Lo scisma americano- Come l’America vuole cambiare papa – Nicolas Senèze

SINTESI DEL LIBRO:
Prima di proseguire è opportuno soffermarsi sull’uomo che ha
innescato lo scandalo: Theodore McCarrick. Il dossier di monsignor
Viganò si basa innanzitu o sul fa o che l’ex cardinale avrebbe a
lungo beneficiato dell’indulgenza del Vaticano – il che è tu ’altro che
falso – ma anche sulla presunzione che lo stesso papa Francesco lo
avrebbe coperto, cosa che è molto meno sicura.
Oggi o anto enne, Theodore McCarrick è stato una delle figure
di punta della Chiesa americana. Figlio di un capitano della marina
mercantile morto di tubercolosi quando lui aveva tre anni, questo
newyorkese ha compiuto studi brillanti che l’hanno fa o approdare
alla prestigiosa Fordham University. Entrato successivamente in
seminario, poliglo a e dotato di grandi facoltà intelle ive, consegue
un do orato in sociologia a Washington, poi parte per Porto Rico,
dove risiede per undici anni ed è nominato presidente
dell’Università Ca olica. Di ritorno nella Grande Mela, svolge la
funzione di segretario particolare dell’arcivescovo di New York, il
cardinale Terence Cook, prima di diventare uno dei suoi vescovi
ausiliari nel 1977. All’epoca avrebbe già commesso abusi contro
almeno un minore, ma pare che nessuno lo sappia, e quindi la sua
nomina non incontra ostacoli. Qua ro anni dopo è scelto come
vescovo della nuova diocesi di Metuchen (New Jersey) e nel 1986 è
promosso arcivescovo di Newark.
Nell’o obre 1995 riceve in questa ci à papa Giovanni Paolo II
durante il suo sesto viaggio negli Stati Uniti. Il suo arcivescovado
ospiterà anche l’incontro fra il pontefice e il presidente Bill Clinton
nel corso del quale, soltanto poche se imane prima degli accordi di
Dayton, i due uomini parlano in particolare della pace che si profila
in Bosnia. Molto addentro alle questioni internazionali, impegnato
sulle tematiche sociali ma rigoroso per quanto riguarda la do rina,
Theodore McCarrick – che mastica anche un po’ di polacco,
imparato per comunicare con gli immigrati – suscita una forte
impressione su Karol Wojtyła.
Sebbene all’epoca non esistano ancora accuse di abusi su minori,
c’è però chi esprime dubbi sulla moralità dell’arcivescovo di Newark,
in particolare il cardinale John O’Connor, il potente arcivescovo di
New York. Nel loro libro dedicato all’affaire Viganò, i giornalisti
Andrea Tornielli e Gianni Valente riferiscono quanto dichiarato da
un ex responsabile dell’organizzazione del viaggio papale del 1995,
secondo il quale il cardinale newyorkese e altri prelati della costa
orientale avevano messo in guardia il Vaticano dai rischi che il
pontefice correva recandosi a Newark, «e questo evidentemente
perché sapevano qualcosa, avevano sentito delle voci sui problemi
con i seminaristi».1
Già nel 1994, in effe i, un sacerdote scrive al successore di
McCarrick a Metuchen – monsignor Edward Thomas Hughes
riferendogli degli abusi sessuali e psicologici infli igli dal vescovo di
allora. Nella sua le era afferma che il trauma subìto è la causa degli
abusi da lui stesso compiuti su due adolescenti di quindici anni.
Le inquietudini del cardinale O’Connor tornano in primo piano
nel 1999, quando McCarrick è candidato a succedere al cardinale
James Hickey nella prestigiosa sede di Washington. Un arcivescovo
all’epoca coinvolto nel processo della nuova nomina ha confidato ad
Andrea Tornielli e Gianni Valente che Roma aveva aperto
un’inchiesta incentrata proprio sulla figura di monsignor McCarrick:
«Da Roma volevano sapere di lui, c’era un interessamento specifico
su di lui, una raccolta di informazioni su di lui» spiega, aggiungendo
anche che il cardinale O’Connor aveva inviato a Roma «una le era
accorata, nella quale si faceva riferimento al problema delle molestie
di natura omosessuale»:2
Dichiarò che McCarrick era carismatico, bravissimo a raccogliere fondi.
O’Connor ricordò che lui stesso l’aveva raccomandato in passato ma che ora, in
coscienza, riteneva che non dovesse essere scelto. La le era lasciava intendere
che se il papa avesse fa o quella nomina, il clero americano si sarebbe diviso e
la reputazione della gerarchia sarebbe stata distru a ge ando fango sulla
Chiesa. Parole che oggi risuonano come una premonizione.
La le era di O’Connor è indirizzata al nunzio apostolico
monsignor Gabriel Montalvo, il quale la trasme e a Roma, dove
arriva nell’o obre 1999. «Dopo quel primo sondaggio su McCarrick,
visti i pareri dell’arcivescovo di New York e di altri, la Santa Sede
fece una seconda tornata di consultazioni, sempre tra i vescovi»
confida la fonte dei due giornalisti. Il 3 maggio 2000 il cardinale
O’Connor muore di un tumore al cervello e non può più opporsi alla
nuova promozione di McCarrick. Secondo Carlo Maria Viganò,
anche monsignor Giovanni Ba ista Re, che il 16 se embre 2000
diventa prefe o della Congregazione per i vescovi, si sarebbe
opposto – invano – alla nomina di McCarrick, anche se ciò dev’essere
stato difficile per lui. «I dati di fa o da ricordare sono due, vale a
dire la contrarietà di Re e la confidenza che all’epoca lo stesso Re
aveva fa o a chi gli chiedeva conto della nomina di McCarrick: era
stata una volontà dell’“appartamento”» spiega lo stesso testimone, il
quale suggerisce dunque che la nomina dell’arcivescovo di
Washington non sarebbe stata esaminata e discussa durante la
sessione plenaria della Congregazione per i vescovi, ma chiesta «per
dire issima» da quel famoso «appartamento», parola che designava
al tempo stesso Giovanni Paolo II e il suo più stre o entourage.
Al contrario di quanto afferma Viganò, non sarebbe dunque stato
il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato di Giovanni Paolo II,
ad archite are la nomina di McCarrick all’alta carica di Washington.
«Non mi ricordo assolutamente di interventi di Sodano a favore di
McCarrick» racconta il testimone di Tornielli e Valente i quali,
citando «diverse fonti», affermano che «il segretario di Stato non era
favorevole alla nomina, come non lo erano tu i coloro che avevano
visionato la documentazione». I due giornalisti puntano invece il
dito contro il segretario particolare di Giovanni Paolo II, monsignor
Stanisław Dziwisz.
Non è un mistero per nessuno che Dziwisz abbia accresciuto la sua influenza
negli ultimi anni del pontificato. Per di più, con l’arrivo di Giovanni Ba ista Re
alla Congregazione per i vescovi … si era decisamente rafforzato l’asse tra il
cosidde o «appartamento» … e il dicastero che collabora con il papa per la
scelta dei vescovi. Re era stato assessore alla Segreteria di Stato, quindi
sostituito, divenendo un uomo di assoluta fiducia di Giovanni Paolo II, legato
anche al suo segretario particolare.
È curioso che, fra tu i gli alti prelati del Vaticano a partire dagli
anni Duemila, Dziwisz sia l’unico a non essere menzionato nel
dossier di Viganò.
Secondo la fonte citata sopra, si sarebbe recato a Roma «nelle
se imane decisive precedenti la nomina a Washington». Dal canto
loro, altre fonti affermano che, in occasione dei suoi incontri con
l’«appartamento», McCarrick avrebbe «messo per iscri o una
confutazione delle accuse che lo riguardavano, da lui definite
assolutamente false e calunniose». «La smentita, e tu i gli elementi
che accompagnavano questa … autodifesa … evidentemente
o engono l’effe o sperato su chi doveva prendere l’ultima
decisione» osservano i due giornalisti, riconoscendo che «McCarrick
sa essere molto convincente».
Come scriveva il cardinale O’Connor nella sua le era a Roma,
McCarrick è anche «bravissimo a raccogliere fondi». Un aspe o che
ha potuto avere la sua importanza, come l’aveva avuta per padre
Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo: pur dirigendo
una congregazione ricca di vocazioni, il modello perfe o di quello
che auspicava Giovanni Paolo II in termini di do rina ed
evangelizzazione, Maciel si era rivelato un terribile predatore
sessuale che conduceva diverse vite nascoste, arrivando ad
affermare, nei suoi ultimi giorni, di intra enere «un commercio
regolare con il demonio».3 Elargendo generose prebende ai cardinali
romani, e perfino agli stre i collaboratori di Giovanni Paolo II,4
anche Maciel ha beneficiato della colpevole indulgenza
dell’«appartamento», che non ha esitato a bloccare l’indagine chiesta
a Karol Wojtyła dal cardinale Joseph Ra inger. Bisognerà aspe are
che quest’ultimo sia ele o papa perché l’indagine venga riaperta e
padre Maciel sia finalmente punito.
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