Lovin Xmas – Emma Altieri

SINTESI DEL LIBRO:
Al colonnello Sebastian Moran non piaceva l’acqua. La detestava con ogni
fibra del suo corpo. Non gli piaceva immergersi né intraprendere una lotta
impari con le onde o la corrente, con il rischio di dover perdere la battaglia.
Un terrore – poiché era di questo che si trattava; era questo che il suo cuore
di soldato dovette alla fine ammettere – che risaliva a quando era poco più di
un fanciullo esile e gracile che l’esercito di Sua Maestà non aveva ancora
plasmato in un guerriero valoroso, determinato e possente.
Accadde sulla spiaggia di Brighton in un pomeriggio di metà settembre,
quando il sole iniziava la sua discesa dietro le colline distanti preparandosi a
dare il suo commiato al giorno che volgeva al termine. Sebastian non lo
dimenticò mai; se ne sarebbe ricordato per sempre, sino alla fine dei suoi
giorni. «Avanti, Sebastian, buttati!» gli aveva gridato suo padre, Sir
Augustus, ex ministro britannico in Persia, mentre galleggiava schivando le
onde che increspavano il mare grosso.
Sebastian osservava il padre da riva, con i piedi affondati nella sabbia dorata
sino alle caviglie e il labbro inferiore stretto tra i denti così intensamente da
far male. «Io… non me la sento, padre. Non sono bravo a nuotare» aveva
ammesso, scuotendo lentamente la testolina bionda.
Sapeva perfettamente a che cosa andava incontro con quella dichiarazione.
Sapeva perfettamente come sarebbe stata interpretata da suo padre:
un’ammissione di codardia. E a Sir Augustus Moran non piacevano i codardi.
Li odiava con tutto se stesso, considerandoli poco più che feccia.
Una volta era arrivato addirittura a fustigare con una cinghia uno dei servi
nella loro tenuta semplicemente perché aveva espresso un secondo di
esitazione di troppo al suo ordine di entrare a mani nude nel pollaio dove si
era intrufolato un lupo rabbioso. Sebastian aveva assistito alla scena da
lontano, tenendosi in disparte dietro un carretto carico di fieno, e non l’aveva
mai dimenticata. Soprattutto, non aveva mai dimenticato la ferocia che aveva
letto negli occhi e in ogni muscolo del corpo del padre. L’aveva vista,
studiata e ne aveva fatto tesoro per il futuro.
Non si era sbagliato, il futuro colonnello, quel giorno sulla spiaggia.
Seguendo le sue previsioni, Sir Augustus aveva raggiunto la riva nuotando a
grandi bracciate, era uscito dall’acqua e si era diretto a passo deciso verso il
figlio. Si erano guardati per un attimo negli occhi.
Sir Augustus non aveva detto una parola. Sebastian non aveva osato dire una
parola. Un attimo dopo, il ragazzo si era ritrovato in mezzo al mare, con il
padre che lo trascinava per un braccio. Un’onda grossa e improvvisa lo
sorprese, investendolo senza pietà e separandolo da Sir Augustus.
La forza delle acque era così risoluta da apparire un degno alleato dell’ex
ministro, trascinando il ragazzo sempre più lontano dalla riva, laddove non si
toccava. Sebastian gridò il nome del padre, in un disperato tentativo di
richiesta d’aiuto, mentre una seconda onda lo sommergeva. In un attimo, Sir
Augustus non gli fu più accanto. Attorno a lui c’erano solo schiuma,
pennellate di blu e il rumore sordo delle onde che gli trafiggeva il cervello.
Dopodiché, più nulla.
Quando Sebastian rinvenne, era sdraiato sull’ottomana di velluto verde nella
stanza della madre, nella residenza estiva a Brighton. Il camino scoppiettava
poco distante, nella speranza di donare al corpo provato un po’ di calore.
Era ancora un po’ intontito e, soprattutto, si sentiva ferito nell’orgoglio. A
poco a poco, il viso sorridente della madre venne messo a fuoco nel proprio
campo visivo.
«Madre» bisbigliò Sebastian, cercando di tirarsi a sedere.
«Shhh, non agitarti, caro. Sei ancora debole» sussurrò lei, aiutandolo.
«Io... temevo che sarei morto» aggiunse Sebastian, perdendosi con lo sguardo
nelle fiamme che rischiaravano la stanza, ormai quasi del tutto immersa nella
penombra vespertina.
«Non ha più importanza; adesso sei qui.» Il sorriso di Mary era una delle
cose più belle e rassicuranti che Sebastian avesse mai visto in tutta la propria
vita; tuttavia, in quel frangente lo rinfrancava ben poco.
«Lui mi detesta...» furono le parole che uscirono a sorpresa dalle labbra del
ragazzo biondo.
«Non è vero» cercò di protestare la madre, tuttavia con poca convinzione.
«Mi ritiene un inetto» spiegò il ragazzo, stringendo forte tra le dita la stoffa
della camicia da notte che si era ritrovato addosso svegliandosi. La genitrice
non protestò, preferendo voltare il capo verso il camino e perdendosi in
quelle fiammate arancioni. «Ma un giorno gli dimostrerò di che pasta sono
fatto» mormorò Sebastian, con convinzione.
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