Vietato lamentarsi – Agisci per cambiare in meglio la tua vita e quella degli altri – Salvo Noè

SINTESI DEL LIBRO:
Perché passiamo molto tempo a lamentarci?
Perché siamo abituati a farlo e perché siamo profondamente insoddisfatti.
Ci si lamenta per la profonda sensazione di vuoto e per l’incapacità di dare un
senso alla propria vita. Spesso il lamento, cui ci si abbandona anche per
banalità, è indice del nostro grado di insoddisfazione.
La lamentela diventa un modo di affrontare la vita, ma anche un modo per
attivare negli altri un senso di pena. È come se la “Vittima” mettesse in atto
un meccanismo per agganciare il potenziale “Salvatore” che ha davanti. Un
meccanismo efficace per manipolare gli altri. Ne parlerò diffusamente nella
seconda parte di questo libro.
Un altro motivo per cui ci lamentiamo è il nostro profondo egocentrismo,
sostenuto da una mancanza di empatia. È come se dessimo per scontato che si
deve avere più degli altri e quando questo non accade, ci lamentiamo. Ci
sentiamo perseguitati dalla sfortuna fino a pensare che tutto quello che accade
è perché l’universo cospira contro di noi.
Pur comprendendo che ci sono dei momenti negativi, che vanno espressi,
sostenuti e compresi, la cosa importante è non fare diventare il lamento
un’abitudine. Pensiamoci bene: se è l’azione che determina il cambiamento,
come possiamo attivare una trasformazione positiva se continuiamo a
riempire la nostra testa di parole debilitanti, che attivano stati d’animo
negativi?
Sicuramente fatichiamo a trovare soluzioni perché siamo vittime di un
“incantesimo” negativo.
Ma anche quando siamo in presenza di persone che si lamentano, o che
chiacchierano senza un fine costruttivo e propositivo, la qualità delle loro
vibrazioni negative si ripercuote su di noi.
Le lamentele sono un buco nero nel quale l’energia si disperde.
Cosa sono le abitudini?
Comportamenti automatici, ripetuti, reiterati nel tempo; pensieri e azioni
talmente radicati in noi che finiamo per produrli senza averne
consapevolezza, come se avessimo un pilota automatico.
Esistono abitudini limitanti e abitudini potenzianti. In questo caso, il
lamento rappresenta un’abitudine limitante, soprattutto se messa in atto senza
cercare soluzioni, ma solo per il fatto di sentirsi vittime della situazione che si
sta vivendo. Una svalutazione di sé e degli altri che blocca qualsiasi
passaggio alla soluzione. Una sorta di TomTom che ci porta sempre davanti
ad un muro.
Essere affezionati alle proprie abitudini limitanti ripetendo sempre gli
stessi gesti, pensieri e parole ci impedisce di reagire con equilibrio alle
novità. A ogni cosa nuova reagiamo con caos e improvvisazione e quello che
va contro le nostre abitudini diventa fonte di malessere. Da ciò si deduce che
le azioni abitudinarie, per quanto rassicuranti, si ritorcono contro di noi e il
nostro benessere perché ci fanno apparire ogni piccola novità come un
imprevisto negativo.
È come se fossimo anestetizzati dalla pigrizia, paralizzati dall’immobilità
rispetto a ogni spinta, fisica ed emotiva, all’azione.
Come fare per cambiare le abitudini limitanti? Come fare per evitare che
queste condizionino negativamente i rapporti di coppia e tutti i rapporti
interpersonali? Si deve cercare una piacevole sostituzione dell’abitudine
limitante, un qualcosa che sia a nostro vantaggio e che sia gratificante a
livello personale. Per esempio, sarebbe utile sostituire il lamento con le
domande: “Come posso aumentare le mie abilità rispetto alle situazioni?”,
“Quali competenze comportamentali e/o cognitive ho bisogno di avere?”
Due cose in particolare ci salvano dal vittimismo cronico: le relazioni
(capacità di creare legami interpersonali) e le competenze (capacità di trovare
le migliori strategie per far fronte alle sfide della vita).
Le competenze si suddividono in 3 C:
Conoscenza, Capacità, Comportamento. La conoscenza è legata al sapere,
la capacità al saper fare e il comportamento al saper essere.
Dobbiamo sempre continuare a imparare perché quello che sappiamo
potrebbe non essere più bastevole rispetto ai nuovi problemi che si
presentano.
Cambiare abitudini vuol dire aumentare la conoscenza di sé e del mondo. È
un fattore importante per la crescita personale e per sentirsi più soddisfatti e
in sintonia con gli altri.
Nella terza parte di questo libro parlerò delle abitudini per raggiungere
l’eccellenza.
Bisogna ricordare che il nostro carattere è una sommatoria di abitudini.
Se cambiamo le abitudini, cambiamo il carattere.
Le trappole del lamento
Le abitudini limitanti possono attivare delle trappole che diventano
cortocircuiti mentali.
• La prima trappola in cui spesso cadiamo è quella di considerare la
tendenza a lamentarsi un tratto caratteriale. Attenzione: la lamentela non è un
tratto caratteriale o di personalità. Lamentarsi è un’abitudine che
apprendiamo e continuiamo a praticare quotidianamente fino a renderla
automatica.
• La seconda trappola da evitare è la diffusa convinzione limitante che la
lamentela sia qualcosa di utile.
È innegabile, però, che lamentarsi produca degli effetti. Vediamo quali:
1. Mantiene la mente concentrata sul problema, ma non sulla soluzione.
2. Riporta alla mente le emozioni negative legate all’esperienza,
mantenendole costantemente vive e presenti.
3. Impedisce nuove visioni che ci permettano di inquadrare in modo
diverso il problema.
4. Mantiene i nostri pensieri legati al passato, al peggio del passato,
togliendo energia al presente.
5. Ci fa pensare, rimuginare, scervellare… impedendoci di agire.
6. Uccide la convinzione della possibilità di un cambiamento.
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