First Sin – Connie Furnari

SINTESI DEL LIBRO:
Sto camminando per strada. Le vie di San Francisco sono affollate
come sempre e io mi diverto a passeggiare, facendo finta di essere
una donna qualunque.
Ma non sono una donna qualunque.
Osservo le vetrine dei negozi, indecisa se comprare o meno un
altro vestito: ho le braccia piene di pacchetti. Sto pensando a cosa
fare, quando un uomo mi si avvicina.
«Salve» la sua voce è intimidita.
«Salve» rispondo, non sapendo cos’altro dire.
Lo sconosciuto osa parlare con me. «Scusi se mi permetto, ma
l’ho notata poco fa e non mi sembra giusto che una donna così bella
debba restare da sola… Posso offrirle la cena?»
Sorrido, mi sento lusingata, ma scuoto il capo, mentre le luci del
crepuscolo velano tutto di un tenue color violaceo.
«Non credo sia opportuno. Sono impegnata.»
«Oh, mi scusi.»
L’uomo, bello e vestito casual, se ne va a malincuore.
Vorrei potergli dire che non sa di aver rischiato grosso, che io non
sono quella che crede.
Il mio nome è Grace Spencer, e sono la donna del boss Nick
Bonelli.
Se qualcuno ci vedesse assieme, la mattina dopo troverebbero il
suo corpo nell’oceano a far compagnia ai pesci o sotto un cumulo di
cemento armato.
È da un anno che vivo da sola ma che frequento Nick. Abbiamo
deciso di comune accordo di mantenere ognuno il proprio
appartamento perché lui ha i suoi affari, di cui occuparsi.
E io ho la mia vita.
Lavoro come spogliarellista al suo club.
Sono la sua puttana.
***
L’appartamento è come sempre, di lusso. C’è un televisore al
plasma, una scrivania in legno di noce. Un divano nero di pelle.
Questo è il posto dove ci incontriamo, al piano attico del Blue
Spritz Club, il locale del mio uomo.
Davanti a me c’è Nick, che fuma un sigaro.
Il suo aspetto italo americano è palese: completo gessato giacca e
cravatta, capelli neri con striature grigie alle tempie. Mascella
quadrata.
È alto e prestante, un bell’uomo.
Sono orgogliosa di essere la sua donna.
«Quindi hai toccato per sbaglio il culo di quella cameriera?» mi
esprimo, spegnendo la mia sigaretta, facendogli notare il mio
disappunto.
Lui lo fa sempre, tocca il sedere di tutte le sue dipendenti.
«Tesoro, io sono il capo di tutta la baracca» ride Nick con orgoglio.
«E tutti devono capire chi comanda. Ma sai che rimani sempre tu la
mia preferita…»
Non so se credergli o no.
È sempre stato un puttaniere, però sa come convincermi.
Sa sempre come prendermi.
Nick mi si avvicina, con il suo sguardo azzurro che non ammette
repliche e mi sento sciogliere. Dalla giacca tira fuori una scatolina di
Tiffany.
«Aprila» mi impone.
Obbedisco e trovo il più bel bracciale di rubini che abbia mai visto.
«Nick, ma è bellissimo. Grazie!»
«Tutto, per la mia regina di cuori.»
Me lo allaccia al polso sinistro e mi sento davvero una regina, con
una cosa del genere addosso.
Ci osserviamo e non c’è più niente da aggiungere. Ci baciamo e
tutto va come da programma.
«Dammi la tua bella figa» mi dice lui.
È il suo modo di parlare, oramai ci sono abituata, ma anche io non
sono da meno.
«Vuoi che apra le cosce per te, Nick?»
«Sì…»
Ubbidisco anche stavolta. Mi sfilo via dal collo il mio tubino nero.
So che dovremo sbrigarci perché poi dovrò fare il mio numero al
night club ma di solito le nostre scopate durano poco.
Resto in tanga.
Nick si toglie la giacca, si slaccia la cravatta.
Rimane a torso nudo, con solo i pantaloni del completo. Sappiamo
che i suoi uomini sono dietro la porta e non corriamo nessun rischio
che qualcuno ci interrompa.
Lui si china su di me e mi lecca i capezzoli. «Sono duri come
pietre, porca puttana.»
Gemo mentre mi lascio leccare.
Succhia uno dei miei capezzoli con fame vorace così afferro il suo
capo e lo costringo a insistere.
I miei gemiti diventano sempre più forti.
Infila una mano nei miei slip e poco dopo il suo medio profana la
mia intimità.
Lo sento entrarmi dentro, risalirmi fino a farmi male.
Spingere e spingere.
Comincio a bagnarmi e non resisto più.
«Ora ti fotto» è la sua frase seguente.
Non è mai stato dolce con me durante il sesso, ma a me piace la
violenza, e non la dolcezza.
Non ho mai sperimentato altro con gli uomini.
Mi mette a quattro zampe sul divano e mi dilata il sedere con le
mani.
In un attimo, il mio sesso è riempito dal suo, che è pieno e duro.
Lo sento spingere di nuovo, ma stavolta è molto più violento.
«Sì, così… godi» mi incita.
Sospiro assieme a lui, mentre con le mani mi stimola i capezzoli e
continua a tenermi ancora a quattro zampe.
«Ti vengo dentro, ti riempio» dice infine.
Schizza dentro di me, mi sento piena della sua essenza.
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