Un amore contro il tempo – Alessandra Cigalino

SINTESI DEL LIBRO:
Nella sala da biliardo allestita nell’area ricreativa della SPY, si
respirava un’aria strana quella sera. Mark e Peter centravano le
buche, ma senza gioire come di consuetudine. Nelle giornate
lavorative era tutto facile come al solito, ma da quando avevano
perso uno dei componenti più validi nonché un vero amico, gli attimi
di stallo erano i più difficili, perché lasciavano troppo tempo per
pensare. Sapevano perfettamente che sarebbero andati avanti anche
per onorare il ricordo del loro capo squadra, ma ora come ora tutti
speravano che il tempo potesse scorrere più veloce, in modo da
riuscire a metabolizzare il terribile incidente nel quale era stato
coinvolto Jack.
Mark spesso si soffermava a pensare alle scelte del suo amico, e
ogni volta si convinceva sempre più che, dal momento in cui si
varcava la soglia della SPY, nessuno doveva mai essere condizionato
da elementi esterni. Erano soprattutto i sentimenti a dover restare
fuori, lontani dagli agenti che si erano impegnati a onorare il patto.
Mark mandò in buca la palla numero cinque e rimase assorto nei
suoi pensieri, promettendosi ancor di più che niente e nessuno
avrebbe mai condizionato la sua vita. Lui era un agente della SPY,
dove il cuore non poteva avere voce in capitolo. Dal momento in cui
si veniva reclutati, si firmava il patto di lasciare la vita precedente
fuori, di diventare fantasmi capaci di agire in missioni pericolose,
senza mai rivelare la propria identità, ma acquisendone molte altre,
sotto falsa copertura.
«Ah! Per me stasera non è serata, ho già capito!» esclamò, tutt’a
un tratto Peter, distogliendo così Mark dai suoi pensieri.
«Dai! Facciamo ancora un’altra partita!» insisté Mark, vedendo il
compagno sistemare la stecca nell’apposita parte del muro.
«No, amico, stasera vado in stanza. Credo sia meglio. Domani il
mister ci darà una missione e preferisco riposare. Tu non vieni?»
chiese Peter salutando gli altri pochi ragazzi presenti ancora nella
sala.
«Sì, tra poco. Per ora, faccio ancora un paio di tiri. Sai, mi alleno
per stracciarti anche domani sera» rispose Mark con un sorriso
forzato.
«Agente Stevens, non va a nanna presto lei?». Quella voce era ben
chiara a Mark. Una voce che lo irritava particolarmente quella sera.
«Il latte e biscotti l’hai preso stasera?» continuò Robert Parker, il
capo della squadra avversaria. Quella che, causa ultime vicissitudini,
era salita in graduatoria, sorpassando quella capitanata ora
dall’agente Mark Stevens e di cui faceva parte Peter Norton.
«Lasciaci stare, Parker! Vatti a fare una birra e levati di torno!» fu
la reazione di Peter, che capiva lo stato di agitazione di Mark quella
sera. Non ci sarebbe voluto molto a far alterare il suo amico, e Robert
lo sapeva perfettamente. Ecco perché continuava a punzecchiarlo
ultimamente, per farlo scattare contro di lui e perdere così i punti
accumulati, che avrebbe comportato automaticamente scendere in
classifica.
Per ora, vi erano dieci squadre, ognuna composta da almeno venti
agenti. Ogni squadra della SPY acquisiva come capo colui che
raggiungeva il maggior punteggio. Tra tutti i capi si svolgeva, una
volta al mese, una sfida: una missione assolutamente top secret da
risolvere in sole ventiquattro ore. In quel caso, il vincitore acquisiva
cento punti.
Mark era il primo in classifica e Robert il secondo. Ma per Parker
la sfida non si svolgeva solo fuori, sul campo, per portare al termine
la missione insieme ai suoi compagni nel miglior modo possibile, no.
Per lui, la vita alla SPY era una sfida continua, tanto da infierire
psicologicamente sulla persona persino nei momenti di apparente
svago.
«Ehi, Norton, ma non stavi andando a nanna tu? Avete sentito
ragazzi? Oooh, per caso, qualcuno vuole andare a rimboccargli le
coperte?»
Tra le risate forzate dei compagni di squadra, Robert fissò a lungo
il volto di Mark, che non aveva lasciato nemmeno per un istante gli
occhi di Parker.
«Cosa c’è, Stevens? Vuoi dirmi qualcosa?» chiese all’improvviso
l’agente più odioso della SPY con il volto a un soffio da quello di
Mark, che a sua volta teneva testa al suo sguardo, serrando le
mascelle quasi per sedare il ringhio che aveva in corpo. Quanto
avrebbe desiderato urlare in faccia a quel Parker!
«Cosa sta succedendo qui?» chiese mister Owen, sopraggiunto tra
i due ragazzi, sovrastandoli con la sua stazza imponente.
«Niente, mister. Si stavano dando la buonanotte» li difese Peter,
che nel frattempo si era avvicinato al suo amico per evitare ogni
eventuale gesto inconsulto causato dalla bella dose di antipatia nei
confronti di Robert.
«Tutti in stanza! Subito! Forza!» urlò il mister, facendo sobbalzare
di poco le spalle di Mark e Parker che non avevano distanziato
nemmeno per un istante l’uno lo sguardo dall’altro.
«Sì, mister!» risposero in coro tutti gli agenti della SPY, e
prontamente uscirono dalla sala per dirigersi verso le loro camere.
Mark sapeva perfettamente che non avrebbe dovuto guardare in
quel modo Robert. Così facendo, aveva innescato in lui ancor di più
la volontà di continuare a istigarlo in quel modo, ma non poteva fare
altrimenti. Sapeva che i suoi nervi non erano per nulla saldi in quel
periodo, ma era del tutto cosciente del fatto che non doveva riversare
la sua frustrazione sui suoi compagni, anche se rivali.
Mentre camminava al fianco di Peter nel lungo corridoio d’acciaio,
decise di cambiare strada, dirigendosi verso sinistra.
SCARICA IL LIBRO NEI VARI FORMATI :
Commento all'articolo