La paura è una sega mentale: Come liberarsene per sempre- Giulio Cesare Giacobbe

SINTESI DEL LIBRO:
La paura è una tigre in agguato nella nostra stessa ombra, sempre pronta a
ghermirci.
E ci insegue per tutta la vita.
La
paura
è
l'unica
cosa
che
può
rovinarci
questa
nostra
vita
meravigliosa.
Il resto, perdite, abbandoni, sconfitte, umiliazioni e aggressioni, sono per noi
portatori di sofferenza soltanto perché accompagnati dalla paura.
Senza la paura tutti gli eventi anche negativi della nostra vita non possono
toglierci la nostra naturale gioia di vivere.
Tutta la nostra sofferenza deriva dalla paura.
tutta la nostra sofferenza deriva dalla paura
L'incomprensione, l'astio, la diffidenza, il sospetto, l'acredine, il rancore, l'odio,
l'aggressività, la violenza, il malumore, la tristezza, la malinconia, l'angoscia, la
disperazione.
Tutti prodotti della paura.
La paura è il vero grande nemico della nostra vita.
la paura è il vero grande nemico della nostra vita
Della nostra felicità. Della nostra pace. Della nostra gioia di vivere.
La paura è il demonio.
Ma questo demonio non ha un'esistenza fuori di noi. Il demonio è dentro di noi.
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Siamo noi stessi.
O meglio una parte di noi stessi.
Che cos'è infatti la paura?
La paura è la nostra reazione a un'aggressione.
Lo sanno tutti, che noi ci pigliamo paura quando siamo oggetto di
un'aggressione.1
Ma non tutti sanno che l'aggressione viene configurata come tale non dalla realtà
ma dal nostro filtro cognitivo.
le aggressioni vengono configurate come tali dal nostro filtro cognitivo Il nostro
rapporto con il mondo non è diretto. Esso passa attraverso il nostro cervello. E'
nel nostro cervello, che c'è il filtro cognitivo. Il seguente diagramma illustra il
processo.
REALTÀ
filtro cognitivo
cosciente
inconscio
Il nostro inconscio, cioè il nostro cervello, determina il nostro filtro cognitivo,
che è del tutto personale.
Infatti deriva dalla nostra esperienza e quindi dalla nostra memoria.
1 Io vengo spesso designato come il maestro delle ovvietà. Le ovvietà sono
quelle cose che sono sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vede. E
quando uno le vede gli altri dicono: «Ma è ovvio!». Mi sta benissimo, essere
considerato un maestro di ovvietà. Perché sono in buona compagnia.
Maestri di ovvietà erano anche Bertrand Russell, George Bernard Shaw e Oscar
Wilde. Come mai tutti inglesi?
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