Harley & Rose – Carmen Jenner

SINTESI DEL LIBRO:
I matrimoni sono un momento di gioia, di festeggiamenti e amore. Non
devono essere tristi. Sognavo questo giorno da quando avevo cinque anni e,
se aveste chiesto a una mini me come me lo sarei immaginato, di sicuro non
avrei mai pensato di trovarmi mezza nuda e ubriaca mentre il mio migliore
amico piangeva la fine della sua relazione nella suite presidenziale nel
nostro albergo.
Inoltre, non avrei mai indossato un abito giallo canarino. Non avrei scelto
i frangipane che stavano attualmente violando la sacralità di questa stanza
con il loro odore nauseante e le faccine gialle e felici, e di sicuro non mi
sarei mai ritrovata seduta accanto al mio migliore amico che singhiozzava
sulla mia scollatura a causa di quella stronza che lo aveva abbandonato
all’altare per il suo istruttore di Krav Maga cinque minuti prima di
camminare lungo la navata della chiesa.
Okay, forse Harley non stava singhiozzando e non avevo tirato fuori le
tette per dire: “Ecco, lascia che le mie bocce ti consolino in questo
momento di bisogno”. Oh sìii. Era una cosa innocente. Harley aveva
semplicemente appoggiato il suo volto stupendo sulle mie tette mentre io gli
scostavo la chioma fulva dal volto.
Totalmente innocente.
Tuttavia, non era così che sarebbe dovuto andare il matrimonio del mio
migliore amico. Avrei dovuto essere io la donna che camminava verso di lui
all’altare. Sarei stata una visione con un abito color cipria di Vera Wang dal
corpetto di raso drappeggiato, una scollatura a cuore e una cascata di tulle
sulla gonna. Avrei scelto un bouquet di peonie color cipria, rose bianche e
rigogliose, e una spruzzata di astilbe rosa. Comunque, il momento migliore
sarebbe stato dire “Lo voglio” davanti ad amici e parenti in una cerimonia
in stile vintage durante un pomeriggio d’aprile. Avremmo allestito un
furgoncino del gelato a disposizione per gli ospiti più affamati, e ordinato
una torta a quattro strati di Glass Slipper Gourmet con una cascata di rose,
peonie e ortensie disposte ovunque in maniera delicata. Avremmo ballato
sulle note della nostra canzone preferita di Jeff Buckley – Lilac Wine – sotto
un mare di stelle e lanterne di carta al Conservatory of Flowers di San
Francisco. Chiaramente, avevo pensato parecchio al nostro matrimonio.
Per nostra fortuna, questa mostruosità giallo canarino non era stata scelta
per le nostre nozze e, che Gesù sia lodato, la Perla Nera della costa
occidentale era andata via. Sfortunatamente, Harley non sembra così felice.
Da qualche parte, oltre la mia mente annebbiata dallo champagne, mi
rendo conto che non sia un bene vedere Harley così infelice mentre piange
sulle mie tette dopo essere stato piantato all’altare senza tante cerimonie,
ma alla Rose ubriaca non importa che stia usando il mio davanzale al posto
dei fazzoletti.
«Mi ha lasciato. Quella stronza mi ha lasciato all’altare» dice per la
milionesima volta, e provo a non dargli uno schiaffo sulla testa come ero
solita fare quando eravamo bambini. Ovvio che l’ha lasciato. È una puttana
mangia-soldi che possiede più borse Gucci che buon senso.
«Lo so, Pan» provo a calmarlo.
«Sei l’unica, lo sai, giusto?»
«Lo so.» L’unica che lo capisce? L’unica sempre al suo fianco senza mai
esitare? L’unica che lo ama ancora dopo tutto questo tempo? Già, se i
desideri fossero cavalli, sarei una campionessa di rodeo. Non importa che
cosa intenda con “l’unica” perché sono tutte verità eccetto l’ultima. Sarei
“l’unica” per il resto dei miei giorni se me lo permettesse. Se solo aprisse i
suoi cavolo di occhi.
Gli accarezzo il viso, gli occhi gonfi, il profilo del naso, gli angoli lisci dei
suoi zigomi e la mascella marcata con la barba incolta. È bello poterlo
toccare di nuovo senza le occhiatacce di Barbie Stronza. Inoltre, toccarci
non è una novità per noi. Stiamo insieme dall’età di cinque anni. Be’, non
proprio insieme – è chiaro, dato che stava per sposare un’altra – ma insieme
nel senso che siamo amici dal primo giorno d’asilo.
Gli Hamilton si trasferirono nella villetta a schiera accanto alla nostra a
Noe Valley, San Francisco, due giorni prima dell’inizio della scuola. La
camera di Harley era proprio di fronte alla mia. Il giorno in cui
traslocarono, mi salutò dalla sua finestra. Io gli mostrai la lingua e chiusi le
tende.
Il primo giorno di scuola, quando Bryson Hopper mi aveva spinto nella
sabbionaia, Harley mi aveva aiutato a rialzarmi, e poi lo avevo spinto io. Da
quel giorno, non abbiamo fatto altro che stuzzicarci. Abbiamo giocato
anche in altri modi che non richiedevano l’uso di vestiti.
Scuote il capo. «Cazzo. Ho speso una fortuna per questo matrimonio.
Dovrò pagare il catering per del fottuto cibo che non abbiamo mangiato,
per non parlare della sala, i musicisti e i fiori.»
«I fiori erano un mio regalo, e se pensi anche solo per un secondo di
ripagarmi, ti farò del male, Harley.»
«Erano bellissimi, lo sai?» Appoggia la testa sul mio grembo, e sento una
fitta allo stomaco e in una parte più intima. «Le tue creazioni lo sono
sempre.»
«Be’, le avrò anche concesso di usare i frangipani, ma non le avrei mai
permesso di ricoprire la sala con quei fiori. Riesci a immaginare che cosa
avrebbe significato riguardare le foto dopo dieci anni?» chiedo, esasperata.
Harley non risponde perché sa come reagisco quando le spose decidono i
fiori sbagliati. Chiunque desidera che il giorno più bello della propria vista
sia intramontabile e stupendo, e non avere l’aria di una festa hawaiana
organizzata da Barbie Malibu faccia di culo. Inoltre, se qualcuno avesse un
debole per certe cose, dovrebbe cercare un’alternativa… e anche l’aiuto di
qualcuno come Dale Tutela. Quell’uomo è un dio quando si tratta di
organizzare eventi.
«Se avessi fatto di testa mia, sarebbe stato stupendo» mormoro,
sognando il matrimonio che pianifico da metà della mia vita. Abbasso lo
sguardo su Harley e, non appena vedo la sua espressione cupa e gli occhi
blu tormentati, sento il cuore andare in frantumi. Comunque, alcuni pezzi
del mio cuore distrutto stanno facendo i salti di gioia. Sono un’amica
orribile perché non dovrei essere felice, ma lo sono. Il mio amico ha il cuore
spezzato, è stato mollato all’altare, e io sono ubriaca ed euforica. Per la
cronaca, anche lui è ubriaco, quindi non sto di certo stappando bottiglie di
champagne per brindare alla sua vita solitaria, ma questo non impedisce al
senso di colpa di tormentarmi, perché quello che era cominciato come il
giorno più bello della sua vita, e il più infelice della mia, si è ribaltato del
tutto.
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