a
ganci di metallo) e il mondo esterno che li voleva mangiare.
Devo dirvi una cosa: con i polli non si scherza. Ogni azienda ha i
suoi metodi per prepararli, e vuole tenerli segreti.
Nell'altro stabilimento, quello dove volevamo assumermi per fare le
se-ghe ai galli, vivevano nel terrore che la Deerstone inviasse delle
spie. Leonard e io pensavamo che forse di notte mandavano i loro
polli in missione allo stabilimento rivale, in costume nero da ninja e
con lame di metallo fis-sate alle zampe. Immaginavamo i polli
introdursi all'interno dell'impianto attraverso le griglie di ventilazione,
per carpire segreti a prezzo di formi-dabili battaglie a colpi di
nunchaku con i polli della Deerstone.
Sissignore, e ti sentivi quasi orgoglioso quando tornavi a casa dopo
mezzanotte, posavi sulla sedia l'uniforme verde e il cappello, la
pistola, e ti mettevi a letto tutto profumato di pollo, sapendo di aver
salvato il mondo dalle spie industriali. Poi c'era che lo stipendio era
decente e avevi anche una divisa sexy con cui impressionare la
popolazione femminile.
Naturalmente, il concetto di stipendio decente dipende molto da
quello che facevi prima. Fare il buttafuori rendeva di più, ma ti
toccava passare le serate in compagnia di un mucchio di ubriachi in
locali fumosi pieni di donne nude, e dopo un po' le donne nude
diventavano una seccatura. Avresti voluto solo che si vestissero.
Non so spiegarlo bene, è una delle cose strane della vita. Cominci a
pensare che non dovresti buttare fuori a calci la gente, se lì non
servissero alcol e non mandassero donne nude a scuotere le tette
tra i tavoli, sbattendo il cespuglietto in faccia ai clienti.
Poi capisci che in quel caso tu non avresti lavoro. È un po' come fare
il predicatore. Combatti il peccato, ma se non ci fossero peccatori ti
tocche-rebbe fare il pieno alle auto in un distributore di benzina.
Professione che, a pensarci bene, è più onorevole di quella del
buttafuori o del predicatore.
Ormai mi ero convinto che le donne nude fossero uno dei misteri
della vita. Non vedevo nuda Brett, la mia donna, da un bel po' di
tempo. Non ero neppure più tanto sicuro che fosse la mia donna. E
quello che avevo fatto per lei mi aveva cambiato la vita, rendendomi
davvero triste riguardo ai piaceri della carne. L'attrazione psichica e
fisica che provavo per lei mi aveva trascinato in una storia che era
finita con diversi cadaveri. Io me li sognavo di notte, con
accompagnamento di raffiche di mitra, fumo e grida.
Avevano facce enormi, e bocche così aperte che riuscivo a vedere il
lavoro dei loro dentisti, oltre all'abisso in cui tutti andiamo a finire.
Quello che avevo fatto era giustificabile, ma giustificabile e giusto
non sono la stessa cosa. Anche altre volte mi ero trovato sull'orlo
della violenza, e avevo agito per legittima difesa. Ma in quel caso
avevo agito sapendo in anticipo che avrei dovuto ammazzare delle
persone. E alla fine ero andato via con le scarpe rosse di sangue.
Poiché a quell'avventura aveva partecipato anche Leonard, gli avevo
chiesto se avesse i miei stessi problemi, i miei stessi incubi. La sua
risposta era stata semplice: quelli che avevamo ammazzato erano
degli stronzi.
E lui non aveva incubi.
Dopo, Brett e io eravamo rimasti in contatto. Andavamo a cena fuori,
al cinema, facevamo l'amore. Tuttavia mancava qualcosa. La nostra
relazione era come un hamburger senza salsa. In parte dipendeva
dal fatto che Brett stava cercando di riportare sua figlia Tillie sulla
retta via. Solo che a TilHe piaceva fare la puttana. Non voleva farlo
contro la sua volontà (come nel posto da cui l'avevamo salvata), ma
le piaceva. Sicuramente più che l'idea di crescere, o di entrare in
politica.
E bisogna dire che era anche brava, come puttana. Aveva portato
molti cambiamenti nella città di Tyler, visto che i battisti, come tutti,
sanno ap-prezzare una buona scopata.
Anch'io apprezzavo le buone scopate, ma Brett ormai non sembrava
più interessata. Le ultime volte con lei mi era sembrato di fare una
specie di ginnastica aerobica disperata. La fai perché pensi di
doverla fare e che ti faccia bene, ma non ti piace, e finisci tutto
sudato per niente.
Avevo l'impressione che Brett avrebbe preferito leggere una rivista, o
ri-tagliare punti da scatole di biscotti. Fare l'amore con lei era come
cercare di ammazzare qualcosa che era già morto.
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