Il tradimento di Rita Hayworth – Manuel Puig

SINTESI DEL LIBRO:
Il punto croce con filo marrone sulla tela di lino grezzo, ecco perché
la tovaglia ti è venuta così bene».
«Mi è costata più fatica questa tovaglia che il servizio di centrini,
che sono otto paia... Se questi lavori li pagassero meglio mi
converrebbe prendere una serva fissa e dedicare più tempo al
cucito, una volta fatta la clientela, non credi?»
«Sembra che queste cose non stanchino, ma dopo qualche ora
la schiena comincia a fare male».
«Però Mita vuole che le faccia un copriletto per il bambino, a
colori vivaci perché ha poca luce nelle camere da letto. Sono tre
stanze una dietro l’altra che danno tutte su un’entrata con vetrate
coperte da un tendone di tela che si può far scorrere».
«Se avessi più tempo, mi farei un copriletto. Sai cos’è che stanca
di più? Scrivere a macchina su un tavolo alto come quello che ho io
in ufficio».
«Se abitassi in questa casa mi siederei qui, vicino alla finestra, in
ogni momento libero per dedicarmi al copriletto di Mita, per via della
luce».
«Sono belli i mobili di Mita?»
«Alla mamma dispiace tanto che Mita non possa godersi questa
casa adesso, con tutte le comodità, vero?»
«Io ho avuto il presentimento quando a Mita hanno offerto quel
lavoro, mi sembrava che un anno sarebbe stato interminabile, che
se ne andasse via per un anno, e adesso ormai si è stabilita là.
Bisogna rassegnarsi all’idea che ci rimarrà per sempre».
«Dovrebbe venire due volte all’anno a La Plata, in vacanza, e
non una volta sola».
«I giorni volano via, il primo sembra di no, sembra che renda
tantissimo, ma poi i giorni passano senza che ce ne accorgiamo».
«Mamma, non credere che la casa me la goda poi tanto neppure
io».
«Mi sembra che i tuoi bambini siano entrati nel pollaio».
«Clara, dovresti venire tutti i pomeriggi con i bambini, non
toccano le piante. Il nonno lo fanno diventare matto con le galline».
«A quanto vendete le galline?»
«Se scrivi a Mita dille di avere pazienza con i mobili. Io ho paura
che se compra i mobili rimarrà per sempre laggiù. Scrivi a tua
sorella, che è sempre in attesa di notizie».
«Lei, signora, li ha comprati nuovi i mobili di questa casa?»
«Se quando Mita si è laureata la casa fosse stata già finita e noi
fossimo già andati a vivere lì, credo che le sarebbe dispiaciuto di più
andarsene a lavorare sola in quel posto».
«Ma Coronel Vallejos è proprio brutto come dice Mita?»
«No, Violeta. A me è piaciuto abbastanza. Vero, mamma, che
non è così brutto? Appena scesa dal treno l’impressione è stata
molto brutta, perché non ci sono case alte, e tutto sembra molto
piatto. È una zona secca secca, alberi se ne vedono pochi. Alla
stazione c’è qualche carrozzella col cavallo invece dei taxi, e a due
isolati e mezzo sei già nel centro del paese. Lì c’è qualche albero,
ma si vede che faticano a crescere, e di erba neppure un filo. Mita
ha seminato già due volte il prato all’inglese, aspettando di farlo in
aprile, però non le è cresciuto».
«Ma a forza di innaffiare le aiuole ha delle belle piante in una
specie di cortiletto dove si affacciano la cucina, il salotto di tutti i
giorni e la porta dell’ingresso».
«Allora non è così brutto, no?»
«Appena arrivata Vallejos mi è sembrato brutto, ma la vita è
molto tranquilla. Mita ha una serva che le fa la cucina e le pulisce la
casa, e una bambinaia che le bada al bambino mentre lei è
all’ospedale. Tutti i poveri di Coronel Vallejos l’adorano perché Mita
non lesina sul cotone, né sull’acqua ossigenata, né sulle bende».
«È un bell’ospedale nuovo?»
«Il fatto è che l’addetto al dispensario prima di Mita lesinava su
tutto come se la roba fosse sua e non dell’ospedale».
«Ho visto l’ultimo film di Carlos Palau».
«Mita lo vedrà quando lo daranno a Vallejos».
«Per quanto tempo è stata fidanzata con Carlos Palau?»
«Non ci saremmo mai immaginate che Carlos Palau avrebbe
avuto successo».
«Non è mai stata fidanzata con Carlos Palau, lui la portava a
ballare ma io aspettavo sempre fino alla fine del ballo per tornare a
casa con le ragazze».
«Lui faceva il siparista al teatrino comunale...»
«È l’unico giovane attore bravo del cinema argentino».
«Il marito di Mita è identico a Carlos Palau, l’ho sempre detto».
«Più o meno, proprio identico no».
«Parte della famiglia Palau abita ancora nella stessa casa
popolare».
«Ma io non avrei mai creduto che Mita si sarebbe abituata a
vivere in un paesino».
«Le galline si buttano subito sui nostri avanzi, prima ancora che
sul granoturco».
«Nonno, qual è la gallina che ammazzi per domenica?»
«Oggi ne ammazzo una per il papà di Violeta, non dirlo alla
nonna che si arrabbia».
«Violeta è tornata in cucina con la mamma e la nonna, adesso
non ti vedono».
«Ammazzo questa gallina per il papà di Violeta e gliela mando
per fargli una sorpresa».
«Nonno, guadagni di più tu con le galline o il papà di Violeta
aggiustando tante scarpe?»
«Clara, davanti a tua mamma non potevo raccontare dell’ufficio.
È un uomo che più lo frequenti e più ti piace. Mi ha fatto la
dichiarazione».
«Come puoi dire che ti ha fatto la dichiarazione? Uno fa la
dichiarazione quando vuole fidanzarsi, un uomo sposato non può
farlo, forse ti fa delle avances, Violeta. Non cominciare a cambiarmi
le cose perché allora è meglio se non mi dici niente».
«Del bel ragazzo non ha niente. È frequentandolo che comincia a
piacere».
«Se vuoi fare un copriletto il periodo migliore è adesso che i
giorni si stanno allungando e dopo l’ufficio ti rimane qualche ora di
luce, ricamare con la luce naturale stanca la metà, visto che hai la
fortuna di uscire così presto dall’ufficio».
«Povera Adela».
«Nell’ufficio quella poverina deve accendere la luce elettrica fin
dal mattino».
«Dovrò andarmene senza avere visto Adela».
«Non lo sapevi che lavora fino a così tardi?»
«Ora Adela avrebbe bisogno di un titolo, non dovrebbe fare più la
dattilografa».
«Adesso quelle che hanno un titolo sono quelle che non lo
usano».
«Come vanno gli affari al marito di Mita?»
«Ha venduto una casa e con il ricavato si è comprato dei torelli.
La mamma vuole che faccia un copriletto per Mita ma io non credo
di farcela. Le spedisco a Vallejos i disegni da ricalcare e può farselo
da sola. Ha due serve. Non dire niente ma papà è andato ad
ammazzare una gallina per fare una sorpresa a tuo papà».
«A me non sembra giusto che si sia sposata in quel paese invece
di aiutare tua mamma dopo tanti sacrifici per farla studiare».
«Gli occhiali nuovi di Adela sono di vera tartaruga».
«Mi scusi se non l’aiuto ad ammazzare la gallina perché mi fa
impressione, ma papà gliene sarà molto riconoscente».
«Neppure Mita voleva guardare quando ammazzavo una gallina,
ma poi se la mangiava tutta».
«Quella che faceva più scene era una della facoltà di Mita, la
figlia del professore».
«Sofía Cabalús?»
«Si è sposata?»
«A Vallejos Mita rimpiangerà la vita che faceva qui».
«Sofía Cabalús non ha più messo piede in questa casa dopo che
Mita se n’è andata. Sono mesi e mesi che non la vedo».
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