Sweet Whispers – Connie Furnari

SINTESI DEL LIBRO:
Il cielo era una coltre scura sopra di noi, ma le stelle brillavano, come
gemme preziose. Erano la sola cosa su cui il mio sguardo era fermo, da
interminabili minuti, mentre rimanevamo dentro quell’auto, in quel
parcheggio isolato.
In silenzio, ad ascoltare i versi delle cicale.
Voltai il capo appena e avvampai, quando la macchina accanto a noi si
mosse, con un cigolio, che riuscii a udire bene, perché i finestrini erano
aperti.
Nell’auto accanto alla nostra stavano pomiciando, o stavano facendo
qualcos’altro.
Martin si rese immediatamente conto del mio imbarazzo, e non
conoscendone il motivo, mi rivolse uno sguardo confuso:
«C’è qualcosa che non va, Megan?»
Avevamo passato l’estate assieme, come ogni anno. Ci conoscevamo fin
dalle elementari. Lui era il mio migliore amico, da sempre.
Solo per il semplice fatto che le nostre case erano l’una di fianco all’altra.
Lo avevo visto vomitare i muffin, grattarsi il sedere, ruttare: conoscevo
Martin Todd meglio di chiunque altro.
E sapevo anche che era cotto di me dalla seconda media.
Ovvio che mi sentissi una merda, considerato quello che stavo per fare.
Eppure, ero costretta. Ma lui lo ignorava.
Avrei tradito la sua fiducia, con quelle semplici parole, e una volta
pronunciate, non sarei più potuta tornare indietro.
«Martin» presi un grande respiro, «che ne diresti se noi due… ci
mettessimo assieme?»
Lo vidi quasi tremare, mettere le mani sul volante della macchina di suo
padre, una vecchia Dodge di seconda mano color verde militare che a volte
gli prestava, per uscire con gli amici.
Il suo sguardo sperduto mi fece sentire una persona orribile, peggio di
quanto già mi sentissi. «Che c’è?» mi affrettai a dire. «È così strano?»
«No» mi interruppe, confuso. «Solo che, quando un anno fa ti ho detto che
mi piacevi, mi sono sentito mandare allegramente a quel paese perché mi hai
risposto che per te sarei stato sempre e soltanto un amico.»
Si fermò, ma solo per poco. «Da allora ho cercato di metterci una pietra
sopra, uscendo con altre ragazze. Anche se è stato difficile. Ho provato a
dimenticarti…»
«E non ci sei riuscito» completai, con una gran faccia tosta.
Mi era arrivata qualche voce, a scuola. Martin era stato con alcune
ragazze, ma era stato mollato dopo qualche settimana e sapevo bene perché.
La tipa di turno era venuta a sapere che lui smaniava ancora per me,
perché continuavamo a vederci, anche se eravamo soltanto buoni amici.
«Senti» la sua voce divenne ancora più roca, «se mi stai prendendo per il
culo…»
«Parlo sul serio.» Fui quasi sul punto di vomitare. Non mi ero mai sentita
tanto in colpa, prima di quel momento: stavo facendo una cosa orribile, a una
persona buona.
Un dolce sorriso si formò sul suo volto. «Io non so che dire. Non me lo
aspettavo. Cazzo, non me lo aspettavo davvero!»
Prima che potessi reagire, mi ritrovai la sua bocca sulla mia. Il suo bacio, il
primo bacio che mi diede, fu impacciato, ma soprattutto tenero: esprimeva
davvero il sentimento che lui aveva sempre provato per me e che non era mai
riuscito a dimenticare.
In quello stesso momento, baciandolo, mi resi conto di aver fatto la
stronzata più grossa della mia vita, ma oramai era troppo tardi.
Come avevo già immaginato, non era più impossibile tornare indietro.
«Quindi» Martin si staccò appena da me, «adesso sei la mia ragazza? Mi
sembra un sogno che si avvera, sai?»
La gioia che traspariva dai suoi occhi grigi, la sua espressione così beata,
che non gli avevo mai visto prima, mi diedero la conferma che temevo.
Mi amava sul serio, e mi stavo prendendo gioco di lui.
Si sporse verso di me, ancora una volta.
I suoi baci, stavolta irruenti, caddero come pioggia. Le sue mani
cominciarono ad accarezzarmi, ma con timidezza.
Fu strano, all’inizio. Essere toccata da Martin, da quello che io avevo
sempre considerato poco più che un fratello.
Sospirai, per fargli capire di provare piacere, e cercai di lasciarmi andare.
Le sue dita si infilarono fra i miei capelli castano ramati, che portavo lunghi
dietro le spalle e appena ondulati.
Mi tirò a sé e non riuscii a reagire, provando solo un grande imbarazzo,
perché quello che per lui era fonte di gioia, per me era motivo di vergogna.
Per me stessa.
Perché non avevo mai fatto una carognata simile.
Martin ignorava il motivo per il quale gli avevo proposto di metterci
assieme e il giorno in cui lo avesse scoperto, la nostra amicizia sarebbe finita
per sempre.
Essere odiata da lui, dal mio migliore amico, era uno dei miei incubi
peggiori. Sentii ancora le sue mani, sul mio seno.
Le sue carezze erano timide, capivo non avesse mai toccato sul serio una
ragazza.
«Scusami» si scansò di colpo, dopo essersi reso conto di aver osato troppo.
«Mi sono lasciato un po’ prendere dall’euforia.»
«Figurati» sorrisi. Martin era sempre stato così: sapeva sempre come e
quando tirarsi indietro.
Un ragazzo timido e dolce. Ecco perché lo avevo scelto.
Lui era l’unico con il quale avrei potuto stare assieme, perché non mi
avrebbe mai forzata a fare qualcosa controvoglia. Avevo scelto Martin Todd,
il mio migliore amico, il mio compagno di scuola, per essere il mio
ragazzo… perché lui non mi avrebbe mai obbligata a fare l’amore.
Era vergine, come me.
Lo sapevo con sicurezza, perché me lo aveva rivelato quella stessa estate,
durante una delle nostre uscite serali, quando avevamo parlato delle nostre
esperienze in campo amoroso.
Forse, io e lui saremmo stati gli unici della nostra classe quell’autunno,
all’ultimo anno di liceo, a non aver ancora fatto sesso.
Per quel motivo mi piaceva confidarmi con Martin, sapevo che mi avrebbe
sempre capita… e ora avevo rovinato tutto, perché ci eravamo messi assieme.
Se non avessi fatto quella sciocca promessa a Sharon e a Tara qualche
giorno prima, non mi sarei trovata nei guai adesso.
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