Caro angelo inatteso – Mary Balogh

SINTESI DEL LIBRO:
Le due giovani si sentirono fremere di emozione quando fecero il loro
ingresso a Londra su una carrozza sontuosa in un tardo pomeriggio di aprile.
Anziché lanciarsi in commenti ed esclamazioni, come ci si sarebbe aspettati
giacché avevano chiacchierato quasi senza sosta per tutto il viaggio dal
Gloucestershire, ammutolite dallo stupore guardavano dai finestrini le strade
affollate, disadorne e a volte squallide della periferia cedere poco alla volta il
passo alla splendida eleganza di Mayfair.
— Oh — sospirò una delle due rompendo il lungo silenzio — finalmente
ci siamo, Jenny. Finalmente! D'un tratto mi sento molto piccola, molto
insignificante, e molto... — Sospirò un'altra volta.
— Spaventata? — suggerì l'altra senza smettere di guardare fuori.
— Oh, Jenny. — Miss Samantha Newman distolse lo sguardo dal
finestrino per volgersi verso la compagna. — Beata te che sei tranquilla e
soddisfatta. Tu qui troverai lord Kersey, impaziente di travolgerti con il suo
amore, ma cerca di immaginare cosa significhi non avere nessuno. E se, dopo
avermi lanciato un'occhiata, i gentiluomini della città abbozzano una smorfia
di disgusto? E se al primo ballo faccio tappezzeria per tutta la sera? E se... — Si
interruppe risentita quando l'altra giovane scoppiò a ridere allegramente, ma
poco dopo si unì alla sua ilarità. — BÈ, potrebbe accadere, sai.
— Già, e i maiali potrebbero volare a sud per l'inverno — ribatté Miss
Jennifer Winwood con scarsa partecipazione. — Basta ricordare come tutti i
signori a casa sono pronti a pestarsi i piedi pur di essere i primi al tuo fianco
in ogni occasione.
Samantha arricciò il naso con un'altra risata. — Questa è Londra, però;
non la campagna — osservò.
— E allora la malattia dei piedi pestati finirà per diffondersi anche qui —
commentò Jennifer, ammirando con affetto venato di invidia la bellezza
perfetta della cugina: i riccioli biondi corti e luminosi, i grandi occhi azzurri
incorniciati da lunghe ciglia più scure dei capelli, il delicato incarnato di
porcellana che grazie al colorito naturale delle guance non rischiava di farla
apparire slavata. Sam era minuta ma non troppo, ben proporzionata, formosa
al punto giusto. Jennifer spesso si dispiaceva del proprio aspetto più
appariscente, meno raffinato. Gli uomini ammiravano i suoi capelli rosso
mogano, che non aveva avuto il coraggio di tagliare neppure quando la moda
li aveva imposti più corti, i suoi occhi scuri, le gambe lunghe e la figura
procace. Spesso aveva la sgradevole sensazione di assomigliare a un'attrice o a
una cortigiana... non che ne avesse mai vista una... piuttosto che a una
signora. Il suo solo desiderio era infatti apparire ed essere una perfetta
signora, mentre non si curava affatto dell'ammirazione maschile.
Esclusa quella di lord Kersey, Lionel. Non aveva mai pronunciato ad alta
voce il suo nome di battesimo davanti ad altri, ma qualche volta lo sussurrava
a se stessa, e nel suo cuore e nei suoi sogni lui era semplicemente Lionel.
Sarebbe diventato suo marito. Presto. Prima della fine della Stagione. Lui le
avrebbe avanzato la formale proposta di matrimonio nel giro di pochi giorni
o di qualche settimana; quindi, una volta presentata a corte e poi in società in
occasione di un gran ballo, si sarebbe pensato all'organizzazione del
matrimonio, da celebrarsi nella chiesa di St George, in Hanover Square.
Dopodiché sarebbe stata presentata di nuovo a corte come donna maritata.
Presto, molto presto, ormai. Dopo una lunghissima attesa. Cinque
interminabili anni.
— Oh, Jenny. Direi che ci siamo. — La carrozza aveva svoltato in una
piazza grande ed elegante per poi rallentare davanti a una dimora signorile. —
Deve essere Berkeley Square.
In effetti erano giunte a destinazione. Il portone a due battenti si spalancò
davanti ai loro occhi lasciando uscire uno stuolo di servitori in livrea. Altri
saltarono giù dalla carrozza carica di bagagli che per tutto il viaggio aveva
seguito la loro; uno sollevò e depositò a terra due cameriere che il cocchiere in
persona aveva aiutato a scendere giù per i gradini della carrozza. Jennifer
pensò divertita che l'agitazione e il trambusto sembravano eccessivi per
l'arrivo di due persone non certo importanti. Lei aveva trascorso tutti i suoi
vent’anni nella relativa mancanza di formalità che caratterizzava la vita in
campagna.
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