Il declino della violenza -Perché quella che stiamo vivendo è probabilmente l’epoca più pacifica della storia – Steven Pinker

SINTESI DEL LIBRO:
Nel 1991, sulle Alpi tirolesi due escursionisti s’imbatterono in un
cadavere che spuntava da un ghiacciaio in via di scioglimento.
Pensando che si trattasse della vittima di un incidente sciistico, i
soccorritori estrassero il corpo dal ghiaccio a colpi di martello
pneumatico, danneggiando una coscia e la sacca che portava in
spalla. Solo quando un archeologo riconobbe un’ascia di rame del
neolitico, ci si rese conto che quell’uomo era vecchio di 5000 anni. 3
Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio, come è ora chiamato, divenne
una celebrità. Apparve sulla copertina di «Time Magazine» e fu
oggetto di numerosi libri, documentari e articoli. Da The 2000 Year
Old Man di Mel Brooks («Ho più di 42.000 figli e nessuno viene a
trovarmi»), nessun plurimillenario ha mai avuto tanto da raccontarci
sul passato. Ötzi visse durante la cruciale transizione della preistoria
umana in cui l’agricoltura finì per sostituire la caccia e la raccolta e si
fabbricarono per la prima volta strumenti in metallo invece che in
pietra. Oltre all’ascia e alla sacca, portava una faretra di frecce
impennate, un coltello con il manico in legno e un tizzone avvolto in
una corteccia, parte di un elaborato kit per accendere il fuoco.
Indossava un copricapo di pelliccia d’orso con sottogola in pelle,
gambali di pelle d’animale cuciti e calzature da neve impermeabili,
fatte di pelle e corda, e imbottite con uno strato di erba isolante.
Aveva tatuaggi sulle articolazioni, forse un segno di agopuntura, e
portava con sé funghi dalle proprietà medicinali.
Dieci anni dopo il ritrovamento dell’uomo venuto dal ghiaccio,
un’équipe di radiologi fece una scoperta sensazionale: Ötzi aveva
una punta di freccia conficcata nella spalla. Non era morto congelato
dopo essere caduto in un crepaccio, come gli scienziati avevano
ipotizzato all’inizio: era stato ucciso. Quando il suo corpo fu
esaminato dalla Squadra neolitico del CSI, emersero i contorni del
delitto. Ötzi aveva tagli cicatrizzati sulle mani e ferite alla testa e al
petto. Le analisi del DNA rivelarono tracce di sangue di altre due
persone su una delle sue punte di freccia, di una terza sul coltello e
di una quarta sul mantello. Secondo una ricostruzione, egli
apparteneva a un gruppo di incursori che si erano scontrati con una
tribù vicina. Aveva ucciso un uomo con una freccia, che poi aveva
recuperato, ne aveva ucciso un altro e aveva nuovamente
recuperato la freccia; aveva portato un compagno ferito sulle spalle
prima di difendersi da un attacco ed essere a sua volta abbattuto da
una freccia.
Ötzi non è l’unico plurimillenario divenuto una star della scienza
alla fine del XX secolo. Nel 1996 a Kennewick, nello Stato di
Washington, alcuni spettatori di una gara di idrovolanti notarono che
da una riva del fiume Columbia spuntavano delle ossa. Ben presto
gli archeologi recuperarono lo scheletro di un uomo vissuto 9400
anni prima. 4 L’uomo di Kennewick non tardò a divenire oggetto di
battaglie legali e scientifiche molto pubblicizzate. Diverse tribù di
nativi d’America si batterono per ottenere la custodia dello scheletro
e il diritto di seppellirlo secondo le proprie tradizioni, ma un tribunale
federale respinse la richiesta, facendo notare che nessuna cultura
umana si era mai conservata per nove millenni. Quando gli studi
scientifici ripresero, gli antropologi scoprirono con stupore che
l’uomo di Kennewick era anatomicamente molto diverso dai moderni
nativi americani. Una relazione sostenne che aveva caratteristiche
europee; un’altra che era simile agli ainu, gli aborigeni del Giappone.
Entrambe le possibilità implicavano che le Americhe sarebbero state
popolate da diverse migrazioni indipendenti, contraddicendo le prove
del DNA, secondo le quali i nativi d’America discendono da un
singolo gruppo di migranti provenienti dalla Siberia.
Insomma, l’uomo di Kennewick ha finito per affascinare i curiosi di
scienza per molte ragioni. Ed eccone un’altra. Nel suo bacino è
conficcato un proiettile di pietra. Anche se l’osso risulta parzialmente
guarito, indicando che egli non morì per quella ferita, la prova
medico-legale è inconfutabile: qualcuno aveva attentato alla sua vita.
Questi sono soltanto due esempi di celebri resti preistorici che ci
hanno fornito notizie raccapriccianti su come incontrarono la morte
gli uomini a cui appartenevano. Molti visitatori del British Museum
hanno subìto il fascino dell’uomo di Lindow, un corpo di 2000 anni fa,
conservatosi quasi perfettamente, scoperto in una torbiera inglese
nel 1984. 5 Non sappiamo quanti dei suoi figli andarono a trovarlo,
ma sappiamo come morì. Un oggetto contundente gli fratturò il
cranio, un cordone intrecciato gli spezzò il collo e, per buona misura,
gli fu tagliata la gola. Forse era un druido sacrificato ritualmente in
tre modi per soddisfare tre divinità. Molti altri uomini e donne delle
paludi del Nordeuropa mostrano segni che testimoniano che furono
strangolati, uccisi a bastonate, pugnalati o torturati.
In un solo mese, nel corso delle ricerche per questo libro, mi sono
imbattuto in due nuove storie su resti umani in straordinario stato di
conservazione. Uno è un teschio vecchio di 2000 anni riportato alla
luce dal fondo di una fossa fangosa nel Nord dell’Inghilterra.
L’archeologo che lo stava pulendo sentì muoversi qualcosa, guardò
attraverso l’apertura alla base e vide una sostanza gialla, che si
rivelò un cervello. Ancora una volta, il raro stato di conservazione
non fu l’unica caratteristica degna di nota nel ritrovamento. Il cranio
era stato deliberatamente staccato dal corpo, e questo significava,
secondo l’archeologo, che era appartenuto alla vittima di un
sacrificio umano. 6 L’altra scoperta è quella di una tomba di 4600
anni fa, in Germania, contenente i resti di un uomo, una donna e due
ragazzi. Le analisi del DNA hanno rivelato che erano membri di un
unico nucleo familiare, il più antico noto alla scienza. I quattro erano
stati sepolti contemporaneamente, segno per gli archeologi che
erano stati uccisi in una scorreria. 7
Com’è che gli antichi non sono stati capaci di lasciarci un
cadavere interessante senza ricorrere a un delitto? Alcuni casi
possono avere una spiegazione innocente basata sulla tafonomia, i
processi per i quali i corpi si conservano per lunghi periodi. Forse, a
cavallo del I millennio gli unici cadaveri gettati in paludi, conservati in
salamoia per i posteri, erano quelli di vittime di sacrifici rituali. Ma per
la maggior parte di essi non c’è ragione di pensare che furono
preservati solo perché appartenevano a persone uccise. Più avanti
vedremo i risultati di perizie medico-legali in grado di stabilire come
un corpo antico abbia trovato la morte sulla base del modo in cui è
giunto fino a noi. Per ora i resti preistorici danno la netta impressione
che il Passato fosse un luogo dove si aveva un’alta probabilità di
subire danni fisici.
La Grecia omerica
La nostra idea della violenza preistorica dipende dalle circostanze
che hanno fatto sì che alcuni corpi si mummificassero o
fossilizzassero, ed è quindi, per forza di cose, più che carente. Ma
da quando iniziò a diffondersi la lingua scritta, i popoli antichi ci
hanno lasciato migliori informazioni sul proprio comportamento.
L’Iliade e l’Odissea sono considerate i primi grandi testi della
letteratura occidentale e occupano le righe iniziali di molte guide alla
lettura. Le due opere omeriche sono ambientate al tempo della
guerra di Troia, intorno al 1200 a.C., ma furono redatte molto più
tardi, fra l’800 e il 650 a.C., e si ritiene che riflettano la vita fra le tribù
e i chiefdoms del Mediterraneo orientale dell’epoca. 8
Oggi si legge spesso che la guerra totale, quella che prende a
bersaglio un’intera società e non soltanto le sue forze armate, è
un’invenzione moderna. Essa è stata imputata all’emergere degli
Stati-nazione, alle ideologie universalistiche e alle tecnologie che
permettono di uccidere a distanza. Ma se le descrizioni di Omero
sono veritiere (ed esse concordano con i dati archeologici,
etnografici e storiografici), le guerre nella Grecia arcaica non erano
meno totali di qualunque conflitto dell’età moderna. Agamennone
spiega così al re Menelao i suoi piani per la guerra:
O sciocco, o Menelao, perché ti affanni così
per costoro? forse perché belle cose han fatto nella tua casa
i Troiani? ah nessuno ne sfugga alla rovina e alla morte,
fuor dalle nostre mani, neppure chi porti la madre
nel ventre, se è maschio, neanche questo ci sfugga, ma tutti
spariscano insieme con Ilio, senza compianto né fama. 9
In The Rape of Troy lo studioso di letteratura Jonathan Gottschall
parla di come venivano condotte le guerre dai greci in età arcaica:
Navi veloci di poco pescaggio vengono portate a remi sulle spiagge e le
comunità costiere predate prima che i vicini possano accorrere in loro difesa. In
genere gli uomini sono uccisi, il bestiame e le altre ricchezze trasportabili
razziati, e le donne portate via per farle vivere fra i vincitori, come serve e
schiave sessuali. Gli uomini omerici vivono nella possibilità di una morte
improvvisa e violenta, e le donne nella paura per i loro uomini e figli, e di vele
all’orizzonte che potrebbero essere foriere di nuove vite di stupro e schiavitù. 10
Si legge anche, comunemente, che le guerre del XX secolo sono
state devastanti come nessun’altra prima perché combattute con
mitragliatrici, artiglieria, bombardieri e altri armamenti a lunga gittata,
liberando i soldati dalle naturali inibizioni contro il combattimento
corpo a corpo e permettendo loro di uccidere spietatamente un gran
numero di nemici senza volto. Stando a questo ragionamento, le
armi a mano non sarebbero neanche lontanamente letali quanto i
nostri strumenti di guerra ad alta tecnologia. Ma Omero descrive
vividamente i gravissimi danni che i guerrieri del suo tempo
potevano infliggere. Gottschall ci offre una sintesi delle sue
immagini:
Violati con sorprendente facilità dal freddo bronzo, i contenuti del corpo
sgorgano a fiotti viscosi: all’estremità di lance frementi spuntano pezzi di
cervello, giovani trattengono le viscere con mani disperate, occhi vengono
perforati o strappati ai crani e luccicano ciechi nella polvere. Punte acuminate si
aprono nuovi varchi in giovani corpi: in mezzo alla fronte, alle tempie, fra gli
occhi, alla base del collo, penetrano dritte nella bocca o nella guancia e le
passano da parte a parte, attraversano fianchi, inguini, glutei, mani, ombelichi,
schiene, ventri, capezzoli, petti, nasi, orecchie e menti. … Lance, picche, frecce,
spade, pugnali e pietre bramano di sentire il sapore della carne e del sangue.
Spruzzi di sangue velano l’aria. Volano frammenti di ossa. Da monconi freschi
ribolle il midollo …
All’indomani della battaglia, il sangue scorre da mille ferite mortali o
mutilazioni, trasforma la polvere in fango, e ingrassa le erbe della pianura.
Uomini sono infossati nel terreno da pesanti carri, da stalloni dagli zoccoli
appuntiti, e i loro sandali scompaiono alla vista. Il campo è disseminato di
armature e armi. Ovunque vi sono corpi che si decompongono, si liquefanno,
con cui banchettano cani, vermi, mosche e uccelli. 11
Il XXI secolo ha certamente visto stupri di donne in periodo di
guerra, ma da tempo essi sono trattati come atroci crimini, che la
maggior parte degli eserciti cerca di impedire e gli altri negano e
nascondono. Per gli eroi dell’Iliade, invece, la carne femminile era un
legittimo bottino di guerra: la donna era lì per essere goduta,
monopolizzata ed eliminata a loro piacimento. Menelao scatena la
guerra di Troia quando sua moglie, Elena, viene rapita.
Agamennone porta rovina tra i greci rifiutandosi di restituire una
schiava sessuale al padre, e quando cede si appropria di quella di
Achille, compensandolo in seguito con ventotto sostitute. Achille, da
parte sua, offre questa concisa descrizione delle proprie gesta:
«Così anch’io molte notti senza sonno ho vegliato, / e giornate di
sangue trascorso combattendo, / lottando contro uomini forti, per le
compagne loro». 12 Allorché Ulisse, dopo una lontananza di
vent’anni, torna dalla moglie, uccide gli uomini che l’hanno
corteggiata quando tutti lo credevano morto e, scoprendo che essi
frequentavano le concubine della sua casa, le fa uccidere da suo
figlio.
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