Corteggiando – Amber Kell

SINTESI DEL LIBRO:
Alesandro si chinò per mormorare all’orecchio del bel biondo.
“Credi che sia single?”
“Può darsi. Non porta anelli e, quando ci siamo conosciuti, mi
ha fissato a lungo.”
Il vampiro sbuffò. “Questo significa solo che non è cieco.”
Il suo accompagnatore ridacchiò. Al sorrise. Gli piaceva far
ridere Anthony. Nei mesi trascorsi a costruire l’albergo destinato a
una clientela paranaturale, i due erano diventati buoni amici.
Alesandro ammirava molto Anthony per il fatto di essere, oltre che
una persona molto dolce, anche un architetto geniale. Si erano
trovati quella sera per discutere con il carpentiere del design delle
suite destinate ai vampiri.
Alesandro e Anthony avevano stipulato un accordo. Al, capo
di una piccola comunità di vampiri, avrebbe fornito delle consulenze
in cambio della disponibilità gratuita di una delle stanze del futuro
albergo. I vampiri erano creature molto territoriali e la stanza
sarebbe stata perfetta per ospitare vampiri importanti, provenienti da
altre città, che Alesandro avrebbe preferito non tenersi vicino.
Mentre ammirava il bel falegname chinarsi per prendere una
misura, dovette ammettere che quell’accordo gli procurava ulteriori
benefici.
“Smettila di sbavare. Farai innervosire quel poveretto. Per non
parlare del fatto che potrebbe scivolare sulla tua bava,” commentò
Anthony con un sorriso.
“Il ‘poveretto’ si chiama Calvin,” disse il falegname, voltandosi
a guardare i due. “E il giorno in cui mi dispiacerà essere fissato da
due begli uomini sarà quello in cui qualcuno scaverà una buca e mi
ci butterà dentro, perché sarò morto.”
Sorrise, sfoggiando due profonde fossette nelle guance
abbronzate. Lo sguardo dei suoi caldi occhi marroni conteneva una
nota di allegria. Il colore della sua pelle aveva una sfumatura
olivastra, probabilmente ereditata da qualche avo spagnolo.
Gnammm.
“Immagino che la sottigliezza non sia il nostro forte,” disse
Anthony. “Comunque, grazie per essere venuto così tardi. Il mio
amico Alesandro non ama la luce del giorno.”
“Wow, alla faccia della riservatezza,” commentò Al, scuotendo
la testa. “Il mio ardito amico ha trascorso troppo tempo in compagnia
dei licantropi. Anche se la sua indiscrezione mi spinge a mia volta a
chiederti se ti piacerebbe uscire con un vampiro.”
Calvin rise. “Ho capito tutto: sei tu quello discreto dei due.”
“Nah, stordisco la gente col mio sorriso,” disse Al, sfoderando
i suoi denti bianchissimi.
Il falegname scosse la testa e tornò alle sue misurazioni,
fermandosi di tanto in tanto per annotare qualcosa in un blocchetto
che teneva nella tasca anteriore, quando non lo usava per
scribacchiarvi oscuri appunti. Al era riuscito a sbirciare, ma non
aveva la minima idea di cosa significassero tutti quei numeri.
“Se farai un buon lavoro, ti chiamerò ancora. Questo è solo il
primo di una lunga serie di progetti che ho in mente,” disse Anthony.
“Dei quali immagino Silver sia al corrente,” intervenne Al. Non
ci sperava molto. Uno dei massimi piaceri di Anthony era tenere il
suo grosso e cattivo compagno sulle spine.
“E che divertimento ci sarebbe?” chiese Anthony, sbattendo le
lunghe ciglia. “Non vorrei mai che il mio compagno si annoiasse.”
Calvin rise di nuovo. Al decise che avrebbe anche potuto
abituarsi a quel suono.
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