Sandalo e menta – Giulia Masini

SINTESI DEL LIBRO:
Lo sportello della carrozza si aprì lasciando entrare
una folata di vento fresco e profumato di salsedine.
Cassandra inspirò con forza quel buon odore, quindi
scese dalla vettura e lasciò vagare lo sguardo
sull’imponente residenza. Saxton Manor era sempre in
ottime condizioni e se ne sentì rallegrata. Era cresciuta a
East Row fino all’età di dieci anni poi, quando sua madre
era convolata a seconde nozze, si erano trasferite a
Londra. Era stata dura lasciare l’unica casa che aveva
conosciuto fino ad allora, gli amici e la libertà di una vita
lontana dalle regole sociali, e ancora più difficile
imparare a comportarsi come conveniva alla figliastra di
un conte.
– Siamo arrivati? – mugolò Elizabeth dall’interno della
carrozza.
– Siamo arrivati! – le fece eco Colin spuntando sulla
soglia dello sportello; il visetto acceso dall’eccitazione.
Il bambino si diede una breve occhiata intorno, quindi
spiccò un salto ignorando la mano tesa della sorella
maggiore.
Quando anche Elizabeth fu scesa dalla carrozza,
Cassandra abbozzò qualche passo verso il maniero. La
nonna si era già avviata verso l’ingresso dove una fila di
domestici la stava aspettando per darle il benvenuto.
Sembrava come invecchiata di colpo e il suo viso,
sempre rilassato e sorridente, si era fatto più austero e
pensieroso.
Cassandra emise un sospiro, rassegnata all’idea che la
causa di quel cambiamento fosse lei. Avrebbe voluto
poter tornare indietro nel tempo, ma era impossibile e
non le restava che convivere per tutta la vita con ciò che
le era accaduto a Londra.
– Vieni, Cassie! – gridò Elizabeth, strappandola da
quei pensieri.
Cassandra sorrise alla sorellina, che sembrava essersi
ripresa dal torpore del viaggio, e le prese la mano. – Ti
piace? – le domandò indicando la casa.
In origine Saxton Manor era un maniero fortificato a
pianta rettangolare con torri circolari situate su ogni
angolo. La nonna lo aveva acquistato mezzo diroccato e
fatto ristrutturare. Dell’antico complesso erano rimaste
le due torri che davano sul mare tra le quali era stato
edificato il complesso abitativo. Ne era venuto fuori un
curioso connubio tra un castello medievale e una
residenza in stile Georgiano.
Un connubio bellissimo!, pensò sentendosi di nuovo a
casa.
– È fantastico! – intervenne Colin affiancandole,
quindi le trascinò entrambe. – Voglio vederlo tutto tutto.
– Piano, Colin, lo faremo con calma non appena ci
saremo sistemati.
– Ma noi vogliamo vederlo subito, vero Betty?
La piccolina sollevò un ditino indicando una delle
torri. – Voglio andare lassù!
Cassandra indirizzò lo sguardo verso la torre a est. Da
bambina era il suo posto preferito. Lassù si poteva
vedere il mare, sentirne il profumo, ascoltare le onde e
guardare i gabbiani librarsi in cielo. Stava per
risponderle che ce l’avrebbe portata più tardi, quando la
bambina la guardò con quegli occhietti grigi tanto simili
a quelli suoi e della mamma. – E va bene! Però dopo
andrete a fare un bel riposino. Siamo d’accordo?
Ebbe appena il tempo di finire la frase che Elizabeth e
Colin iniziarono a trascinarla verso casa. Cassandra fu
costretta a salutare i domestici ancora fermi fuori casa in
modo sbrigativo, accennando un piccolo inchino con il
capo.
– Signorina Cassandra – l’accolse la signora Roberts,
governante di casa fin dai tempi in cui Cassandra abitava
lì con Brianne e i genitori.
Cassie si fermò costringendo fratello e sorella a fare
altrettanto. – Signora Roberts, sono felice di rivedervi! –
Avrebbe voluto abbracciarla come faceva da ragazzina,
ma si trattenne.
– Andiamo, Cassie! – esclamò Elizabeth tirandola per
la gonna.
Colin si sporse verso la sorellina. – Sta parlando, non
lo vedi? – la rimproverò. Quando c’era da fare il fratello
maggiore, Colin non si tirava mai indietro.
– Salutate la signora Roberts come si deve – disse loro
Cassandra prima che i due iniziassero a battibeccare.
Colin sollevò il mento, poi si prodigò in un perfetto
inchino presentandosi.
Elizabeth lo imitò con una riverenza, ma per la troppa
fretta perse l’equilibrio e per poco non finì col cadere.
– Oh, mio Dio! Questa piccina è tale e quale a voi
quando eravate bambina – notò la signora Roberts
rivolta a Cassandra. – Come ti chiami, tesoro? – chiese
chinandosi verso Elizabeth.
– Betty e ho quattro anni – rispose quella.
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