Medicine e bugie – Salvo Di Grazia


SINTESI DEL LIBRO:
Fin da piccoli ci hanno convinto che, per stare meglio (ma se si sta
già bene, perché dovremmo stare meglio?), è necessario (quasi
obbligatorio) assumere vitamine, pillole e bustine.
Un integratore, per legge, non può vantare effetti terapeutici
(ovvero non può sostenere di «curare» o «guarire» da una malattia)
e per questo ha una procedura di approvazione molto più semplice
rispetto a quella dei farmaci standard. Questi ultimi, per essere
venduti, devono superare molti test e autorizzazioni. Devono
dimostrare di essere sicuri ed efficaci, bisogna presentare degli studi
che ne attestino gli effetti e che vengono passati al vaglio degli enti
preposti (in Italia l’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, in Europa
l’Ema, European Medicines Agency, negli Stati Uniti la Fda, Food
and Drug Administration) e solo dopo diverso tempo possono essere
messi in commercio. Gli integratori non sono sottoposti a un iter così
rigoroso: basta dimostrare che siano innocui. Quando li compriamo,
quindi, sappiamo semplicemente che non fanno male, ma non
abbiamo alcuna certezza della loro efficacia: la maggioranza degli
integratori in vendita non serve a niente.
Ma allora perché hanno tanto successo? Per il solito motivo:
siamo alla continua ricerca di un rimedio per i nostri problemi, veri o
ipotetici che siano.
Prendiamo per esempio gli antiossidanti. Non mi dite di non aver
mai sentito parlare dei loro benefici, ne discutono ovunque in
maniera quasi martellante. Esperti e medici sono d’accordo: per
sconfiggere i radicali liberi (che tra le altre cose ci fanno invecchiare
e ammalare) gli antiossidanti sono un’autentica panacea. Sono
contenuti in molti alimenti (economici, come la frutta e la verdura)
ma possiamo anche assumerli in pratiche capsule (acquistandole a
caro prezzo, s’intende). Ma i prodotti della terra non esercitano sui
consumatori lo stesso fascino di una pillola colorata, sono troppo
semplici, ordinari, neanche ci sembra credibile che possano
contenere sostanze capaci di contrastare l’invecchiamento e la
malattia. Meglio assumere una piccola compressa che si manda giù
con un sorso d’acqua, che magari contiene ingredienti dai nomi
altisonanti e che evocano effetti portentosi.
Noi non vogliamo stare meglio, vogliamo il miracolo. Non si
spiegherebbe altrimenti il successo immotivato degli innumerevoli
prodotti inutili venduti come fondamentali per la salute, e che
troviamo sia in farmacia sia al supermercato.
Si stima che il mercato statunitense degli integratori ammonti a
oltre 30 milioni di dollari, in Italia è ovviamente più contenuto ma
solo perché la nostra popolazione è numericamente molto inferiore a
quella americana. Il dato è sorprendente, visto che in assenza di
malattie o carenze specifiche un integratore non serve a nulla: né a
stare meglio né tantomeno a guarire da qualcosa che non abbiamo.
Vitamine, sali minerali, sostanze e derivati vegetali rappresentano un
mercato enorme che ormai anche le grandi aziende farmaceutiche si
vogliono accaparrare, e non a caso le due classi di integratori più
vendute sono quelle relative ai dietetici e agli stimolanti sessuali,
seguite dai prodotti per palestre. In molti di questi sono addirittura
contenute sostanze tossiche e proibite, come i derivati delle
anfetamine. Il pericolo si scopre solo quando si effettuano controlli
mirati sul prodotto, cosa che, come abbiamo detto, non avviene
prima del rilascio sul mercato.
Una recente indagine giornalistica del «New York Times» ha
dimostrato che molti integratori presenti sul mercato americano
contenevano componenti non permesse, e peraltro non elencate tra
gli ingredienti, che hanno causato gravi effetti collaterali, e che in tre
quarti degli integratori a base di olio di pesce (venduti per i loro
presunti, ma per niente accertati, effetti positivi sul sistema nervoso
e sull’intelligenza) non era contenuto il quantitativo di omega-3 (la
molecola che avrebbe l’effetto positivo) dichiarato in etichetta. 1
Il boom dell’olio di pesce è legato anche alla prevenzione delle
malattie cardiache ma, ancora una volta, non sembra esserci alcuna
evidenza dei suoi effetti benefici.
Non è così scontato che l’assunzione o l’integrazione (non
necessaria) di una vitamina possa essere utile alla salute, anzi. Si è
visto, per esempio, che l’assunzione di calcio, alla quale spesso si
ricorre per prevenire i problemi ossei, non è soltanto inutile perché
meno efficace di altre terapie, ma può essere anche dannosa, visto
che sembra aumentare di circa il 20 per cento il rischio di problemi
cardiovascolari (ictus, infarti). 2 Lo stesso discorso si può fare per gli
antiossidanti. Quelli contenuti negli alimenti sono utili, contrastano
la degenerazione delle cellule e riescono persino a prevenire alcune
malattie, ma quelli assunti come «medicina» non sembrano avere gli
stessi effetti, anzi, alcuni studi hanno evidenziato pericolose
controindicazioni: nelle cavie, per esempio, l’assunzione di
antiossidanti ha causato il peggioramento del melanoma, un tumore
cutaneo. 3
Alcuni medici prescrivono integratori a base di glucosamina e
condroitina, due sostanze ritenute benefiche per certe malattie
osteoarticolari come l’artrite o per dolori alle ossa e altri disturbi
delle articolazioni. Nonostante qualche evidenza positiva, non
mancano certo prove della loro assoluta inutilità, come quelle notate
nei confronti dei dolori dell’artrite: mentre un antinfiammatorio li
riduceva, gli integratori di glucosamina o condroitina sortivano quasi
lo stesso effetto di un placebo (ovvero una sostanza neutra, priva di
qualsiasi effetto). 4 Altri studi hanno rilevato un miglioramento lieve
o moderato. 5
Persino i noti fermenti lattici, se presi a sproposito, possono
essere inutili, quando non dannosi. Si tratta infatti di batteri di vario
tipo (si chiamano «probiotici») che vivono nel nostro intestino
aiutandone le funzioni e che possono avere un ruolo positivo anche
dal punto di vista immunitario. Sono contenuti in molti alimenti
(come lo yogurt o i formaggi) e spesso sono prescritti per prevenire o
curare la diarrea (come quella causata dall’uso di antibiotici). Alcuni
studiosi hanno fatto notare che i benefici vantati dai probiotici
presenti in alcuni alimenti sono annullati dall’eccessivo contenuto in
zucchero degli stessi, che anzi finirebbe per renderli nocivi. Inoltre
uno studio pubblicato sul «Lancet» ha constatato che la diarrea da
antibiotici ha avuto gli stessi identici (piccoli) benefici sia dai
probiotici sia da un placebo (un flaconcino di acqua zuccherata),
negli individui oltre i sessantacinque anni. 6
Questi esempi possono farci capire che se alcune vitamine o
sostanze possono avere un’utilità in certe condizioni, in altre (e nella
maggioranza dei casi) non servono a nulla.
Pensate poi al business degli integratori in gravidanza. Alle donne
in attesa viene consigliata l’integrazione con acido folico perché in
grado di prevenire un grave problema alla colonna vertebrale del
feto, anzi, dovrebbe essere assunto già prima del concepimento e fino
all’undicesima settimana di gestazione, dopodiché la sua efficacia è
trascurabile, anche perché lo assumiamo già normalmente con la
nostra alimentazione. Utile può essere anche l’integrazione di
vitamina D. Tutte le altre vitamine e sostanze che servono in
gravidanza sono assunte con la normale dieta quotidiana che,
ovviamente, deve essere ben bilanciata e varia. 7 Eppure sono
prescritti alle donne incinte svariati multivitaminici, prodotti che
integrano decine di vitamine e sali minerali, componenti essenziali
per la vita ma che, in una donna in salute e che si alimenta bene, non
hanno necessità di integrazione o maggiore consumo. Da non
sottovalutare il costo di questi prodotti, in genere elevato. Un affare
per chi li produce.
Eppure gli integratori rappresentano un richiamo irresistibile per
il consumatore e per procurarseli non serve neanche una
prescrizione, esattamente come se acquistassimo un gioco, un
panino o un frutto: semplice e veloce. E sono spinti da un marketing
aggressivo proprio perché prevedono un investimento molto basso a
fronte di un guadagno (per il produttore) sicuramente interessante
che punta sull’illusione del benessere di tutti noi.
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