Ballo di famiglia – David Leavitt

SINTESI DEL LIBRO:
La madre di Neil, Mistress
Campbell, è seduta sulla sedia da
giardino dietro a un tavolino
pieghevole, fuori dalla cooperativa
alimentare.
Ogni pochi minuti, man mano
che il sole si sposta, indietreggia di
parecchi centimetri con sedia e
tavolino in modo da rimanere
all'ombra.
Fuori ci sono più di trenta gradi
e una luce abbacinante.
Ogni volta che entra o esce
qualcuno dalla cooperativa, le porte
automatiche liberano una folata di
aria condizionata che solleva la
polvere dal marciapiede.
Neil è all'interno, proprio dietro
di lei, piegato su una fontanella, e la
osserva.
Porta un cappello e un maglione
felpato sopra il completo da tennis;
le sue gambe sono nude e lucide di
burro cacao.
Di fronte a lei, appoggiato al
tavolino, un cartello proclama:
MADRI, LOTTATE PER I DIRITTI
DEI
VOSTRI
FIGLI
SCHIERATEVI PER UN FUTURO
ANTI-NUCLEARE.
Donne vestite esattamente come
lei le passano accanto, osservano il
cartello, ascoltano il suo breve
discorso, sfogliano i pamphlet,
firmano petizioni o non firmano
petizioni, ma soldi non ne danno
mai.
I
suoi occhi stanchi sono
schermati dagli occhiali da sole.
Nell'era di Reagan, ha dichiarato
Mistress Campbell, abbracciare la
causa della pace e della giustizia è
un'impresa futile, stancante e niente
affatto remunerativa; pertanto si
presta a essere abbracciata soltanto
dalle madri.
Il sole si rifrange contro la
vetrata dalla quale Neil la osserva.
Il suo riflesso si allinea col
profilo di lei.
Più tardi quel pomeriggio, Neil
si sdraia sul bordo della piscina e
immagina di essere osservato dal
giardiniere messicano dal torso
nudo.
Ma il giardiniere, tutto preso
dalla sua potatura, non intende né
sedurre né essere sedotto.
Sul prato, i grossi cani Airedale
della madre - Abigail, Lucille, Fern
trotterellano, annusano, orinano. Di
quando in quando, si avvicinano al
giardiniere, che impreca contro di
loro in spagnolo.
Dopo due anni di assenza,
riflette
Neil, dovrebbe provare
nostalgia, rimpianto, contentezza per
essere di nuovo a casa.
Chiude gli occhi e cerca di
evocare la musica di sottofondo
adatta alla sequenza del ritorno.
La sua rapsodia però viene
interrotta dal terzetto di sua madre
violoncello
stridente,
violino
lamentoso, pianoforte tonante che,
insieme a Linian Havalarde e
Charlotte Feder si è lanciata nella
musica di Mozart.
Il motivo è allegro, in un modo
tutto
tedesco,
e
decisamente
inappropriato ai sentimenti che Neil
sta cercando di provare.
Eppure è proprio la musica della
sua adolescenza; l'hanno suonata per
anni, piegate sulle note, scuotendo le
teste al ritmo del metronomo.
La luce sta calando.
Ogni pochi minuti, Neil deve
spostare l'asciugamano per rimanere
nel quadrato di sole che si va sempre
più restringendo.
Tra quattro ore, Wayne, il suo
amante degli ultimi dieci mesi e
l'unica persona con cui abbia mai
immaginato di poter passare il resto
della vita, sarà in questa casa, dove
nessuno dei suoi amanti ha mai
messo piede.
Il pensiero lo riempie di un
terrore e di una curiosità sterminati.
Si stiracchia, cerca di sentirsi
seducente, desiderabile.
Le cesoie del giardiniere si
abbattono sulle felci; la musica
sopra di lui si affretta a una
chiassosa e prematura conclusione.
Le donne ridono e applaudono se
stesse mentre chiudono la giornata
musicale.
Sente la parlata nasale di
Charlotte Feder, la voce di una
donna grassa in abito pantalone rosa- strano, dato che è una vecchia
ragazza secca e artritica che
raramente indossa qualcosa di
diverso da pantaloncini da tennis e
camicetta.
Lillian è la donna grassa col
completo rosa; la sua voce è esile e
incrinata dal troppo piangere.
Bicchiere in mano, gli grida
dalla veranda, Bel caldo oggi! e lo
saluta agitando la mano.
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