Con te, adesso – Lisa Kleypas

SINTESI DEL LIBRO:
Il più pericoloso e desiderato uomo d’Inghilterra brama possedere una
donna incantevole e testarda, che è promessa a un altro. Eppure dopo aver
conquistato la deliziosa mano di Emma Stokehurst, Nikolas non riesce a
colmare il vuoto che sente nel cuore. Affascinante e tormentato principe,
Nikolas sembra infatti vivere in un tempo remoto popolato di splendidi e
romantici sogni. Il destino lo porta inesorabilmente lontano, ma il tocco
amorevole di Emma è una promessa di estasi e, forse, il sentimento che da
tutta la vita sta inseguendo
Capitolo 1
Londra, 1877- Stai aspettando qualcuno? – disse una voce d’uomo rompendo il silenzio
che regnava nel parco.
Aveva un leggero accento russo che ad Emma sembrava affascinante e
melodioso. Si volse con falsa indifferenza e vide il principe Nicholas che
usciva dall’ombra. Con la sua pelle abbronzata, i suoi folti capelli biondi e il
suo imprevedibile carattere,
Nicholas sembrava più una tigre che un aristocratico. Emma non aveva
mai conosciuto un miscuglio tanto perfetto di bellezza e ferocia. Conoscendo
la sua reputazione sapeva che doveva temerlo. Ma sapeva anche dominare gli
animali selvaggi. Di fronte a una fiera l’ultima cosa che bisognava fare era
dimostrare di aver paura.
Perciò si rilassò e si sedette comodamente sulla panchina di pietra in un
angolo isolato della enorme proprietà.- In ogni caso non sei tu – rispose seccamente -. Che ci fai qui?- Avevo voglia di fare una passeggiata – dichiarò lui con un largo sorriso
che lasciava intravedere dei denti bianchissimi.- Preferirei che andassi a fare la tua passeggiata da un’altra parte. Ho un
appuntamento.- Con chi? – domandò il principe mettendosi le mani in tasca e senza
smettere di guardarsi intorno.-Vattene, Nicholas.- Rispondimi.- Vattene!- Con quale diritto mi dai degli ordini? Questa è casa mia, cara bambina.
Nicholas si fermò a qualche passo da lei. Era molto alto e uno dei pochi
uomini che sorpassava Emma in altezza. Le sue mani erano grandi e le spalle
larghe. Un’ombra nascondeva il
suo viso lasciando intravedere solo la lucentezza dei suoi occhi.- Non sono una bambina. Sono una donna.- Lo vedo – disse dolcemente Nicholas.
Lo sguardo vagò per il corpo della ragazza guardando con attenzione le
curve nascoste sotto il semplice abito bianco. Come d’abitudine non portava
trucco. I suoi capelli, di una magnifica tonalità rossiccia con riflessi ramati,
erano raccolti in alto in uno chignon e qualche ciocca ribelle le accarezzava il
viso e il collo.-Sei incantevole questa sera – le disse.- Risparmiami i tuoi complimenti! – rispose Emma ridendo -. Quanto sono
bella lo so molto bene. Non vale la pena farmi dolere la testa con le forcine e
comprimermi le costole con un busto al punto da non poter respirare. Mi
piacerebbe poter passeggiare tutti i giorni con stivali e pantaloni come gli
uomini.
Quando non si è belle è meglio non insistere.
Nicholas non la contraddisse ma aveva un’opinione completamente diversa
dalla sua. La bellezza unica di Emma lo aveva sempre affascinato. Era una
donna decisa, piena di energia, con gli
zigomi alti, una bocca sensuale e un naso pieno di lentiggini. Era magra e
tanto alta che Nicholas la sovrastava appena di qualche centimetro.
Erano fatti l’uno per l’altra ma nessuno sembrava rendersene conto. Da
parte sua Nicholas lo sapeva da anni, da quando si erano visti la prima volta.
Emma allora era solo una bambina avventata con una chioma rosso fuoco.
A vent’anni si era trasformata in una giovane donna la cui sincerità arrivava
nel profondo. Somigliava molto alle donne che aveva conosciuto in Russia,
donne il cui carattere assomigliava molto poco alle insipide europee che
frequentava ormai da sette anni.
Cosciente del suo sguardo insistente, Emma gli fece una smorfia un pò
infantile.- Forse sono volgare – affermò – ma ho avuto occasione di vedere che la
bellezza spesso si può trasformare in un terribile inconveniente. Ora, davvero,
è necessario che tu vada via, Nicholas.
Se sei vicino a me, nessun uomo oserà avvicinarsi.
- Chiunque sia quello che aspetti, non restare insieme a lui più tempo che
con gli altri.-Questo si vedrà – gli rispose sfidandolo.- Non trattenerti troppo – insistette lui con disinvoltura -. Respingi tutti
man mano che si presentano.
Perché?
Emma arrossì violentemente e strinse le labbra. La freccia aveva fatto
centro. Erano già tre stagioni che era stata presentata in società, se non si
fosse fidanzata sarebbe stata presto considerata un caso disperato e avrebbe
finito per rimanere zitella.- Non so perché devo avere un marito – replicò – non mi piace l’idea di
appartenere a qualcuno. Devi pensare che sono molto poco femminile, vero?- Mi sembri invece molto femminile.- È un complimento o ti stai prendendo gioco di me? – gli chiese inarcando
le sue sopracciglia dorate
con te è sempre difficile comprenderlo.- Non rido mai di te, Emma. Degli altri sì, ma di te mai.
Lei emise un sospiro di perplessità.
Nicholas le si avvicinò, uscendo dall’ombra.- Ora vieni dentro con me e ti unirai agli altri invitati. Oltre ad essere il
padrone di casa sono un tuo lontano cugino, non posso lasciarti fuori da sola.- Non millantare una lontana parentela tra noi, sei solo un parente della mia
matrigna, noi due non abbiamo nessun vincolo di sangue.- Siamo cugini per matrimonio – insistette Nicholas.
Emma abbozzò un sorriso. Come membri della stessa famiglia potevano
parlare senza formalismi, chiamarsi per nome e chiacchierare senza aver
necessità di uno chaperon.- Come desiderate, Vostra Altezza.- Forse vuoi vedere la mia collezione di quadri – suggerì Nicholas – ho
alcune icone che potrebbero interessarti. La maggior parte sono del XIII
secolo e vengono da Novgorod.- Non mi interessano le arti e naturalmente non voglio vedere le tue
lugubre icone – rispose Emma con una smorfia di disprezzo -. Perché le
collezioni?
Sei l’ultima persona che avrei mai immaginato gli potessero piacere le
opere d’arte religiose.
- Le icone esprimono l’anima dei russi.- Ignoravo che tu avessi un’anima – ritorse Emma con un sorriso birichino.- Forse non mi hai guardato abbastanza da vicino.
Fece un passo in avanti fino ad arrivare a sfiorarle l’orlo dell’abito.- Che cosa stai facendo? – chiese Emma.-Alzati.
All’inizio non si mosse. Nicholas non le aveva mai parlato con quel tono.
Sembrava rilassato e sicuro di sé. Quella sicurezza ricordava quella di un
gatto sul punto di balzare sulla sua preda. Emma ubbidì malvolentieri, e si
alzò fino a rimanere quasi naso a naso.-Che cosa vuoi, Nicholas?- Voglio sapere di più su questo tuo amico misterioso. Ti prende tra le sue
braccia? Ti sussurra parole d’amore all’orecchio? Ti bacia?
Le dita di Nicholas si posarono sul suo avambraccio, lei sentì il calore
della palme delle sue mani attraverso il sottile tessuto dell’abito.
A disagio, represse un gemito. Il suo cuore cominciò a battere con forza,
non avrebbe mai immaginato di poter sentire le mani di Nicholas Angelovsky
su di lei. Erano così vicino l’uno all’altro che il suo seno sfiorava il petto di
lui.
Voleva indietreggiare ma lui l’afferrò con forza.- Se hai finito di divertirti, Nicholas, fammi il favore di togliere le tue
zampe reali dalle mie braccia.
Non mi piace molto il tuo senso dell’umorismo.- Non sto scherzando, rouchka – rispose abbracciandola per tenerla ferma
tra le sue braccia . Rouchka vuol dire “piccola rossa” – spiegò in risposta al
suo sguardo interrogativo.- Non sono piccola – protestò raddoppiando gli sforzi per liberarsi.
Lui la immobilizzò senza sforzo. Benchè fossero quasi della stessa altezza,
lui pesava il doppio.
Continuò a parlare a bassa voce non facendo caso alle sue proteste.- Potresti facilmente passare per una slava, lo sai? Con i tuoi capelli rossi e
la pelle chiara. I tuoi occhi sono dello stesso colore del mar Baltico, l’azzurro
più profondo che abbia mai visto.
Emma ebbe voglia di chiedere aiuto. Perché si stava comportando così?
Che cosa voleva esattamente?
Ricordò i pettegolezzi che circolavano su Nicholas, sul suo passato segnato
da tradimenti e assassini.
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