Tutto troppo presto – L’educazione sessuale dei nostri figli nell’era di internet – Alberto Pellai

SINTESI DEL LIBRO:
Come professionista e come genitore, sempre più spesso mi trovo
ad affrontare con adolescenti e preadolescenti temi legati alla
sessualità. E poco a poco, ho iniziato a maturare l’idea che ai nostri
figli non stiamo proponendo l’educazione sessuale di cui hanno
bisogno. Mi guardo in giro e mi rendo conto che stiamo crescendo le
nuove generazioni in una sorta di schizofrenia. Ufficialmente,
abbiamo sdoganato l’eros dal territorio di negazione, paura e
repressione in cui i nostri nonni e avi dei secoli passati l’avevano
relegato: oggi tutto è più fluido, possibile, accessibile, normalizzato. I
ragazzi vivono in un mondo in cui il sesso è connotato dai seguenti
quattro aggettivi.
1. È fluido, perché può essere estemporaneo, vissuto con il
compagno di una sera, senza conseguenze particolari.
Contraccezione e pillola del giorno dopo sono disponibili anche
per i più precoci ed è calato il livello di guardia contro il rischio di
malattie veneree, oggi che l’infezione da Hiv permette la
sopravvivenza a lungo termine e non significa più la condanna a
morte. Negli anni Ottanta-Novanta, quando di Aids si moriva, gli
adulti accompagnavano il debutto sessuale dei giovanissimi con
moniti molto più convinti e significativi.
2. È possibile, perché ora non ci sono più resistenze di sorta nei
confronti dell’attività erotica di qualsiasi natura, a qualunque età.
Un tempo era tenuta nascosta dietro “porte chiuse e sbarrate”
che nessuno apriva. La famosa scena primaria di cui parla
Freud, immaginare due adulti (i propri genitori in particolare)
abbracciati e impegnati nell’amplesso più intimo concesso al
genere umano, ora non ha più lo stesso senso di allora. È
accettata, scontata e non più segreta. Accompagna la
quotidianità dei nostri figli, è esibita di continuo nei programmi
televisivi e spesso documentata in modo puntuale dalle
telecamere che seguono e spiano i protagonisti dei reality show.
3. È accessibile, perché non esistono limiti esterni all’accesso allo
stimolo erotico. Un tempo il concetto di “vietato ai minori”
rappresentava una barriera socialmente condivisa, che
delimitava territori a cui non poteva accostarsi chi non avesse
raggiunto la maggiore età. È vero, il divieto su film e riviste era
aggirabile da chi non voleva rispettarlo, ma costituiva una
demarcazione chiara, uno spartiacque ben definito che nella
mente collettiva e dei giovanissimi separava le aree consentite
da quelle da considerarsi “off limits”. Perciò, anche le
trasgressioni e le esplorazioni dei minori su terreni vietati erano
molto più limitate e allo stesso tempo permettevano ai ragazzi di
usare quegli stimoli sessuali – scarsi e difficili da reperire – per
alimentare in modo vigoroso le proprie fantasie. In un tempo e in
un mondo in cui la sessualità ha ancora aspetti misteriosi e non
tutto è scoperto e accessibile così facilmente, l’immaginazione
può essere sostenuta di continuo dalla dimensione del sogno e
del desiderio. E in adolescenza, sognare e desiderare la
sessualità è vitale, perché significa darle il tempo di maturare
nella mente prima che diventi azione, prepararla e pensarla
prima della sperimentazione concreta.
4. È normalizzato. Questo dato è in sé assolutamente positivo e
segna una notevole differenza tra le generazioni attuali e le
precedenti. Tutti noi adulti abbiamo ancora in mente i racconti
delle nonne, che riferivano di essere arrivate al matrimonio con
la paura della prima volta, convinte che la propria sessualità
fosse uno strumento da mettere nelle mani del marito, a suo uso
e consumo e per obbedienza al dovere coniugale. Dovere
coniugale, quindi, e non diritto inalienabile di ciascuno, oggi
sancito e reclamato, per l’affermazione della propria libertà e
realizzazione personale. In questa rivendicazione di diritto,
tuttavia, ho l’impressione che si siano persi i confini entro cui
una persona è legittimata a esercitarlo. Per vivere liberamente
la sfera erotica è fondamentale essere in grado di gestire la
complessità che comporta. La nostra epoca ha normalizzato nei
giovanissimi
il
concetto
di
“fare
sesso”,
svalutando,
paradossalmente, l’idea di “fare l’amore”. Fare l’amore, invece,
dovrebbe essere il contesto privilegiato del sesso. Oggi i ragazzi
crescono con la convinzione che “fare sesso” sia normale a
prescindere, e che rappresenti un’attività ludica finalizzata a
procurarsi eccitazione, sensazioni forti e piacere. Ma siamo
davvero convinti che consentire ai figli di autogestire una
sessualità così intesa sia la condizione giusta per viverla al
meglio e integrarla in un percorso e in un progetto di vita degno
di questo nome?
Partendo da simili premesse, come professionista e genitore vorrei
fornirvi con questo libro un modello e un’idea di sesso alternativi,
intorno a cui progettare il vostro ruolo educativo. L’obiettivo è una
sessualità non fluida ma consistente, che diventi una dimensione
strutturata e tangibile nel percorso di crescita, e preveda tappe e
azioni differenziate in base al grado di sviluppo e maturazione del
minore. Come adulti dobbiamo diventare capaci di prevedere il suo
livello di competenza in questo campo in un momento specifico e
aiutarlo a compiere la scelta giusta per la propria vita.
Il sesso, cioè, non sarà “possibile ovunque e a prescindere”, ma
sarà contestualizzato e riferibile a una determinata situazione
emozionale, cognitiva e di relazione, affinché diventi parte della
struttura e dell’identità dell’individuo. In altre parole, ciascun ragazzo
sarà messo in condizioni di integrarlo nella propria vita, ma
all’interno di una cornice che dà senso e significato a ciò che sta
facendo. Chi sale sulle montagne russe sa che potrà sperimentare in
tempi brevissimi (quelli della corsa) emozioni intense e non
riscontrabili nella vita di tutti i giorni. Al tempo stesso, però, sa che
l’esperienza di simulazione di un rischio impossibile da gestire nella
realtà è tutelata da un sistema di sicurezza in grado di garantire al
100% che tutto finirà senza problemi né conseguenze per nessuno.
La sessualità non è una corsa sulle montagne russe. E invece,
troppi ragazzi la vivono così, senza cinture di sicurezza. Una
sperimentazione inconsapevole e superficiale, priva di responsabilità
ed estemporanea, rischia di trasformarsi in un boomerang nel
percorso di crescita e di fare più male che bene.
LE NUOVE TECNOLOGIE E I NATIVI DIGITALI
Nella vita dei giovanissimi, la rincorsa verso una sessualità “facile,
immediata e di pronto consumo” è stata favorita e accelerata dalle
nuove tecnologie. Come professionista, credo fermamente che il
problema più grande sia il modo in cui web, cellulari e PC hanno
incrociato il percorso di sviluppo e di educazione sessuale dei nostri
figli, perché li mettono in contatto diretto con il mondo e consentono
loro di esplorare in totale autonomia territori per i quali potrebbero
non avere le giuste competenze, sul piano sia cognitivo, sia emotivo.
Quanti si sentirebbero tranquilli se a undici anni un figlio vagasse
di notte da solo in una grande città? Probabilmente, nessuno.
Eppure, permettiamo ai ragazzi di aggirarsi in libertà nel web, senza
limiti né regole, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Chiusi nella
propria stanza, con pochi click sulla tastiera molti preadolescenti
accedono a contenuti, immagini, sollecitazioni hard che spesso non
sanno gestire dal punto di vista emotivo. Possono chattare e
incontrarsi virtualmente con adulti che non conoscono, adulti che
potrebbero sfruttare la loro curiosità e il bisogno di eccitazione per
scopi tutt’altro che educativi e formativi.
Il mondo virtuale non è a misura di bambino e nemmeno a misura
di preadolescente. Potrà diventarlo solo se noi adulti sapremo
regolamentare, supervisionare e accompagnare i minori all’interno di
un territorio così vasto e complesso. Allo stesso tempo, è
fondamentale essere consapevoli dei rischi che possono incontrare,
saperli prevenire e, se necessario, fronteggiare.
Comprendo profondamente la fatica di un impegno del genere.
Sono padre di quattro figli e mi rendo conto che gran parte delle
sfide educative che affronto ogni giorno in famiglia era sconosciuta
ai miei genitori. Ci confrontiamo quotidianamente con temi, contenuti
e situazioni che non abbiamo conosciuto da ragazzi e i nostri genitori
non hanno mai dovuto usare contromisure che adesso possano
servirci da modello. In questo campo nessuno ci ha mai mostrato, né
in teoria, né tantomeno in pratica, cosa sia meglio fare e come, quali
siano i comportamenti più adeguati ai bisogni educativi di oggi.
Ci proverò in questo libro, insieme a voi, sfruttando le mie
competenze di psicoterapeuta e partendo da storie di giovani
pazienti appartenenti alla generazione dei nativi digitali con cui mi
sono confrontato in questi anni. Nella maggior parte dei casi, si tratta
di giovanissimi che si sono trovati in difficoltà in situazioni a sfondo
sessuale dove le nuove tecnologie avevano un ruolo.
Le loro vicende saranno lo spunto per proporre riflessioni
educative e per fornire consigli agli adulti circa l’educazione sessuale
e sentimentale da trasmettere ai figli. I ragazzi sono sempre più
precoci nella scoperta di sensazioni forti, che cercano spesso
agendo “d’impulso”, senza prevedere le conseguenze nella vita reale
e l’impatto sull’equilibrio psicofisico delle persone coinvolte.
Non è un compito facile, quello che mi appresto a condividere con
voi. Questo libro probabilmente vi riempirà di dubbi, di timori, e, a
tratti, potrebbe perfino infastidirvi. Ma è necessario che i più giovani
abbiano genitori consapevoli, che non ignorano, che non fingono di
non sapere. Sul tema dell’educazione sessuale, il silenzio delle
generazioni passate deve trasformarsi oggi in competenza e
comunicazione.
Perché per loro, i nostri figli, le parole peggiori sono le parole non
dette.
LA STRUTTURA DEL LIBRO
Il volume è organizzato in cinque capitoli: quattro tematici più uno
conclusivo di consigli per educatori e genitori dei nativi digitali.
Ogni capitolo tematico affronterà un argomento che non compare
nei classici manuali di educazione sessuale per l’età evolutiva,
concentrandosi su aspetti legati all’uso delle tecnologie e ai modi in
cui queste e i mezzi di comunicazione di massa raccontano e
promuovono la sessualità tra i giovanissimi. In particolare:
la precocità delle ragazze;
la
grande diffusione della pornografia on-line tra i
preadolescenti;
il sexting;
l’adescamento on-line.
Avrete così gli strumenti per inquadrare ogni nuova tematica, per
valutarne la diffusione e capire perché le generazioni di oggi ne
siano coinvolte, spesso in misura massiccia. Ma soprattutto, potrete
intuire gli effetti collaterali e le ricadute sullo sviluppo emotivo e
psicologico. E proprio per sostenere genitori ed educatori nel proprio
ruolo, saranno offerti spunti di intervento preventivo e linee-guida per
affrontare la conversazione con ragazzi e ragazze, preadolescenti e
adolescenti.
Nella prima parte di ogni capitolo prenderò in analisi il problema,
quindi fornirò alcuni strumenti concreti per aiutare chi sta crescendo
a comprendere la complessità di comportamenti spesso assunti a
cuor leggero.
In alcuni passaggi, per esempio a proposito della pornografia on
line, simulerò addirittura una conversazione ideale tra padre e figlio,
e in generale tra adulto e minore, per mostrare concretamente le
parole che è necessario condividere. Sono davvero tanti, infatti, i
genitori che in questi anni mi hanno confessato più volte: «Sa, io
capisco che dovrei parlare con mio figlio di questi argomenti, ma poi
non so quali parole usare, non so come si fa, non mi sento capace».
Sempre nella logica di facilitare la relazione e la comunicazione, in
ogni capitolo troverete anche la proposta di un film da vedere
insieme, con una traccia per approfondire il confronto sui temi e i
problemi sollevati. È un altro modo di trovare spunti e stimoli per
restare vicini e in contatto, anche su argomenti che in genere ci
fanno sentire distanti.
Accade molto spesso che i giovanissimi, quando gli adulti li
coinvolgono in conversazioni su questi temi, utilizzino la scusa
dell’età: «Voi siete di un’altra generazione, siete antichi e non potete
capirci. Non ce la fate proprio, perché siete dei matusa». Ecco,
questo libro vuole proprio essere un modo per rispondere
all’obiezione con un «È vero, ho molti più anni di te. La realtà in cui
tu cresci e vivi ogni giorno era diversa ai miei tempi, anzi, forse non
era nemmeno immaginabile. Ma ho fatto molti sforzi per
comprendere i pro e i contro di tante cose che per te sono quotidiane
e normali, mentre per me a volte sembrano incomprensibili. Forse
non ho capito tutto, ma ho capito molto. E penso che sia un mio
dovere, oltre che un tuo diritto, che io e te parliamo e ci confrontiamo
su ciò che ho compreso. Perché la verità sta nel mezzo, di solito, e
quel mezzo io e te dobbiamo trovarlo insieme».
SCARICA IL LIBRO NEI VARI FORMATI :
Commento all'articolo