Scatena la vita- Se hai un perché troverai ogni come – Alfredo Altomonte

SINTESI DEL LIBRO:
Nel corso della mia esistenza mi sono convinto che la vita sia fatta di
circostanze incredibili, di percorsi e incontri che, pur sembrando
occasionali, hanno una concatenazione e una logica che sfuggono
alla nostra volontà e alla nostra capacità di programmarli.
Ho iniziato a scrivere per obbedire al mio Padre spirituale, dopo
avergli confessato come al termine dei miei studi universitari di
teologia, all’improvviso, ebbi consapevolezza di non aver capito
quasi nulla di Dio. Non riuscivo a definirLo con la mia ragione; era
impossibile del resto mettere dei confini a Chi non ha confini. Io
potevo soltanto “sussurrare Dio”, allo stesso modo dei poeti, degli
artisti, dei musicisti, soprattutto dei mistici che, in effetti, quando
scrivono, pregano e ci avvicinano a Dio non con parole comuni, ma
con la preghiera interiore, ispirata. Così ho provato anch’io a farlo e
mi ha aiutato la musica che amo molto.
Ho imparato a nutrire la grandezza di Dio, aiutato dalle note e,
proprio sotto la spinta di effetti musicali, ho iniziato a scrivere il mio
primo lavoro, che ho intitolato Il cammino del silenzio. Attraverso un
linguaggio simbolico, polisemico, mi è stato dato di scoprire i vari
modi in cui Dio si rivela: i diversi significati della Sua presenza nei
momenti più particolari della mia vita. Una volta pubblicatolo, non
avrei mai pensato di scrivere altro ma presto compresi che non
sarebbe stato così. In una mail ricevuta da una ragazza di Mestre,
lessi: «Caro Padre, sono sordomuta; ho letto tre volte il suo libro
perché grazie a questo, ho capito cos’è il silenzio…». Ero riuscito a
trasmetterle delle emozioni; le avevo fatto del bene.
Capii allora che un libro è come una bottiglia che porta un
messaggio attraverso il mare. In chi riceve il messaggio accade
qualcosa che determina un cambiamento di rotta.
Ebbi consapevolezza che, grazie al libro, mi sarebbe stato
possibile, in seguito, comunicare a un numero indefinito di persone il
mio modo di “sussurrare Dio”, i sentimenti intimi con cui il mio cuore
mi accostava al mondo. In modo incomprensibile mi si presentavano
circostanze che quasi “mi ordinavano di farlo”.
Tra queste, la conoscenza dello psicoterapeuta Alfredo Altomonte,
co-autore di questo libro, in occasione di un incontro di preparazione
al momento di formazione per tutto l’ente Ciofs-fp Lazio (Centro
italiano opere femminili salesiane - formazione professionale), voluto
dall’instancabile suor Novella Gigli e da me condotto.
Nell’incontro di preparazione suddetto io, Alfredo e suor Novella,
alla presenza del professor Luigi Losciale, abbiamo piacevolmente
conversato su vari argomenti, soprattutto su nuove dinamiche
educative che, concentrandosi sulla storia personale e umana degli
studenti, possano rendere sempre più costruttivo il rapporto tra loro
e i docenti. A un certo punto, il mio discorso è caduto sul grande
psichiatra austriaco V.E. Frankl, il cui metodo di approccio
psicoterapeutico, la logoterapia e l’analisi esistenziale, è quello di cui
si avvale Alfredo nel suo rapporto con i pazienti.
Ne è nata l’idea di una stesura a quattro mani di questo testo che
vuole essere soltanto un messaggio carico di fiducia, di speranza e
di amore per la vita.
Nei bei momenti della nostra conversazione, mentre passeggiamo
in un lungo viale alberato, mi piace approfondire con lui il pensiero di
Frankl e della sua logoterapia, la terapia del senso. Non
spaventatevi, sembra roba difficile; in realtà a volte la vita si disvela
nascondendosi in termini apparentemente poco comprensibili ma
densi di senso.
Ricordiamo don Eugenio Fizzotti, un sacerdote che ha finito i suoi
giorni nella sofferenza e nella malattia, al quale si deve il merito di
aver fatto conoscere in Italia il pensiero di un grande psichiatra
austriaco
che
nei
campi
di
concentramento
elaborò,
approfondendola, la sua teoria logoterapeutica, grazie alla forte
vicinanza ai prigionieri dei lager, suoi compagni di dolore,
protagonisti di una delle più tristi pagine della storia dell’uomo.
Come si può parlare di senso della vita nei campi di
concentramento? Di istinto sembra pura follia!
Alfredo mi dice che ha avuto modo di conoscere Fizzotti, erede di
Frankl, e di frequentare i suoi uffici e le sue stanze che “parlavano”
di Frankl in ogni “dove”. Fizzotti tradusse molti suoi scritti, tra cui il
bestseller Uno psicologo nei lager, oggi integrato con alcuni
importanti inediti nel volume L’uomo in cerca di senso (Franco
Angeli, Milano 2017).
Il punto del suo pensiero, su cui ci soffermiamo di più a parlare, è
proprio la volontà di dare senso alle nostre azioni in qualsiasi
momento e in qualunque situazione ci si trovi, qualsiasi cosa la vita
ci chieda di fare e affrontare.
Pian piano iniziamo a capire che di significato si può parlare
sempre perché abita nell’intimo di noi stessi, qualsiasi sia la
condizione che viviamo. Possono togliere tutto alla nostra vita ma
non la libertà di entrare nella nostra anima e viaggiare verso
direzioni che per noi costituiscono senso. Che bello!
Riflettiamo e ci interessa capire insieme quale possa essere la via
migliore perché la persona sia aiutata a discostarsi dal vuoto
esistenziale in cui spesso cade, e che può condurlo alla depressione
o addirittura alla morte.
Si può davvero raggiungere una condizione di felicità?
È necessario trovare un modo perché la persona non avverta
l’incapacità di cogliere quanto di bello la vita offra ogni giorno;
bisogna aiutarla a riempirla di senso.
Sì, ma come?
È
così
che Alfredo parla di autodistanziamento e di
autotrascendenza.
Altri paroloni?
Forse sì ma leggete e vedrete come possono rivoluzionare la vita!
È necessario distanziarsi dalla situazione che ci rende vulnerabili,
cercando di trovare in quanto ci accade una finalità che non sia fine
a sé stessa.
Dobbiamo chiederci, cioè, cosa la vita voglia da noi, cosa ci
chieda di fare, nel “qui e ora” del momento che stiamo vivendo,
anche, o soprattutto, se tale vissuto è contraddistinto dal dolore.
Bisogna fronteggiare la situazione, provocarla ad hoc, superare il
negativo, o ciò che è contrario alle nostre aspettative, volgendo la
nostra attenzione ad altro, all’altro, diventando partecipi della vita
altrui in una costruttiva relazione io-tu, io-noi, che ci allontani dalla
nostra persona e dai nostri pensieri che rischiano di diventare
martellanti e insistenti.
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