La microgiungla del mare – Le meraviglie del plancton, dal Mediterraneo all’Oceano globale – Domenico D’Alelio

SINTESI DEL LIBRO:
La piccola motonave Vettoria naviga a velocità costante puntando il
largo. È salpata solo pochi minuti fa dal porto di Napoli e si dirige
verso un punto geografico ben preciso, proprio di fronte al lungomare
della città. Il mare ha il colore del cielo, ma di una sfumatura più
scura di azzurro. Il sole viene su dalla penisola sorrentina,
ammorbidendo la pelle degli scienziati che, tenuta scoperta dagli abiti
estivi, a tratti si accappona per il contatto con l’aria in movimento
durante la navigazione, in questa radiosa mattina d’estate.
Siamo nel Golfo di Napoli, nella parte meridionale e occidentale
della penisola italiana (
figura 1.1). Il golfo leggenditaly.com è una
profonda baia i cui canyon raggiungono profondità abissali, pari a
circa mille metri al di sotto del livello del mare. Si apre sul mar Tirreno
ed è delimitato da due penisole e dal monte Vesuvio, un vulcano
attivo ma silente. Le isole d’Ischia, Procida e Capri chiudono
parzialmente l’orizzonte del golfo in corrispondenza dei settori
geografici nordoccidentale e sudorientale.
I
motori della Vettoria rallentano man mano che la motonave
posiziona la propria prua sulla coordinata geografica che si trova a
40°48.5′ di latitudine nord e 14°15′ di longitudine est all’incirca a due
miglia dalla costa, dove il mare è profondo circa 75 metri.
Questo punto geografico è la stazione di ricerca ecologica di lungo
termine MareChiara, attiva dal 1984. A quell’epoca, un pugno di
ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn, la cui sede centrale
è proprio a Napoli, intraprese una ricerca sul mare che continua
ancora oggi, in un’area vicina alla costa ma allo stesso tempo
proiettata verso il mare aperto. Alla sua fondazione, il nome che fu
dato a quella ricerca era frutto della crasi tra le parole “mare” e
“Chiara”, la figlia di uno di quegli scienziati fondatori, che nasceva
nello stesso anno.
Figura 1.1 La costa che circonda il Golfo di Napoli, che misura in linea d’aria meno di
cinquanta chilometri, rappresenta una delle terre più popolose d’Europa. L’area in grigio
indica l’estensione dell’area metropolitana di Napoli.
Giunti al punto di campionamento, rilevato attraverso il GPS della
nave, un argano montato a poppa cala in mare un grosso dispositivo,
una sorta di gabbia cilindrica chiamata Rosette (
figura 1.2). Nella
parte esterna della Rosette sono montati dei cilindri di materiale
plastico, lunghi circa un metro, dal volume di una decina di litri e
aperti a entrambe le estremità. Si tratta di bottiglie oceanografiche del
modello Niskin, provviste di un sistema di chiusura controllato da una
consolle a bordo della nave. Servono a campionare l’acqua a
profondità specifiche. Sul fondo della Rosette, in posizione centrale,
si trova poi una sonda multiparametrica, che misura le condizioni
ambientali della colonna d’acqua, dalla superficie al fondo.
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