Genitori a sorpresa – Sara Frattini

SINTESI DEL LIBRO:
Lyle scese dall’auto e guardò verso l’edificio dove di tanto in
tanto entrava qualcuno. Ryan lo raggiunse intrecciando le dita di una
mano con le sue.
«Non credo di farcela.»
«Ci sono io» rispose il compagno portandosi la sua mano alle
labbra e depositando un bacio sul dorso.
Lyle gli sorrise riconoscente, poi insieme raggiunsero la casa a
due piani. Nell’ingresso che precedeva la sala dove si sarebbe
tenuta la cerimonia funebre, era sistemato un grosso registro sul
quale gli intervenuti potevano apporre la loro firma. Ryan e Lyle lo
fecero, dopodiché entrarono, non riconoscendo praticamente
nessuno.
Con Azure e Owen erano stati molto legati ai tempi del college,
poi le loro strade si erano separate, anche se avevano mantenuto
costanti i contatti vedendosi almeno due volte l’anno e scambiandosi
frequenti mail, o telefonate. È vero, forse l’amicizia non era più
quella di un tempo, ma soprattutto Azure e Lyle si erano sempre
impegnati a non perdersi del tutto. Ecco perché per lui era molto
dura essere lì in quel momento, il suo più grande rammarico sarebbe
sempre stato quello di non aver potuto abbracciare per l’ultima volta
la sua migliore amica.
Sulla parete in fondo erano allineate tutte le corone di fiori
donate da chi conosceva i due coniugi, tra di esse ce n’era anche
una da parte di Lyle e Ryan. Al centro una grande foto che ritraeva
sorridenti Owen e Azure, il giorno del loro matrimonio in Polinesia, e
ai lati dell’immagine le due urne contenenti le ceneri.
Ryan fece un cenno con la testa al marito, e quest’ultimo guardò
nella direzione indicata. Seduti in prima fila, soli e silenziosi, se ne
stavano tre adolescenti, due femmine e un maschio.
Lyle tirò un respiro profondo e li raggiunse cercando di mandar
giù il nodo che si era formato in gola. Non appena fu abbastanza
vicino, il più grande alzò gli occhi, guardandolo. Era serio e non
piangeva.
«Ciao» disse Lyle. «Tu devi essere Sage» anche le due
ragazzine lo guardarono e l’uomo si sedette di fianco al giovane.
«Non credo vi ricordiate di noi… sono Lyle e lui è Ryan, siamo amici
dei vostri genitori.»
«Mamma ci parlava di voi» gli disse la più piccola.
L’altro accennò un dolce sorriso. «Ah sì? Bene, allora non siamo
del tutto degli sconosciuti» tirò un respiro profondo. «Siamo
profondamente addolorati per quello che è successo e di qualsiasi
cosa abbiate bisogno, potete contare su di noi» concluse.
«Grazie, ce la caveremo» disse Sage, rompendo il proprio
silenzio.
«Non ne dubito che siate in gamba, ma avere l’appoggio di un
adulto fa sempre comodo.»
«Grazie» intervenne la ragazza più grande fermando la risposta
del fratello, poggiandogli una mano sulla gamba.
«I vostri fratellini stanno bene?»
«Crimson Rainbow e Kismet sono alla casa famiglia» rispose la
più piccola.
«Capisco. Tu sei Crystal Rain, giusto? E tu Autumn Flowers…
avete tutti dei nomi davvero belli e originali.»
«Mamma amava la natura» disse Autumn.
«Sì, lo ricordo bene» accennò di nuovo un sorriso, poi aggiunse.
«Beh, ora vi lascio tranquilli, così…»
«Te ne vai?» lo interruppe Crimson.
«No tesoro, sono qui, ma vi lascio tranquilli, immagino non
abbiate voglia di chiacchierare» la tranquillizzò prima di alzarsi e
allontanarsi insieme a Ryan.
«Non capisco perché abbiano convocato anche noi» mormorò
Lyle sentendosi a disagio nello studio dell’avvocato che lo aveva
chiamato pochi giorni prima per comunicargli la morte dei suoi amici.
«Forse Azure ti ha lasciato qualcosa» ipotizzò Ryan.
«Non è possibile, lei era contraria al materialismo, al massimo
potrebbe avermi lasciato la sua piantina di marijuana!»
Il compagno si morse il labbro inferiore per nascondere il sorriso
nato spontaneo: ricordava perfettamente l’eccentricità della donna.
Proprio in quel momento la porta dello studio si aprì e subito entrò
una donna che spingeva un passeggino con all’interno un bambino
di circa un anno, seguita da una bambina di cinque, o sei, e poi i tre
ragazzi che i due uomini avevano visto alla cerimonia funebre. Sage
non li degnò di un solo sguardo, mentre Crystal Rain rivolse loro un
timido sorriso, al quale Lyle rispose allo stesso modo.
Tutti si accomodarono e nello studio cadde il silenzio, rotto
soltanto dai versetti emessi dal piccolo Kismet. Dopo qualche minuto
giunse l’avvocato con il proprio assistente e si sedette dietro la
grande scrivania di legno massello.
«Bene, ci siamo tutti» disse l’uomo inforcando un paio di occhiali
da vista.
Lyle si guardò intorno, perplesso. Tutti?! C’erano soltanto loro
due e i cinque figli di Azure e Owen.
«Come esecutore testamentario dei coniugi Thomas, è mio
dovere sincerarmi che ogni loro volere sia eseguito alla lettera.
Cominciamo» aprì una cartelletta passatagli dall’assistente e dopo
qualche secondo cominciò a leggere.
«Noi, Azure e Owen Thomas, in pieno possesso delle nostre
facoltà mentali, disponiamo quanto segue. I nostri risparmi, che
ammontano alla cifra di sessantamila cinquecentotrenta dollari,
rimangono vincolati nel fondo intestato ai nostri cinque figli: Sage,
Autumn Flowers, Crystal Rain, Crimson Rainbow e Kismet, in modo
che in futuro possano essere un sostegno per i loro studi. Il resto dei
nostri beni terreni dovranno essere venduti e il ricavato devoluto in
beneficienza all’Unicef. Infine nominiamo Lyle e Ryan Arkin tutori
legali dei nostri figli, imponendo un anno di prova sotto controllo dei
servizi sociali, i quali in seguito, nel caso in cui fosse desiderio di
Lyle e Ryan, potranno agevolare un’eventuale adozione.»
I due uomini rimasero impietriti, sotto shock per ciò che avevano
appena udito.
«T-tutori legali?» mormorò Lyle ritrovandosi con gli occhi di tutti i
presenti addosso.
«Sì, signor Arkin» confermò l’avvocato.
«Ma i ragazzi non ci conoscono» contestò Ryan. «Possibile non
ci sia qualcun altro che possa adempiere a questo compito? Un
amico più intimo, un famigliare…»
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