Tutte le vite di Spinoza – Amsterdam 1677- l’invenzione della libertà – Maxime Rovere

SINTESI DEL LIBRO:
Addio Portogallo
Saul Lévi Morteira
Da quando la nave ha levato gli ormeggi, Pedro Rodriguez
Spinoza si mordicchia nervosamente l’interno delle guance
ponendosi continuamente lo stesso interrogativo. Riemergono
sempre le stesse immagini, sempre gli stessi discorsi; inutile provare
a dar loro un qualche senso, il risultato non cambia: è impossibile
sapere se ha fatto la scelta giusta.
Uno dei ricordi che ritornano con più insistenza riguarda il giorno
in cui il suo amico d’infanzia, di buon’ora, è andato a casa sua per
avvertirlo che era in pericolo. Le sagome dei cavalieri che aveva
osservato perlustrare le montagne all’inizio del 1579, quella mattina
avevano fatto bruscamente irruzione nella strada in cui abita.
L’amico gli aveva spiegato che l’Inquisizione portoghese cercava di
stanare gli ebrei fin lì, nell’Alentejo, e che un tizio di Vidigueira aveva
parlato con loro e avevano preso informazioni sulla sua famiglia, i
suoi genitori, i suoi nonni…
“Mi riferisco a te, Pedro, capisci? E anche a tua moglie. Quando
saranno qui, dovrete fare molta attenzione. Sembra che non parlino
di nulla, ma alla fine raccolgono informazioni sulla tua alimentazione,
su come si svolge la tua settimana, sulle preghiere, sui digiuni, sulle
feste… Chiameranno i bambini per interrogarli.”
“Ma nessuno…”
“Stai pur certo che nemmeno i convertiti più sinceri sono al sicuro.
Se la tua famiglia era ebrea, ti toglieranno tutto e ti tortureranno
comunque. Risalgono alla genealogia, questi cani. Capisci? Pedro!
Capisci?”
“Mi stai mettendo paura.”
“Allora hai compreso.”
Sono giorni ormai che navigano sottocoperta, in quest’aria carica
di sale, di escrementi, di muffa e di sudore. Per placare la nausea,
sua moglie Mor Alvares si concentra sui bambini. Osserva Maria
Clara, la più piccola, che dorme tra le braccia di Fernando. Accanto
a loro c’è il primogenito Miguel, in piedi tra le gambe del padre, che
non ha intenzione di chiudere occhio. Sballottato da un ginocchio
all’altro, trattiene il respiro in attesa che le onde colpiscano lo scafo.
Non appena arriva l’urto, riprende a respirare, poi l’onda esplode in
una miriade di piccoli fruscii.
Pedro invece ripensa al nonno. Immagina di sentirlo di nuovo
parlargli della Spagna con quella sua “erre” da castigliano. Se ne
stava tra le sue gambe, proprio come Miguel ora, cercando di capire
perché Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia avessero
imposto ai musulmani e agli ebrei l’obbligo di diventare cristiani o di
lasciare il regno. In ogni caso sapeva che quella legge, il decreto
dell’Alhambra del 31 marzo 1492, aveva tolto ai suoi antenati tutta la
gioia di veder finire la guerra contro i Mori.
“La Reconquísta,” diceva il vecchio con fierezza.
Suo nonno menava vanto dei conversos, ebrei e musulmani
convertiti che venivano chiamati “i nuovi cristiani”; talvolta,
sottolineava, avevano fatto delle belle carriere. Ma non gli piaceva
dire che erano chiamati anche marranos, una parola che, per
qualche oscura associazione semantica, derivava dalla parola araba
“vietato” oppure da “porco”, in antico castigliano, e che veniva usata
per indicare quelli che si sospettava praticassero ancora, in segreto,
i loro riti considerati ormai illegali.
L’anziano uomo preferiva prendersi gioco delle leggi sulla
“purezza del sangue” che riservavano determinate funzioni alle più
anziane famiglie cristiane.
“Credi che volessi diventare generale, Pedriño? Mi ci vedi
generale?”
Poi imitava un militare su un cavallo immaginario, che
scorreggiava.
Oggi, il giovane padre di famiglia vorrebbe tanto domandargli
com’è che avevano preso la decisione di partire, loro. Suo nonno,
ora se ne rende conto, non gli ha mai detto quanto avessero dovuto
pagare il diritto di insediamento in Portogallo, né fino a che punto
dovesse essere rimasto deluso alla notizia che anche Manuele I,
dopo aver sposato Isabella di Spagna, aveva ordinato l’espulsione
degli ebrei. Tuttavia, per non privare il paese dei medici, dei
banchieri, dei commercianti, che da tempo contribuivano alla sua
potenza, Manuele I aveva ordinato battesimi forzati di massa:
centoventimila persone trascinate nelle chiese, asperse di acqua
benedetta e dichiarate cattoliche. Dopo le violenze e le lacrime, per
quarant’anni le questioni religiose erano rimaste fuori dalla portata
dei magistrati. Ma Giovanni III, una volta salito al potere, era riuscito
a vincere le resistenze del papa e a estendere l’Inquisizione al
Portogallo.
“Mi scusi,” lo interrompe un’ombra piegandosi avanti, “io… devo
svuotare il secchio.”
Per far passare il secchio i passeggeri, grandi e piccoli, si cingono
le gambe con le braccia. L’odore è inconfondibile. I marinai lo
svuotano periodicamente in mare.
Quando ripensa a questa storia, Pedro ritiene che i suoi antenati
in fondo abbiano sbagliato destinazione. Certo, se avessero lasciato
il Portogallo prima del 1536 avrebbero viaggiato liberamente, verso
Venezia o il Levante. Ma, dopo questa data, la legge ha vietato sia di
praticare l’ebraismo sia di lasciare il paese.
Pedro e Mor sono entrambi cresciuti con questo vincolo. Vuoi per
la pressione delle proibizioni, vuoi per l’influenza della teologia
cristiana, le loro famiglie hanno dato vita a una curiosa forma di
religione. Preoccupati di non dare nell’occhio, i marrani hanno
rinunciato alla circoncisione, all’abbattimento rituale degli animali,
agli
oggetti di culto troppo riconoscibili. Per arginare un
impoverimento troppo rapido, i rabbini hanno trascritto in spagnolo
alla lettera i testi sacri, senza però modificare la costruzione delle
frasi. Da questo lavoro è nata una lingua, il ladino – lessico romano
in una sintassi ebraica –, che mirava a mantenere, nonostante tutto,
il soffio discreto della tradizione.
SBAM! Un’onda più forte delle altre fa sobbalzare tutti. Delle ombre
nell’oscurità accennano un segno della croce. Pedro guarda Mor
portare la mano al medaglione che le pende al collo.
“Santa Ester,” geme la donna, “abbi pietà di noi.”
Sono così i marrani. Per quanto possono, cercano di seguire la
Legge di Mosè… Ma poi recitano di buon grado il Pater Noster,
evitano di mangiare carne durante le festività, cantano i salmi e si
inginocchiano per pregare, come i cristiani.
Pedro non si stanca di contemplare sua moglie. La rivede mentre
spiega ai bambini come viaggiare da clandestini. La risente mentre
confida loro che la cosa a cui più tiene è che imparino a raccontare
una storia diversa da quella del passato. Una storia diversa… riflette
Pedro. Ma quale?
Mentre la nave veleggia verso la Francia, il piccolo Miguel
continua a ondeggiare a destra e a sinistra; e il cuore di suo padre lo
segue, diviso tra paura e speranza.
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