KURO – Lutto a Tokyo – kuRonin

SINTESI DEL LIBRO:
Tetsuo: In confidenza, fratello, ti dico .. che katana[1] è figlia della
terra, si forgia di foco, nasce nell'acqua ed ha primo respiro vero
d'aere.
Jin: In confidenza ti dico: .. stiamo parlando di lame o di zodiaco?
Tetsuo: Stiamo parlando di fine.
Jin: Fine di cosa?
Tetsuo: Fine di tutto.
Jin: Se di fine si parla, meglio farlo con armi da sparo, non credi?
Tetsuo: Armi da sparo?! Lasciale stare quelle, che vengono usate
solo da codardi e da chi ha fretta.
Se non la pensi come me, vai ad esser cecchino e, dopo aver fatto
bottino di corpi cosparso di fogliame e terra, fanne vanto con gli altri
e narra tue le gesta e le virtù, mentre quelle stesse foglie d’ortica tra
le quali sarai stato sbadato nell'occultarti ti doneranno irritazioni in
punti che di virtuoso hanno ben poco.
Io lo so che non sei né vile né di fretta. Il tuo suggerire è dettato
dall’ignoranza.
Jin: Non sarò vile, ma di fretta ne ho quanto basta. Ad esempio
adesso ho fretta di dare un taglio a questo inutile alterco con te, che
non sai cosa dici.
Tetsuo: No, sbagli. Sei tu che non sai cosa dico.
Ora comunque devo prender le mie pillole. Il medico dice che son
folle.
Jin: Folle? Perché?
Tetsuo: Perché mi tengo distante dalla legge.
Jin: Su questo ha ragione.
Tetsuo: Sul fatto ch'io sia folle?
Jin: Fors’anche su quello. Ma intendevo sul fatto che ti tieni distante
dalla legge.
- Indicando
Tetsuo: Cambiando discorso. Guardala quella come cammina. Non
si capisce se abbia cavalcato un cavallo per prati o uno stallone nel
fienile.
Jin: La chiami "quella", ma poi quando le parli suo il nome diventa
"amore". Ipocrita!
Tetsuo: Lasciami esser sincero almeno adesso. Sono già
abbastanza ipocrita quando sto con lei.
Jin: Cosa ti hanno fatto le donne per rovinarti in tal maniera, mi
chiedo.
Tetsuo: Riparliamo di questo tra non più di qualche tempo e scoprirai
la risposta provandola sulla pelle tua.
Jin: Che amico se mi auguri questo.
Tetsuo: È questo mondo ad augurarci questo, non sentirti così
speciale.
Jin: Se intendi ch’io non sia speciale, mi ripeto: che amico se mi dici
questo.
Tetsuo: Adesso sei nel giusto.
- Alzandosi e urlando ai quattro venti
Tetsuo: Donne, non avvicinatevi! Il mio seme è veleno!
- Si risiede e commenta divertito a voce fioca
Tetsuo: Guarda come si voltan tutte e ci osservano scandalizzate,
ma di umidi indumenti vestite.
Le signore come le signorine, al giorno d'oggi, se si trovassero di
fronte loro il demone dagli occhi color del sangue e le ali nere come
pece urlerebbero ai compagni di proteggerle coprendosi innocenti
come veneri dipinte, ma con almeno due dita segretamente
occupate in ben più maliziosi intenti.
Jin: C'è sempre così tanto da imparare da te .. purtroppo.
Tetsuo: Questo è il verso amico mio. Sappi che la stessa persona
che ti rivolge verbo era così felice un tempo, sognando le stesse
fiabe che sua madre le raccontava per farlo addormentar beato.
Santa donna.
Coloro che son abili in quei sensi che generano invidia e malizia
sappiano di essere in debito. E coloro che addirittura se ne
pavoneggiano inizino a tremare, poiché di loro dote eternamente
saranno spogliati e d’invidia addobbati per coloro che di stesso
sentimento avevan resi pazzi.
Jin: E tu .. in cosa sei abile?
Tetsuo: Nell’esaudir le donne e pur troppo d’intelletto, per indagar
mie le disgrazie. Ma io sono io. E tu?
Jin: Fino ad oggi avrei detto "per mia sventura", ma dopo che hai
parlato ti rispondo: di nulla in particolare, per mio sollievo.
Ma io non so chi io sia.
Tetsuo: Tu sei ciò che vuoi essere, sottraendo al risultato debito tuo
per ciò che sei stato. A questo serve la matematica.
Jin: Le parole di chi nelle aule la matematica la studia sommando i
cuori delle fanciulle a cui li spezza. Parli tanto, soprattutto bene, e
questo ti è sufficiente il più delle volte ad aver diritto, ma non con me
amico mio. Tu hai la ragione del tuo punto di vista ed oso immaginar
come sei giunto a questa, ma lascia vivere e, soprattutto, lasciami
vivere; il mio pensiero è quello che mi fa ancora battere forte il cuore
e, anche questo fosse solo illusione, voglio illudermi in santa pace.
Ci sarà tempo per me per venire a mancare, ma non oggi e se per
causa del verbo tuo nemmanco domani. Fammi decidere di che
morte morire. Io scelgo l'amore.
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