Ricordando quella notte – Julie James

SINTESI DEL LIBRO:
Era sopravvissuta.
Premuta contro la parete del bar rivestita di pannelli di legno, il
mento appoggiato alla mano, Rylann Pierce ascoltava gli amici che
chiacchieravano intorno a lei, felice di potersi permettere di non
pensare a nulla per la prima volta in un mese.
Insieme a cinque suoi compagni di corso della facoltà di legge,
Rylann sedeva a un tavolo affollato al secondo piano del Clybourne,
uno dei pochi bar del campus frequentati da studenti esigenti che
pretendevano che i loro drink annacquati da quattro dollari fossero
serviti in bicchieri di vetro anziché di plastica. I componenti del
gruppo appartenevano alla stessa classe di Rylann, il che significava
che quel pomeriggio avevano tutti dato il loro ultimo esame:
Procedura penale. Gli animi erano allegri e festosi – perlomeno
allegri secondo gli standard di uno studente di legge – offuscati solo
da cali di tono occasionali quando qualcuno si rendeva conto,
durante l’immancabile confronto post-esame, di aver tralasciato una
risposta importante.
Una gomitata interruppe i suoi pensieri. «Pronto? C’è qualcuno?»
La domanda veniva da Rae Mendoza, la sua compagna di stanza
che era seduta alla sua destra.
«Sono qui. Mi stavo solo… immaginando in piscina.» Rylann
cercò di trattenere il miraggio ancora per qualche momento. «È una
giornata assolata, ci sono trenta gradi. Ho in mano uno di quei
cocktail tropicali con l’ombrellino e sto leggendo un libro, un libro su
cui non devo evidenziare o sottolineare nulla.»
«Esistono anche libri del genere?»
«Se la memoria non mi tradisce…» Rylann scambiò un sorriso
complice con Rae. Come molti dei compagni di corso, anche loro,
nelle ultime quattro settimane, avevano passato la maggior parte del
tempo a sottolineare appunti e libri, a fare pratica, a sfogliare riviste
specialistiche fino a tarda notte e a partecipare a gruppi di studio,
tutto per prepararsi all’esame che avrebbe contribuito a determinare
la loro futura carriera legale. Un periodo per nulla stressante.
In giro si diceva che il secondo e terzo anno sarebbero stati
progressivamente più facili. Sarebbe stato bello, perché Rylann
aveva sentito parlare di un’interessante attività chiamata sonno a cui
avrebbe tanto voluto dedicare un po’ di tempo. Tempismo perfetto.
Anche ora, in effetti, prima dell’inizio del tirocinio estivo aveva una
settimana libera durante la quale aveva in programma di non fare
altro che alzarsi a mezzogiorno e trascinarsi fino alla piscina
all’aperto dell’università, a cui avevano libero accesso gli studenti.
«Detesto infrangere i tuoi sogni a occhi aperti, ma sono quasi
sicura che non sono permesse bevande alcoliche all’IMPE» disse
Rae, riferendosi alla struttura destinata alle attività sportive all’interno
del complesso universitario, che ospitava la suddetta piscina.
Rylann scacciò con un gesto della mano quei dettagli irrilevanti.
«Metterò un mai tai nel thermos e dirò a tutti che è tè freddo. Se
quelli della sicurezza dovessero darmi dei problemi, li spaventerò a
morte con le mie competenze legali e rammenterò loro che il quarto
emendamento vieta le perquisizioni e le confische non
adeguatamente motivate.»
«Wow! Ma lo sai che sembri proprio una martellona?»
Sfortunatamente, Rylann lo sapeva. «Credi che qualcuno di noi
tornerà mai normale?»
Rae ci pensò su. «Mi hanno detto che a un certo punto, intorno al
terzo anno, si perde il bisogno di citare la Costituzione nelle
conversazioni di tutti i giorni.»
«Confortante» commentò Rylann.
«Ma considerato che tu sei più secchiona della media degli
studenti, ti ci vorrà più tempo.»
«Ti ricordi quando ieri sera ti ho detto che avrei sentito la tua
mancanza quest’estate? Ritiro tutto.»
Ridendo, Rae circondò con un braccio le spalle dell’amica. «Lo
sai che ti annoierai terribilmente senza di me.»
Rylann fu sopraffatta da un improvviso moto di sentimentalismo.
Ora che gli esami erano terminati, Rae e quasi tutti i loro compagni
di corso sarebbero tornati a casa. Rae sarebbe rimasta a Chicago
per dieci settimane, a fare il doppio turno in un locale alla moda
come barista. Un lavoro divertente che le avrebbe permesso di
guadagnare denaro a sufficienza per pagarsi quasi un anno della
retta universitaria. Rylann, d’altro canto, per l’estate era riuscita a
ottenere un posto come tirocinante nell’ufficio del procuratore del
Distretto Centrale dell’Illinois. Benché la posizione fosse prestigiosa
e ambita tra gli studenti di legge – soprattutto tra quelli del primo
anno – Rylann avrebbe guadagnato poco più di quello che le serviva
per pagare l’affitto e per vivere durante l’estate. Forse, se fosse stata
particolarmente parsimoniosa, le sarebbe avanzato qualcosa per
l’acquisto dei libri di testo per il semestre futuro. O almeno per uno di
quei libri. Erano maledettamente costosi!
Ma nonostante il magro compenso, era eccitata all’idea del
tirocinio. Rylann non aveva scelto legge per l’aspetto economico.
Aveva già fatto progetti per la sua futura carriera – era molto brava a
fare progetti – e il tirocinio estivo era il primo passo verso la loro
realizzazione. Dopo la laurea, sperava di riuscire a lavorare con un
giudice federale, e in seguito a fare domanda per l’ufficio del
procuratore distrettuale.
Molti studenti di legge non avevano la minima idea dell’ambito in
cui avrebbero preferito esercitare la loro professione, ma questo non
era il caso di Rylann. Aveva sempre saputo di voler fare il pubblico
ministero e non aveva mai avuto esitazioni al riguardo, nonostante i
compensi dei grandi studi legali fossero alquanto allettanti. Certo,
imboccando quella strada, non avrebbe avuto difficoltà a pagare le
bollette – e molto altro – ma le cause civili erano troppo fredde e
impersonali per i suoi gusti: la società X faceva causa alla società Y
per milioni di dollari dando il via a procedimenti giudiziari che
sarebbero durati anni e che non interessavano a nessuno, tranne
agli avvocati che se ne occupavano e che fatturavano tremila ore
all’anno.
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