Il caso Versace – La storia, i protagonisti, il mistero – Maureen Orth

SINTESI DEL LIBRO:
I resti di Andrew Cunanan riposano sotto una lapide di marmo in una
tomba baciata dal sole all’Holy Cross Cemetery di San Diego,
pagata con il denaro che sua madre ricevette per aver rilasciato
un’intervista a Hard Copy, la trasmissione televisiva di attualità che
andava in onda sul canale PDT (Paramount Domestic Television).
Per tenere alla larga i media, il giorno del funerale, furono prese
misure di sicurezza eccezionali. Solo un’auto, con una targa
precedentemente comunicata, ebbe il permesso di avvicinarsi. L’FBI
si teneva pronta a intervenire. Erano passate sei settimane da
quando il ventisettenne Cunanan si era avvicinato con passo
tranquillo a Gianni Versace e aveva sparato a bruciapelo allo stilista
italiano sui gradini della sua villa di Miami Beach, scatenando la più
fallimentare caccia all’uomo della storia degli Stati Uniti.
Ora, diversi giorni dopo, il 29 agosto 1997, due giorni prima di
quello che sarebbe stato il ventottesimo compleanno di Andrew, una
messa viene celebrata nella cappella del cimitero per le anime di tutti
coloro che si sono spenti la settimana precedente. In questa
occasione, né l’FBI né i media si fanno vedere. La madre di Andrew,
MaryAnn Schillaci Cunanan, ha invitato a partecipare vecchi amici e
conoscenti che ricordano Andrew come uno studente brillante, non
come il «gigolò gay» dei titoli dei giornali. Si presentano una
quindicina di persone, tra cui il padrino filippino di Andrew,
l’ottantaseienne Delfin Labao. Nessuno dei suoi tre fratelli, che
vivono lontano da lì e hanno già partecipato a una cerimonia
riservata alla famiglia, si presenta; neppure il padre che, dopo
essere caduto in disgrazia, è fuggito nelle Filippine natali nel 1988,
abbandonando la famiglia. Modesto «Pete» Cunanan non è più
tornato negli Stati Uniti.
MaryAnn è arrivata presto per accendere le candele davanti alla
lapide, non ancora scolpita, in memoria di suo figlio. Decide di
credere – sebbene tutto sembri indicare il contrario – che il più
giovane dei suoi quattro figli non fosse un serial killer maniaco
sessuale. Rifiuta di pensare che abbia ucciso cinque persone
innocenti prima di puntare contro di sé una pistola calibro 40 rubata.
MaryAnn è palesemente molto fragile, alterna fasi loquaci a momenti
di assenza, e sembra sull’orlo di un esaurimento nervoso. Appare
dolce e solare, ma il suo umore minaccia di cambiare da un
momento all’altro.
Indossa una camicia gialla di Andrew e dei pantaloni di rayon blu
stampati. Cammina lungo la navata e si siede in prima fila, con in
mano un bicchierone di plastica di acqua con ghiaccio per inghiottire
i
farmaci. Dalla tasca estrae i cartoncini fatti stampare in onore di
Andrew e li distribuisce. Davanti c’è un’immagine di Gesù o della
Madonna. Dietro c’è scritto:
In memoria di Andrew P. Cunanan,
31 agosto 1969-23 luglio 1997.
Vorrei che il mio ricordo
fosse felice…
Vorrei lasciare un’eco
di momenti allegri e di risate
Il nome di Andrew Cunanan non appare sull’elenco degli individui
per i quali viene celebrata la messa, scritto a mano e affisso in fondo
alla chiesa. E quando il sacerdote legge il suo nome, lo legge come
gliel’ha fornito MaryAnn: Andrew Cunanan Schillaci. Gli altri fedeli,
che piangono anch’essi la morte di una persona cara, non hanno
idea che si stia pregando per un’anima dannata. Per ironia della
sorte, il Vangelo secondo Marco, quel giorno, parla della
decapitazione di san Giovanni Battista. «Nessuno taglierà la testa di
nessuno», dice monsignor Francis Pattison dal pulpito con fare
rassicurante. Forse non sa che la terza vittima di Andrew, il magnate
del settore immobiliare di Chicago, Lee Miglin, è stato ucciso con
una sega ad arco da giardinaggio che gli ha squarciato la gola. «E
perché la gente fa cose del genere?» chiede il sacerdote. «Dire che
nel mondo serpeggia il male, o che è il diavolo a spingerci, è solo
una scusa. Dovete assumervi la responsabilità delle vostre azioni.»
MaryAnn Cunanan tiene lo sguardo fisso davanti a sé.
Perché Andrew ha ucciso quelle cinque persone prima di suicidarsi
nella casa galleggiante di Miami Beach? L’FBI ha condotto più di mille
interrogatori, ma ammette di non saperne molto di più. Gli ex
compagni di scuola di Andrew e le centinaia di persone con cui ha
interagito durante la sua breve vita sembrano perplessi. La madre è
convinta che suo figlio sia stato incastrato e che ora sia un santo in
paradiso.
Gli occhi scuri di MaryAnn bruciano mentre abbraccia coloro che
sono venuti alla cerimonia. Una donna ben vestita le mette dei soldi
in mano. «Deve voltare pagina», sussurra suor Dolores, la vecchia
insegnante di catechismo di Andrew della parrocchia di Saint Rose
of Lima vicino a Chula Vista, quando si avvicina a MaryAnn. La
esorta a pensare ad altro, a riposare. «Deve voltare pagina.»
Ma il dolore è troppo grande.
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