Vivere in Zona – Aronne Romano & Memo Romano

SINTESI DEL LIBRO:
È innegabile che molti di coloro che si rivolgono a me per essere
guidati nell’applicazione della Zona sono persone che hanno
problemi relativi al loro peso corporeo. Sappiamo tu avia che il
controllo del peso o, meglio, del grasso corporeo, è solo un
piacevole, desiderabile effe o «collaterale» di questo regime
alimentare che il do or Sears ha ideato in realtà per altri motivi, cioè
per aiutare i medici a prevenire e curare le mala ie grazie alla
modulazione ormonale, ovvero il controllo dell’asse insulina
glucagone e in seguito degli eicosanoidi, a raverso l’utilizzo del
farmaco più potente che l’uomo conosca: il cibo.
Il sovrappeso e l’obesità non sono una prerogativa degli Stati
Uniti. Ancora una volta, dall’America non copiamo solo tendenze
positive ma purtroppo anche i lati peggiori.
Da dati recenti riferiti all’Italia emerge che un adulto su tre è
sovrappeso (16 milioni di ci adini) e l’obesità è presente nel 9% degli
italiani (4 milioni) ed è un fenomeno che registra una crescita del
25% ogni 4-5 anni.
Ricordo che il regime alimentare che va per la maggiore in Italia,
la cosidde a «dieta mediterranea», è stato così denominato a Boston,
negli Stati Uniti, e prevede l’utilizzo dei macronutrienti nelle
proporzioni del 60% (carboidrati), 25% (grassi), 15% (proteine). La
piramide alimentare che tu i conosciamo e che ha alla base i cereali
è stata ideata dal dipartimento dell’Agricoltura americano (USDA) e
troneggia su libri, giornali e riviste che tra ano di nutrizione da oltre
vent’anni anche in Italia.
Ma ahimè, i risultati finali non potranno essere molto dissimili da
quelli che oggi vedono gli USA in testa alle classifiche dei Paesi
occidentali con il maggior numero di obesi. Ci rimangono due
gg
g
consolazioni: la prima è che fortunatamente la scelta dei cibi italiani
e la loro preparazione ci perme ono di gustarci una serie di pia i
deliziosi, fru o di una cultura culinaria invidiabile; la seconda che il
trend di incremento dei danni causati dall’alimentazione scorre a
sulla salute ci vede in ritardo sugli americani.
uomini
donne
Sovrappeso
42,4%
Obesi
9,2%
Sovrappeso
26%
Obese
8,8%
* 4° rapporto sull’obesità in Italia 2002, Istituto Auxologico italiano, Franco Angeli, Milano
2002, p. 32.
Che cosa si intende per sovrappeso e obesità?
Esistono numerose tabelle utilizzabili ma l’approccio, secondo me,
scientificamente più valido è il riferimento alla percentuale di grasso
corporeo.
Nel maschio questa percentuale dovrebbe oscillare dal 13 al 15% e
nella femmina dal 19 al 21% nell’età fertile e dal 23 al 25% dopo la
menopausa.
Negli sportivi questi dati vanno chiaramente rivisti: nei maschi si
va da un minimo del 3-4% dei culturisti e dei lo atori fino al 17%
circa per i lanciatori o per i pesisti di livello internazionale. In alcune
atlete le percentuali si possono abbassare fino al 12-13%, tenendo
presente che la le eratura documenta però casi di amenorrea a
percentuali così basse. Una femmina è sovrappeso dalle percentuali
sopra citate fino a quando la sua massa grassa raggiunge il 40%, il
maschio il 30% circa; oltre a questi livelli si comincia a parlare di
obesità.
Il raggiungimento del peso corporeo ideale sarà condizionato da
queste percentuali. Facciamo un esempio pratico: se una donna si
presenta nel mio studio con la percentuale di grasso corporeo del
30% e con un peso di 60 chili l’obie ivo sarà di perdere il 10% del
suo peso, cioè 6 chili di grasso, e di arrivare a un peso ideale di 54
chili.
Come faremo a perdere questo peso? La risposta è semplice:
grazie al controllo ormonale a raverso il cibo! Mantenendo il livello
ideale di insulina, saremo in grado di accedere ai depositi di grasso
a raverso un regime ipocalorico, e la Zona, almeno fino al
raggiungimento del peso ideale, è esa amente un regime
ipocalorico. Come sappiamo dai libri di Barry Sears, è proprio
l’eccesso di insulina che ci fa ingrassare, ma non solo: ci impedisce
addiri ura di dimagrire.
Questo è un dato incontrovertibile e se ne ha una buona evidenza
con molti studi scientifici: alla Harvard Medical School, per esempio,
sono stati presi in esame alcuni adolescenti sovrappeso. A parità di
calorie, i pasti isocalorici in Zona (40% carboidrati, 30% proteine,
30% grassi) inducevano una secrezione più bassa di insulina e più
alta di glucagone, l’ormone che ci perme e di utilizzare le riserve,
rispe o ai pasti classici (60% carboidrati, 25% grassi, 15% proteine).1
Insomma la convinzione, tu ora diffusa tra numerosi nutrizionisti
anche nel nostro Paese, che per dimagrire basta ridurre le calorie
(indipendentemente dal macronutriente che ce le fornisce) per
o enere la perdita di peso è anacronistica ed errata.
Poco tempo fa l’amico Enrico Arcelli, illustre medico sportivo e
dietologo, sintetizzò così la questione: «Da adesso in poi, nessuno
potrà mai più considerare il cibo esclusivamente come fonte di
calorie ma dovrà considerarlo modulatore di ormoni».
Dato che la fisiologia degli italiani e degli americani è ovviamente
la stessa, saranno le stesse anche le conseguenze ormonali che
scaturiranno dalla scelta dei macronutrienti. In parole povere, in
Italia mangiamo meglio che in America ma se ci basiamo sullo stesso
rapporto di macronutrienti degli americani o erremo gli stessi effe i
disastrosi sulla salute: obesità, cardiopatie, diabete e mala ie
degenerative.
* * *
Quanto grasso possiamo aspe arci di perdere con il regime
alimentare della Zona?
La media va dai 400 agli 800 grammi se imanali, un risultato di
tu o rispe o, se calcoliamo che pur rimanendo verso il limite più
basso, cioè a orno al mezzo chilo alla se imana, si può arrivare a
perdere anche 25 chili in un anno!
Nelle prime se imane l’eliminazione dei liquidi ritenuti porterà a
una perdita superiore di peso come vedete nella tabella 1.1 riferita a
dieci miei pazienti che avevano un peso corporeo di partenza
diverso ma hanno applicato con grande scrupolo la Zona nelle prime
o o se imane.
La perdita di peso o, meglio, di grasso, sarà duratura perché chi
segue la Zona sperimenta un grado di energia o imo e costante
dovuto al livello di zuccheri nel sangue che rimane stabilmente nelle
condizioni o imali.
Raccomando sempre caldamente ai miei pazienti di chiamarmi
immediatamente se provassero, per caso, sensazioni di fame in orari
al di fuori di quelli coincidenti con i pasti o gli spuntini: la fame è un
sintomo causato dall’ipoglicemia e se insorge bisogna apportare
qualche
modifica
macronutrienti.
al
bilanciamento
nell’assunzione
dei
TABELLA 1.1 Perdita di peso in 10 pazienti (media 10,6% in 8 se imane).
Se la Zona verrà applicata nel modo corre o, o erranno una perdita
di grasso superiore e più duratura rispe o al regime dietetico
consigliato dalla piramide nutrizionale classica.2
I
casi di Antonella e Nadia, che vi racconterò qui di seguito,
mostrano due perdite massicce di peso corporeo: la prima risalente a
qualche anno fa e stabilizzata nel tempo, la seconda tu ora in corso.
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