Sarà per sempre – Judith McNaught

SINTESI DEL LIBRO:
«Oh, eccoti qui, Jason» disse l'affascinante donna dai capelli corvini,
rivolgendosi al riflesso del marito, comparso nello specchio della toeletta. Il suo
sguardo indugiò con circospezione sulla silhouette alta e imponente che si
avvicinava, per poi tornare a concentrarsi sui cofanetti di gioielli aperte davanti a
sé. Le mani le tremarono nervosamente e sul suo viso si disegnò un sorriso
smagliante, mentre estraeva da una scatola uno spettacolare girocollo di diamanti
e lo porgeva al marito. «Mi aiuteresti ad agganciarlo?»
Lui contrasse il volto in una smorfia di disgusto osservando le collane di
rubini e smeraldi che già le pendevano sui seni abbondanti, scoperti dalla
scollatura generosa. «Non credi che esibire in questo modo il tuo corpo e tutti
quei gioielli sia un po' troppo volgare per una che spera di somigliare a una gran
signora?»
«E tu cosa ne sai di volgarità?» ribatté Melissa Fielding con disprezzo.
«Questo vestito è all'ultima moda.» Con fare altezzoso, aggiunse: «Al barone
Lacroix piace molto. Mi ha chiesto espressamente di indossarlo al ballo di
stasera».
«Non ho dubbi. Non vorrà avere troppi impicci con le allacciature quando te
lo sfilerà» rispose con sarcasmo il marito.
«Esatto. Lui è francese. e terribilmente impetuoso.» «Peccato che sia anche
spiantato.»
«Lacroix mi trova bella» gli rinfacciò Melissa, con la voce che iniziava a
fremere per l'irritazione repressa.
«Ha ragione.» Lo sguardo sardonico di Jason Fielding passò sulla sua pelle di
alabastro, gli occhi verdi dal taglio vagamente orientale e le labbra rosse e
carnose, dopodiché si abbassò sui seni voluttuosi che palpitavano in maniera
invitante sotto la scollatura dell'abito di velluto rosso. «Sei una bella, amorale e
avida. sgualdrina.» Si voltò e fece per uscire dalla stanza, poi si bloccò. La voce
glaciale aveva un tono autoritario. «Prima di uscire, vai a dare la buonanotte a
nostro figlio. Jamie è troppo piccolo per capire che razza di donna è sua madre,
e quando non ci sei, sente la tua mancanza. Tra un'ora parto per la Scozia.»
«Jamie!» sibilò lei con rabbia. «È l'unica cosa di cui ti importa.» Il marito
proseguì senza preoccuparsi di negarlo, e la rabbia di Melissa esplose. «Quando
tornerai dalla Scozia, non mi troverai qui ad aspettarti!» minacciò.
«Bene.»
«Bastardo!» scattò lei, con voce tremante per la collera. «Farò in modo che
tutti sappiano che razza di uomo sei e poi ti lascerò. Non tornerò mai più. Mai
più!»
Con la mano sulla maniglia, Jason si voltò, il viso contratto in una maschera di
sdegno. «Tornerai» disse sogghignando. «Tornerai non appena finiranno i soldi.»
La porta si chiuse alle sue spalle e Melissa assunse un'espressione trionfante.
«Non tornerò mai più, Jason» dichiarò ad alta voce nella stanza vuota «perché
non esaurirò mai il denaro. Mi manderai tutto quello che vorrò.» «Buonasera,
milord» disse il maggiordomo sussurrando in modo stranamente teso.
«Buon Natale, Northrup» rispose Jason con aria distratta, battendo i piedi per
staccare la neve dagli stivali mentre gli passava la mantella bagnata. Gli tornò in
mente l'ultimo incontro con Melissa, che risaliva a due settimane prima, ma
allontanò quel ricordo. «Con questo tempaccio ho perso un giorno in più per il
viaggio. Mio figlio è già andato a letto?»
Il maggiordomo s'irrigidì.
«Jason...» Un uomo robusto, con il viso abbronzato e segnato dal tempo, era
in piedi sulla soglia del salotto che si affacciava sull'atrio di marmo. Gli fece
cenno di raggiungerlo.
«Cosa ci fai qui, Mike?» chiese lui, guardando con stupore l'uomo più anziano
che chiudeva la porta della sala.
«Jason» disse Mike Farrell nervoso «Melissa se n'è andata. Lei e Lacroix sono
salpati per le Barbados subito dopo la tua partenza per la Scozia.» S'interruppe
aspettando una reazione, ma non ce ne fu nessuna. Fece un respiro profondo.
«Jamie era con loro.»
Gli occhi di Jason si trasformarono in braci ardenti d'ira. «La ucciderò per
questo!» esclamò dirigendosi verso la porta. «La troverò e la ucciderò.»
«È troppo tardi.» La voce strozzata di Mike bloccò Jason a metà strada.
«Melissa è già morta. La nave è affondata durante una tempesta, tre giorni dopo
la partenza dall'Inghilterra.» Distolse lo sguardo dal dolore che stava già
distorcendo i lineamenti di Jason e aggiunse in tono piatto: «Non ci sono
sopravvissuti».
Jason raggiunse il tavolino e prese il decanter di cristallo senza dire una parola.
Si versò un bicchiere di whisky e lo trangugiò, dopodiché lo riempì di nuovo e si
mise a fissare un punto indistinto davanti a sé.
«Ti ha lasciato queste.» Mike Farrell gli porse due lettere con i sigilli rotti.
Jason non accennò a muoversi e Mike proseguì la spiegazione. «Le ho lette. Una
è indirizzata a te e chiede un riscatto. Melissa l'aveva lasciata nella tua camera da
letto. Voleva dei soldi in cambio di Jamie. La seconda sarebbe servita a metterti
alla berlina di fronte all'opinione pubblica; l'aveva consegnata a un valletto,
chiedendogli di farla avere al "Times" dopo la sua partenza. Ma quando Flossie
Wilson si è accorta dell'assenza di Jamie, ha interrogato immediatamente i
domestici e il valletto le ha dato la lettera invece di portarla al "Times". Flossie
non è riuscita a rintracciarti per dirti che Melissa era partita con Jamie, così ha
contattato me e mi ha fatto avere le lettere. Jason.» aggiunse Mike con voce roca.
«So quanto volessi bene a quel bambino. Mi dispiace. Mi dispiace terribilmente.»
Lo sguardo tormentato di Jason si spostò lentamente sul ritratto nella cornice
dorata appeso sopra il camino. In un silenzio pieno di angoscia, rimase a fissare
il volto del figlio, un bambino robusto con un sorriso da cherubino sulle labbra e
un soldatino di legno stretto nel pugno.
Il bicchiere gli tremò nella mano. Ma non pianse. La sua infanzia gli aveva
portato via tutte le lacrime molto tempo prima.
Portage, New York 1815
Victoria Seaton aprì il cancello di legno bianco che conduceva nel cortile di
fronte alla modesta casa in cui era nata. La neve scrocchiava sotto i piccoli piedi
coperti dagli stivali. La ragazza aveva le guance rosee e lo sguardo luccicante
quando si fermò a rimirare il cielo stellato con il piacere sincero di una
quindicenne eccitata dal Natale. Sorrise intonando l'ultima strofa di una delle
carole natalizie che aveva cantato per tutta la sera con gli altri ragazzi, quindi si
voltò e percorse il vialetto verso la casa buia.
Sperando di non svegliare i suoi genitori o la sorella minore, aprì la porta
d'ingresso senza far rumore e si infilò dentro. Si tolse la mantella, l'appese di
fianco all'uscio e poi si girò, ma si bloccò sorpresa. Il chiaro di luna filtrava dalla
finestra in cima alle scale e illuminava i suoi genitori, in piedi di fronte alla
camera da letto della madre. «No, Patrick!» La donna si divincolava
nell'abbraccio del marito. «Non posso! Non posso e basta!»
«Non dirmi di no, Katherine» sussurrava Patrick Seaton con voce supplicante.
«Signore, ti prego, non.»
«Avevi promesso!» esclamò Katherine, cercando di liberarsi dalla sua stretta.
Lui si chinò e la baciò, ma lei distolse il viso, mentre parlava a singulti. «Mi avevi
fatto una promessa il giorno in cui è nata Dorothy. Mi avevi assicurato che non
me l'avresti chiesto mai più. Mi avevi dato la tua parola!»
Victoria, paralizzata e sconvolta dall'orrore, si rese vagamente conto di non
avere mai assistito prima di allora a un contatto fisico tra i suoi genitori, nessuna
carezza e nessuna carineria, ma non aveva idea del motivo per cui il padre
implorava la madre.
Patrick lasciò andare la moglie, abbandonando le braccia lungo i fianchi.
«Scusa» disse con voce atona. La donna fuggì in camera e chiuse la porta. Invece
di andare nella propria stanza, lui si voltò e scese le scale strette, passando a poca
distanza da Victoria.
La ragazza si appiattì contro la parete. Aveva la sensazione che la sicurezza e
la pace del suo mondo fossero stati in qualche modo minacciati da ciò che aveva
visto. Temendo che il padre potesse notarla se si fosse mossa verso le scale,
scoprendo così che aveva assistito a quella scena umiliante, rimase a guardarlo
mentre si sedeva sul divano a fissare le braci nel caminetto che si stavano
lentamente spegnendo. Una bottiglia di liquore, rimasta su uno scaffale della
cucina per anni, adesso era sul tavolino di fronte a lui, di fianco a un bicchiere
mezzo pieno. Quando l'uomo si chinò in avanti per prendere il bicchiere, la
giovane si girò e mise con cautela un piede sul primo gradino.
«So che sei lì, Victoria» esordì lui in tono piatto e senza voltarsi. «Non ha
senso fingere che tu non abbia visto quello che è appena accaduto tra me e tua
madre. Perché non vieni qui a sederti davanti al fuoco? Non sono un bruto,
come potresti pensare.»
Victoria sentì una stretta al cuore per la compassione e andò subito a mettersi
vicino a lui. «Non ti considero un bruto, papà. Non potrei mai.»
Lui bevve un lungo sorso di liquore. «Ma non biasimare tua madre» la
ammonì, strascicando leggermente le parole, come se avesse iniziato a bere da
molto prima del suo arrivo.
Patrick lanciò un'occhiata all'espressione sconvolta della figlia e pensò che
avesse visto più della scena a cui aveva effettivamente assistito. Le circondò le
spalle con un braccio, cercando di metterla a suo agio, ma quello che le disse
non fece altro che crearle maggiore imbarazzo.
«Non è colpa né di tua madre né mia. Lei non riesce ad amarmi e io non
riesco a smettere di amarla. Tutto qui.»
Victoria fu strappata di colpo dal nido protetto dell'infanzia e aprì gli occhi
sulla dura e fredda realtà adulta. Spalancò la bocca mentre lo guardava e il
mondo sembrò andare in frantumi intorno a lei. Scosse il capo, cercando di
allontanare le parole orribili che il padre aveva appena pronunciato. Ma certo
che sua madre lo amava. Era un uomo meraviglioso!
«L'amore non può essere imposto» continuò Patrick Seaton, confermando
quella terribile verità mentre fissava il fondo del bicchiere con amarezza. «Non
nasce solo perché tu lo desideri. Se fosse così, tua madre mi amerebbe. Credeva
che avrebbe imparato ad amarmi quando ci siamo sposati. Anch'io ne ero
convinto. Volevamo crederci. In seguito ho cercato di convincermi che non
importava. Mi dicevo che il matrimonio poteva andare bene anche senza quel
sentimento.» Le parole che seguirono gli scaturirono dal petto con un'angoscia
che a Victoria procurò una fitta al cuore. «Ero uno sciocco! Amare senza essere
ricambiati è un inferno! Non lasciarti convincere che potrai essere felice con
qualcuno che non ti ama.»
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