Ma le stelle quante sono – Giulia Carcasi

SINTESI DEL LIBRO:
Alice
Una vecchia canzone diceva:
"Tu sai tutto sulla realtà del mercato e qui io ammetto di essere negato.
Ma a inventare quel che non c'è io forse son più bravo di te... Tu hai i soldi,
io la fortuna di trovar fiori nella spazzatura. Perché a trovare quel che non c'è
io forse son più bravo di te."
E allora lascia perdere i conti e le cifre.
Sai dire quanto amore hai dentro? Un chilo? Un litro?
Non lo sai, eh?
E allora lascia perdere la matematica.
Inventa quello che non c'è.
Perché quello che c'è è di tutti.
. Ma se riesci a trovare quello che non c'è, be', allora hai qualcosa di solo
tuo. E se qualcun altro vede quello che vedi tu, be', allora hai trovato
qualcuno che ti vive.
Non lasciarlo fuggire. Fermalo! Vivilo! Scrivilo!
Le storie sono come le persone.
Non sono fatte per stare sole.
Da qualche parte nel mondo c'è qualcuno che vive una storia che si
specchia nella tua.
Guardati intorno!
Quel qualcuno non è tanto lontano da te.
È l'altra metà del libro.
Non perdere tempo a scrivere altre pagine...
Cercalo!
Il resto lo scriverete insieme.
Perché non c'è niente di più riuscito di due storie che s'intrecciano.
A Milla e ai suoi sonni di principessa. A mia madre,
ai segreti che ci hanno diviso e unito. A Carolina,
ai sorrisi che non ha risparmiato. A Giorgio e a tutti quelli che non
conosceranno mai un'emozione. Alle stelle,
che ci guardano in silenzio. A Carlo,
per avermi aiutato a contarle. E, perché no?, a me stessa, all'intensità
con cui vivo.
Io la sento nei piedi la vita, nel va e vieni di ogni giorno.
Sono le sette e mezzo e sono pronta.
Do un bacio a mia madre e uno a Milla, rubo tre biscotti alla scatola e li
mangio alla fermata.
Tre biscotti, non uno di meno non uno di più.
Solita corsa per occupare un posto libero sull'autobus, una conquista che
dura un attimo.
"Ragazzina, mi fai sedere? Ho mal di schiena", solito vecchio che cerca di
scipparmi il posto.
Mi do un'occhiata intorno: nessuno si alza, perché io?
Solito tentativo di fare come gli altri; poi però vince la diversità: mi alzo,
gli lascio il sedile.
E ora c'è proprio tutto, anche il solito "Prego".
Il liceo non si è ancora svegliato: la campanella delle otto e mezzo è il suo
primo sbadiglio.
Però la preferisco così questa scuola, senza gli urletti e le moine delle
ragazze, senza pantaloni bassi e frangette lisce. La preferisco così, silenziosa
come un mucchio di cemento che dorme.
Mi siedo sul muretto del cortile, prendo la Smemo dallo zaino, una Bic
blu e comincio a scrivere.
Scrivo favole del risveglio, che è strano perché di solito le favole servono
ad addormentarsi.
Nessuno ci ha mai pensato: favole del risveglio, una grande invenzione,
una carica di buonumore di prima mattina, altro che le merendine ai cinque
cereali... ci sarebbero meno guerre se la gente si svegliasse con una favola.
"E a vincere il Nobel per la pace è..."
.. .Alice Saricca, ultimo anno di liceo, il più bello, dicono
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