Qualunque fiore tu sia sboccerai- Daisaku Ikeda- Lou Marinoff

SINTESI DEL LIBRO:
Conversazione Uno
LA FILOSOFIA INIZIA
CON IL PORRE DOMANDE
IKEDA: È un grande onore iniziare questo dialogo
1 con lei, dottor Marinoff,
grande filosofo d’azione, che ha arricchito il mondo della filosofia con idee
originali e approcci innovativi.
Desidero ringraziarla nuovamente anche per il sincero messaggio augurale
che mi ha inviato nel gennaio 2008 in occasione del mio ottantesimo
compleanno.
MARINOFF: L’onore è tutto mio, presidente Ikeda. Come ho scritto in
quell’occasione, la maggior parte di noi non sarebbe in grado di realizzare in
ottanta vite ciò che lei ha realizzato nei suoi ottant’anni. Lei ha fondato
università e un sistema educativo, ha istituito società musicali e centri
culturali, ha pubblicato libri e dialoghi, incoraggiando le persone a vivere una
vita decisamente migliore di quanto avrebbero mai osato sognare.
Lei è anche un instancabile indagatore socratico, da sempre alla ricerca
della verità. I suoi sorprendenti successi come educatore e buddista d’azione
sono una guida per tutta l’umanità. Ritengo davvero un grandissimo onore
poter dialogare con lei.
I: La ringrazio per i graditi e generosi elogi. Non è certamente esagerato
affermare che la mancanza di una filosofia che funga da guida sia la causa
fondamentale dell’impasse nella quale si trova il mondo oggi. Una società
senza filosofia è come un edificio privo di una struttura solida: anche se
splendidamente e riccamente decorato all’esterno, è destinato inevitabilmente
a crollare quando viene colpito da tempeste e terremoti. Non posso fare a
meno di pensare che la prosperità della civiltà moderna sia altrettanto fragile.
M: Sono assolutamente d’accordo con lei. Il mondo contemporaneo soffre
terribilmente proprio per la mancanza di filosofia. Solo quando tutte le nostre
forze vitali saranno interamente dedicate a indagare i misteri più profondi
della vita, gli esseri umani potranno attivare pienamente le proprie
potenzialità.
I: Ha perfettamente ragione. Questo è il momento di liberare i poteri
latenti dell’umanità. Da una società senza filosofia scaturisce un’istruzione
senza filosofia, che genera a sua volta esseri umani senza filosofia, un
presagio davvero molto triste per il futuro dell’umanità.
Il XXI secolo deve essere dedicato a istruzione e filosofia: così potrà essere
ricordato come il secolo della vita. Mi auguro che questo dialogo possa
rappresentare un nuovo punto di partenza per giungere a questo traguardo.
Lei è un pioniere nell’impegno di facilitare la comprensione della pratica
filosofica, che molti considerano ancora un argomento difficile e
inaccessibile. Spero che lei concordi con me sulla necessità di usare un
linguaggio divulgativo nel corso di queste nostre conversazioni.
M: Sì, concordo pienamente. La nostra sfida è recuperare la filosofia dalle
mani dei teoreti puri – famosi per le riflessioni teoriche, ma con poche
applicazioni pratiche – per restituirla alla gente comune. Intendo impegnarmi
al massimo, con tutta la mia passione e con tutto il mio spirito, per portare
avanti questo dialogo.
Counseling filosofico
I: Sono molto felice. Lei è sempre stato un innovatore nell’offrire
counseling filosofico e nell’applicare alla vita quotidiana le pratiche
filosofiche, vecchie e nuove, orientali e occidentali. Da questa attività è nata
poi la American Philosophical Practitioners Association (APPA), da lei
istituita nel 1998.
In Giappone, come ovunque nel mondo, le persone sono molto interessate
al counseling di psicoterapisti e di altri professionisti specializzati, nella
speranza di ricevere aiuto e supporto per affrontare le sfide più diverse, ivi
comprese le relazioni personali, le difficoltà familiari e i problemi
esistenziali, nonché quelli delle interazioni sociali.
Il counseling si è diffuso rapidamente in America. Ciononostante, il
counseling filosofico, che lei ha sperimentato per primo, è probabilmente
ancora sconosciuto a molti. Sarebbe così gentile da spiegarlo ai nostri lettori?
M: In parole semplici, tutti noi nella vita incontriamo difficoltà di diverso
grado. Ognuno di noi nutre preoccupazioni, soffre, oppure è turbato. È così
da sempre. Ma quando ciò accade nelle culture diagnostiche moderne, le
persone fanno affidamento eccessivo su psichiatria, psicologia e farmaci. Noi
terapisti filosofici siamo fortemente impegnati a usare le tradizioni della
saggezza per trasmettere modi alternativi di valutare e affrontare i problemi.
Il nostro scopo è risvegliare nei clienti concezioni di vita migliori, così da
aiutarli ad affrontare i problemi attraverso la manifestazione della propria
forza interiore.
I: Ecco uno dei grandi valori della filosofia. Lei ha pubblicato molti libri
che invitano alla riflessione su questo argomento, fra i quali Platone è meglio
del Prozac, che è ormai un bestseller in tutto il mondo
2
.
Il Prozac è uno degli antidepressivi più famosi, mentre Platone rappresenta
le tradizioni della saggezza. Il libro sostiene che, imparando a conoscere la
saggezza della filosofia, riusciamo a superare le difficoltà che incontriamo
ogni giorno, nel corso della nostra vita.
Ritengo che lo scopo della filosofia sia mettere gli esseri umani in grado di
manifestare la propria forza interiore. Un importante mezzo è il counseling,
ovvero la guida e il dialogo. Noi della Soka Gakkai Internazionale
evidenziamo l’importanza del dialogo interpersonale, che si basa sulla
filosofia del rispetto per la dignità della vita.
M: La filosofia di vita della Soka Gakkai Internazionale mi affascina
perché si fonda su di una morale sana. Molti dei membri dell’APPA, sempre
più consapevoli del ruolo del dialogo nel buddismo, adottano approcci
buddisti al dialogo con alcuni dei loro clienti.
Da adolescente, influenzato dal movimento di controcultura degli anni
Sessanta, avevo preso consapevolezza delle filosofie asiatiche – induismo,
taoismo e buddismo – e, in diverse fasi, ho iniziato a seguirle e a viverne gli
insegnamenti. Per decenni ho usato dunque la filosofia come guida di vita,
senza però mai avere intenzione di offrire counseling filosofico.
I: A che cosa è dunque dovuto questo suo cambiamento di rotta?
M: All’inizio degli anni Novanta lavoravo al Center for Applied Ethics
presso l’università della British Columbia a Vancouver, in Canada. Noi
studiosi dell’etica applicata spesso concedevamo interviste ai diversi media –
quotidiani, radio, televisione – su numerosi argomenti di importanza sociale.
Ma, ben presto, il pubblico iniziò a contattare regolarmente il centro
richiedendo consigli filosofici sulle questioni più diverse, sia di natura
personale che professionale.
Di solito le persone telefonavano chiedendo di poter parlare con un
filosofo. Ecco come ho avuto il mio primo cliente: il preside di un istituto
superiore, che aveva bisogno di trovare una soluzione a una crisi di natura
etica. Il mio secondo cliente segnò l’inizio di una nuova professione: uno
studente universitario che chiedeva consigli sul modo migliore di accudire la
propria madre sofferente, senza essere costretto a interrompere gli studi.
I: Entrambi avevano un problema molto serio da risolvere. È disposto a
condividere con noi qualche informazione sul counseling filosofico che ha
offerto loro?
M: Nel caso del preside, abbiamo cercato una soluzione a una controversia
con più parti in causa che si basava più su motivi morali che legali. Opinioni
legali divergenti non avevano fatto altro che esacerbare il contrasto, mentre il
ricorso all’intuizione morale universale fu sufficiente per risolvere in gran
parte la controversia. Nel caso dello studente, abbiamo cercato di assegnare
delle priorità a diversi obblighi ben distinti fra di loro, in modo che lo
studente potesse adempierli tutti con successo, senza compromettere
l’esecuzione di un compito per portarne a termine un altro.
I: In ogni caso lei ha attinto alla tradizione filosofica per suggerire
soluzioni.
M: Sì. Ho anche cercato di elaborare dei protocolli per trattare questi casi.
Allo stesso tempo, mi è subito apparso chiaro che rimaneva insoddisfatta
un’importante esigenza pubblica, persino in un paese come il Canada, con
una democrazia sociale orientata a un’assistenza sanitaria onnicomprensiva e
al benessere dei propri cittadini. Mi sono così reso conto che alcune persone
hanno bisogno dell’aiuto di un filosofo, perlomeno in alcuni momenti critici
nella loro vita.
I: Lei ha risposto a questa esigenza con un’azione sincera, mettendo in
pratica il counseling filosofico che, attingendo sia alla filosofia moderna che
a quella antica, dona alle persone la saggezza e la speranza di riuscire a
risolvere i propri problemi.
Indipendentemente dal tipo di problema, però, l’interpretazione del
problema stesso può avere un effetto positivo oppure negativo sulla vita di
ognuno di noi. Adottando un’interpretazione positiva, ciascuno di noi può
trasformare i propri problemi in un nutrimento per lo sviluppo della propria
crescita personale.
Tuttavia è innegabile che ricorrere ai poteri della saggezza e del dialogo
per incoraggiare e sostenere le persone può rappresentare una vera sfida. Allo
stesso tempo, si tratta di uno sforzo estremamente nobile. Socrate, Platone e
Shakyamuni sono stati grandi maestri di tale dialogo.
M: Grandi maestri davvero! Molti dei testi del mondo antico, che hanno
resistito allo scorrere del tempo, vennero scritti in forma di dialogo.
Per me il counseling filosofico non ha avuto origine dai filosofi, bensì
dalla gente comune, che è stata l’artefice di questa brillante connessione:
poiché la filosofia era in grado di affrontare problemi sociali, poteva dunque
affrontare anche quelli personali. Il counseling filosofico è così nato in
risposta a una domanda pubblica, che, con il passare degli anni, è cresciuta in
tutto il mondo. La mia motivazione, allora come oggi, è stata semplicemente
di rispondere, perché convinto di potere essere d’aiuto.
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