Ti amerò, mio duca – Adele Ashworth

SINTESI DEL LIBRO:
Erano passati quattro lunghi mesi dall’ultima volta che Sam era stato
con una donna; probabilmente un anno da quando ne aveva toccata
una di cui ricordasse il nome. Quella sera, però, malgrado le
circostanze, aveva intenzione di cercare compagnia. Da secoli non
sentiva tanto bisogno di fare quattro salti fra le lenzuola. Purtroppo,
le circostanze comprendevano l’esiguo assortimento di dame ben
educate, che sfilavano davanti a lui ridacchiando intimidite, in un
arcobaleno di abiti variopinti, per celebrare il debutto in società della
sua lontana cugina Beatrice. Era una di quelle feste a cui si sentiva in
dovere di partecipare, una delle prime della Stagione, e non aveva
niente di buono da offrirgli per alleviare le sue pene.
La completa mancanza di attenzioni, negli ultimi tempi, da parte
dell’altro sesso era una faccenda davvero patetica, soprattutto per
lui: Samson Carlisle, l’eminentissimo, scapestrato, scandaloso quarto
duca di Durham.
O così gli era stato detto. Cos’avrebbero pensato gli altri nobili
libertini, se avessero saputo del suo recente disinteresse nei confronti
del gentil sesso? Lui aveva una reputazione famigerata da difendere.
Naturalmente, nessuno lo conosceva davvero come pensava.
Nemmeno gli amici più intimi.
In piedi, poggiato a un’alta colonna di marmo con volute di
bronzo e oro, sul lato opposto della sala rispetto alla scalinata
imponente e lussuosa, Sam sorseggiava un whisky piuttosto acido,
osservando lo sfacelo sulla pista da ballo davanti a sé. Da quella
posizione strategica riusciva a vedere quasi tutta la sala passando
relativamente inosservato. Lui odiava le feste. In realtà, detestava
ogni circostanza che lo ponesse al centro dell'attenzione; essendo
quasi sempre l’individuo di rango più elevato e uno dei più ricchi, la
maggior parte dei presenti gli gravitava intorno. A volte era palese,
altre volte no. I gentiluomini volevano discutere proposte d affari; le
giovani innocenti ridacchiavano e imploravano il suo interesse con lo
sguardo; le dame sposate civettavano leziosamente, talvolta
offrendogli scaltri inviti che lui, senza eccezioni, rifiutava. La più
grande lezione che aveva imparato nei suoi trentaquattro anni di vita
era di non fidarsi mai, in nessuna circostanza, di una donna sposata.
Tanta fiducia nel fascino segreto dell’esperienza finiva sempre per
rovinare un uomo, com’era quasi successo con lui.
— Di nuovo solo, eh?
Quel commento ironico, eco dei suoi pensieri, proveniva da Colin
Ramsey: suo amico di vecchia data, rivale occasionale nelle questioni
di donne, nonché l’unico tra i presenti di rango più o meno uguale al
suo. Per il resto, non cerano in tutta l'Inghilterra due uomini più
diversi sotto ogni punto di vista.
— A differenza tua — replicò Sam in tono sarcastico, senza
guardarlo. — Credo che tu sia stato con tutte le dame qui presenti.
Colin fece una risatina. — Sono certo che intendi dire solo sulla
pista da ballo.
— Ovvio.
— Ovvio. Ebbene sì, ho ballato con quasi tutte le dame qui
presenti.— Ramsey emise un grugnito. — Mi fanno male i piedi.
— Prova a metterli a mollo — borbottò Sam.
— Ah — commentò subito l’altro. — È questo che fai tu dopo una
lunga serata di valzer?
Sarti si trattenne dall’impulso di sbuffare. — Sì, è questo «ho
faccio io dopo una lunga serata di valzer.
Colin rise ancora, lanciandosi un’occhiata intorno mentre
sollevava la mano per bere una lunga sorsata del suo drink. — Tu che
balli il valzer. Quando nevicherà in agosto, forse — aggiunse al di
sopra del bicchiere.
Sam guardò l’amico, di soli tre o quattro centimetri più basso del
suo straordinario metro e novanta. Colin, che indossava soltanto
abiti eleganti e costosi, continuava a contemplare la pista da ballo
con l’aria di sentirsi del tutto a proprio agio, come gli accadeva di
solito sotto gli sguardi scrutatori e interessati del bel mondo. Pei'
poco Sam non diede voce al proprio disgusto: per quanto riuscisse a
ricordare, aveva sempre provato una certa gelosia mista ad
ammirazione per il fascino disinvolto di Colin, per la sua indole
rilassata e sicura di sé e l’intuito che possedeva in fatto di donne. Al
confronto, lui non faceva certo una gran figura.
— Santo Dio, l’hai vista?
Sam sobbalzò, sorpreso da quell’esclamazione di sgomento.
Guardò di nuovo l’amico, che stava fissando l’imponente scalinata
dall’altro lato della sala: un pianerottolo proprio al di sopra della
folla, concepito per esibire dame agghindate e madri in
avanscoperta.
— Visto cosa? — gli chiese contrariato.
Colin fece un ghigno sbilenco. — Un angelo luccicante d’oro.
Sam puntò l’attenzione sulla scalinata di marmo, scorgendo solo
due ragazze vestite di rosa che entravano in sala da ballo
confondendosi in un turbinio di gonne pastello. Niente di così
antiquato come l’oro. O forse l’oro andava di moda, in quel periodo?
— Devo dedurre che hai visto una dama che vorresti sposare?
— Sì.
A quell’affermazione, Sam sbattè le palpebre e, alzando le
sopracciglia, ripetè: — Sì? Lo sai, vero, che la parola "matrimonio”
comporta un impegno per tutta la vita, cosa che finora sei sempre
stato riluttante ad assumere?
Colin lo ignorò, ancora ipnotizzato dalla donna in questione. — È
splendida, ma l’ho persa di vista dopo che è scesa dalle scale.
Sam emise un grugnito soddisfatto. — Peccato. Probabilmente
non la vedrai mai più.
L’altro scoppiò a ridere. — Oh, intendo vederla ancora. Sarebbe
opportuno che venissimo quanto meno presentati prima di sposarci,
non credi?
Si trattava evidentemente di una domanda retorica, perché
l'amico porse il bicchiere vuoto a un valletto lì vicino e si allontanò,
scomparendo tra la folla.
— È probabile che sia già sposata — borbottò Sam tra sé, per
sentirsi meglio. Le donne più belle, le più desiderabili dentro e fuori
dal letto, erano sempre sposate. Questa convinzione l’aveva guastato
nel corso degli anni. E, in certe occasioni, l’aveva salvato.
Un peccato, davvero.
— Vostra Grazia?
Sam si voltò verso destra, notando con un pizzico di fastidio che
lady Ramona Greenfield aveva portato accanto a lui la sua figura
statuaria, con un sorriso di autentico piacere sulle labbra lunghe e
sottili.
— Lady Ramona, come state oggi? — le chiese con educazione,
cercando di non manifestare un’eccessiva riluttanza. Se lei l’aveva
avvicinato, quella sera, poteva esserci un motivo solo.
— Vostra Grazia — ripetè la donna con una riverenza, mentre lui
le prendeva la mano per portarsela alle labbra — ho novità
interessanti per voi.
Sam sospirò. Lady Ramona non pensava proprio ad altro che a
combinare matrimoni. — Novità? — fu la sua unica risposta.
— Più che altro un’opportunità insolita, suppongo. — La donna si
sistemò i capelli radi e ingrigiti al lato della testa, ostentando una
certa titubanza. — Una presentazione, per l’esattezza, se mi
consentite l’audacia. Anche se, devo dire, potrebbe essere un po'...
sopra le righe.
A quelle parole, Sam aggrottò leggermente le sopracciglia. — Vi
prego, continuate — fu l’unica risposta che gli venne in mente,
mentre il suo interesse iniziava a destarsi.
La donna spostò il peso da un piede all’altro, giocherellando con il
fazzoletto di pizzo che teneva avvolto tra le dita. — Ebbene, Vostra
Grazia, pare ci sia una... — si chinò verso di lui e sussurrò, quasi
senza emettere suono: —... donna francese che vorrebbe fare la
vostra conoscenza.
Sam restò di sasso. Per un istante sentì lo stomaco chiudersi, la
mano serrarsi intorno al bicchiere.
Una donna francese. Qualcosa di decisamente inquietante,
considerando il passato di Sam, e ben al di là della sua pazienza e del
suo tempo. Non c’era altra persona al mondo che avrebbe respinto
con più soddisfazione.
Rivolgendo a lady Ramona quello che considerava il suo sorriso
più accattivante, le rispose con un lieve cenno del capo: — Devo
ringraziarvi per l’opportunità, ma non credo che sia il momento
appropriato per una presentazione.
Era una risposta scortese; Sam lo capì quando la vide dischiudere
le labbra in un rantolo impercettibile. Eppure, con sua sorpresa, lady
Ramona non si lasciò scoraggiare. Divenne rossa per l’imbarazzo e si
dimenò inquieta nel corsetto, tuttavia mantenne caparbiamente la
sua posizione.
— Perdonatemi, Vostra Grazia — disse a voce più bassa,
chinandosi verso di lui — ma questa donna è... diversa. È piuttosto
insistente, e di attributi eccezionali, se così posso esprimermi.
Quella descrizione suscitò il suo interesse, proprio come lei si
aspettava. Sam sollevò le sopracciglia.
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