Para Siempre – Debora C. Tepes

SINTESI DEL LIBRO:
Buenos días, princesa ». La voce sensuale di mio marito mi
arriva adagio alle orecchie, non esiste suono più bello per un
risveglio. Stropiccio piano gli occhi e mi stiracchio, stanotte sono
crollata sul divano mentre guardavamo un film orribile sulle corse
illegali di macchine, non ricordo neanche il nome.
« Buenos días, ElFuego » farfuglio ridacchiando.
Gli occhi luminosi di Tiago mi incendiano la pelle, è seduto
accanto a me, a torso nudo, le sue dita lunghe e calde mi
accarezzano i capelli e poi il viso. Sorrido al suo tocco, così si
sporge su di me, conducendomi in un lungo e profondo bacio. Le
sue labbra morbide e calde assaggiano le mie con frenesia, la sua
lingua umida si intreccia alla mia impaziente.
«Stai dormendo dalle nove di ieri sera, niña, sei la versione sexy
della Bella Addormentata» punzecchia malizioso.
«Colpa tua, mi hai costretto a guardare quel film orribile e
soporifero» replico facendo la linguaccia.
Scoppia a ridere. «Fast and Furious è orribile e soporifero? E
cosa dovrei dire io? Mi hai costretto a guardare ogni sera una favola
Disney diversa» ribatte, fingendosi arrabbiato.
Soffoco una risatina. «Sai che mi piacciono le favole con le
princesas e i castillos».
Mi sposta una ciocca di capelli dal viso e annuisce
accondiscendente.
«Lo so, e ti amo anche per questo, sei così dolce quando fai la
niña».
«Io sono sempre dolce» rispondo offesa.
Alza un sopracciglio, lanciandomi uno sguardo furbo e sexy. «Non
sempre, credimi».
Incrocio le braccia al petto e tiro su una smorfia. «Cabrón».
Scuote la testa, illuminandomi con il suo sorriso perfetto. «Ecco,
come non detto. Comunque ho preparato la colazione».
Sospiro. «Mmh, eres un marido perfecto».
Si alza e mi porge la mano. «Sì, però non approfittartene, chica»
mormora.
Afferro la sua mano e gli circondo i fianchi con le braccia, inspiro il
profumo della sua pelle, ha appena fatto la doccia e ha un odore
buonissimo. Un mix di mascolinità e freschezza.
Ci spostiamo nel saloncino e ci sediamo a tavola. Sono trascorsi
tre mesi da quando Tiago e io siamo diventati marito e moglie e
alcune volte ancora stento a crederci che sia tutto vero. Capitano dei
giorni in cui mi adombro, perché ho paura che tutto questo potrebbe
finire da un momento all’altro. Tiago mi rassicura che non c’è più
alcun pericolo, che adesso la mia vita è con lui qui a Los Angeles e
che sarà così per sempre, io lo so, ma a volte succede che debba
avere un’ulteriore conferma. E anche per questo che sto
continuando le sedute dallo psicoterapeuta, purtroppo non si può
cancellare ciò che ho trascorso in un battito di ciglia, ci vuole
impegno, tempo e costanza. E poi Tiago mi sprona e mi supporta,
sempre.
«Lo sai domani che giorno è?» gli domando, prendendo un
boccone di pancake con i lamponi.
Scuote la testa facendo muovere il suo ciuffo corvino spettinato.
Come è possibile che giorno dopo giorno lui diventi sempre più
bello? In certi momenti mi imbambolo a guardarlo come se lo stessi
ammirando per la prima volta. E lui mi prende in giro, perché sa di
essere stupendo e sa che mi provoca un certo effetto.
«Sì, è il 26 agosto. Dio, le vacanze stanno già finendo».
Che stronzo, finge di non ricordarsi che domani è il mio
compleanno.
«E che cos’è il 26 agosto?» insisto.
Scrolla le spalle e poi beve un lungo sorso di succo di arancia.
«Non ne ho idea, niña».
«Sei serio?» domando, trafiggendolo con lo sguardo.
Accenna un sorriso divertito. «Mai stato così serio» conferma.
So che sta scherzando, anche perché quando eravamo piccoli
non ha mai dimenticato il mio compleanno, al contrario, ogni 26
agosto Tiago lo rendeva speciale.
Giocherello con la fede e reggo il gioco. «E va bene. Ora vado a
prepararmi» annuncio, alzandomi.
«Dove dobbiamo andare?» mi chiede, assottigliando lo sguardo.
Ora lo metto k.o. «Tu da nessuna parte. Esco. Da sola. Vado a
fare un giro, un po’ di shopping, cose così» rispondo vaga.
Mi studia dalla testa ai piedi, quello sguardo famelico e bruciante,
sento il sangue ribollire e la pelle formicolare.
«Oh no, princesa. Tu senza di me non vai da nessuna parte» dice
alzandosi e avvicinandosi con passo felpato.
«Ah no? E come vorresti impedirmelo?» lo sfido, indietreggiando
verso la penisola della cucina.
Due passi e mi raggiunge, catturandomi tra le sue braccia.
«Conosco svariati modi per tenerti qui, sotto di me» mormora
caliente più che mai.
Sento il respiro mozzarsi e il cuore scalciare. Per non parlare del
mio bassoventre, è attraversato da innumerevoli spasmi.
«Sei il solito seduttore, ma questa volta non mi faccio tentare dal
tuo viso bellissimo e dal tuo corpo attraente» mormoro, mentendo
sfacciatamente.
Alza l’angolo delle labbra carnose in un sorrisetto soddisfatto. Grr,
che rabbia!
«No?» sussurra, avventandosi sul mio collo. Inizia a leccarlo e poi
a succhiare la pelle, risale verso il lobo e poi riscende raggiungendo
la clavicola. Afferro il ripiano della cucina per non cadere, mentre la
sua bocca calda e affamata approda sui miei seni. Mi mordicchia un
capezzolo attraverso il top di seta, poi preferisce abbassare la
spallina e farmi eccitare ancora di più. La sua lingua calda stuzzica i
miei seni inturgiditi, getto la testa all’indietro e stringo le gambe
intorno al suo bacino.
Gemo dal piacere e Tiago aumenta il ritmo di questa dolcissima
tortura. Diós, è così bravo a farmi cedere subito. Basta che il suo
sguardo si appoggi su di me e non capisco più niente. Il nostro è un
amore totalizzante, non riusciamo a stare lontani neanche per
cinque minuti e ora che siamo sposati è anche peggio. Viviamo
quasi in simbiosi.
«Te amo» gli sussurro all’orecchio, mentre continua a lasciarmi
scie infuocate di baci sul seno e poi sul collo.
«Te amo tambien, mi amor» risponde con la voce rauca e
appassionata.
Gli afferro il viso e gli stampo un bacio sulle labbra. «Mmh, però
adesso devo andare, mi vedo con Jennifer».
Assottiglia lo sguardo. «Non me la conti giusta, chica. Allora
anche io esco con Seth» annuncia, quasi come se volesse farmi un
dispetto.
Incrocio le braccia al petto e corrugo la fronte. «Lo psicoterapeuta
mi ha consigliato che dobbiamo prenderci i nostri spazi, non posso
dipendere da te, altrimenti non starò mai bene del tutto».
Sospira e si stacca da me, ma prima mi alza la spallina del top. «Lo
so, stiamo sempre e troppo insieme. Il problema, princesa, è che io
non riesco a starti lontano neanche per un dannato secondo»
confessa, scrutandomi con quegli occhi dorati e innamorati.
Mi si scalda il cuore, è sempre emozionante ascoltare queste
dichiarazioni, e poi Tiago è bravissimo a farle.
«E io? Ti seguirei anche al lavoro per non staccarmi da te, ti
seguirei ovunque».
«Anche ora nella doccia?» chiede provocante.
«Claro que sí».
«Vamos, bonita» esclama, mi prende di peso e mi appoggia sulla
spalla, conducendomi all’interno del bagno.
Facciamo la doccia insieme, l’acqua tiepida ci scorre addosso, e i
nostri corpi si amalgamano diventando un’unica cosa. Tiago mi
bacia, mi coccola, mi insapona e io mi rilasso ad ogni suo magico
tocco. Si prende cura di me, come se fossi una bambolina di
cristallo, ha ancora paura che possa spezzarmi da un momento
all’altro, soprattutto dopo che ha saputo la verità. Per lui sono ancora
fragile, sono e sarò sempre la principessa da salvare, non posso
biasimarlo, è esattamente così. Eppure con lui al mio fianco, sono
sicura che potrò affrontare la vita come voglio: senza paura.
Mi infila l’accappatoio e mi abbraccia da dietro, plasmandosi al
mio corpo. Mi adagio tra le sue braccia protettive e socchiudo gli
occhi.
«Non starai mica dormendo di nuovo?» domanda, scherzoso.
Non so perché, ma ultimamente ho sempre sonno, sarà colpa di
questo mese di vacanza, quando si ozia si è ancora più stanchi. È
da quando siamo tornati da Bora Bora per la luna di miele che mi
sento così… strana.
«Ma no. Anche se da circa una settimana mi sento un po’ stanca
e assonata» mormoro, portandomi le sue mani sulle braccia. Le
sfrega per asciugarmi, poi mi appoggia un bacio sui capelli.
«È il dolce far niente, princesa».
Annuisco. «Sarà sicuramente quello».
Ci prepariamo e usciamo insieme, Tiago mi dà un passaggio da
Jennifer e poi sfreccia via con la sua Corvette per vedersi con Seth e
gli amici. Anche se sono estremamente gelosa che Tiago esca con i
ragazzi, perché si sa qual era la sua reputazione prima che io
tornassi, devo cercare di essere tranquilla. Non ho timore che lui mi
tradisca, ma so fin troppo bene come sono le donne e che potere
hanno sugli uomini. Inoltre Tiago e io siamo molto giovani, abbiamo
bisogno di staccare e vederci con i rispettivi amici, non possiamo
vivere in una bolla dove ci siamo solo lui e io, perché prima o poi
potrebbe scoppiare. E questa cosa non deve accadere per nessun
motivo.
«Ehi, Selenita, pronta per lo shopping?» esclama Jennifer con un
gran sorriso, interrompendo i miei pensieri.
Annuisco e salgo sul bus per andare in centro. Jennifer mi scruta
con i suoi occhi azzurri e vivaci.
«Cosa c’è che non va? Ti vedo strana…». Ha imparato a
conoscermi benissimo, ormai per lei sono un libro aperto.
Sbuffo. «Sono sempre stanca, Tiago ha scordato che domani è il
mio compleanno, e infine è uscito con i suoi amici a fare chissà
cosa» dico indispettita, con il tono di una bambina viziata. Sono
patetica, lo so.
Jennifer mi guarda affettuosamente e poi accenna un sorriso.
«Sai che non devi essere gelosa, e sai anche che non si è
scordato del tuo compleanno. Poi per quanto riguarda la
stanchezza… sai che ti vedo un po’ sciupata, stai dormendo?».
«Sì, dormo più di quanto dovrei» mormoro.
«Stai mangiando?».
Scrollo le spalle. «Poco, non ho molta fame ultimamente».
Jennifer mi guarda con un velo di preoccupazione negli occhi, poi
mi sorride.
«Non sarà nulla di preoccupante, magari possiamo andare dal
medico» propone.
Jennifer ha un istinto materno innato, alcune volte mi tratta come
se fossi sua figlia, questa cosa da un lato mi fa ridere perché non
sono molti gli anni che ci dividono, dall’altra invece mi fa sentire
colma di affetto e protezione.
«No, sto bene, Jennifer. È solo un po’ di stanchezza, tranquilla» la
rassicuro.
Non voglio far preoccupare Jennifer inutilmente, anche perché in
passato è capitato spesso che mi sentissi così, sarà solo un periodo,
poi passerà, ne sono sicura.
Arriviamo al centro commerciale più grande della città dopo
mezz’ora.
Jennifer mi prende a braccetto e iniziamo la nostra intensa
sessione di shopping.
«Allora, chica, cerchiamo un bel vestito per il tuo compleanno»
esclama allegramente.
«Non so nemmeno se lo festeggerò» borbotto, fermandomi
davanti alla vetrina di un negozio bellissimo.
«E perché non dovresti? Conosciamo Tiago, lui starà
organizzando qualcosa di super».
Dopo la bellissima cerimonia per il matrimonio, ho capito che
Tiago possiede un forte talento nell’organizzare le feste, e forse è
vero che starà preparando qualcosa di esagerato per domani, anche
se io non mi sento così bene fisicamente da affrontare una delle sue
mega feste e mi dispiace deluderlo.
«Entriamo?» insiste Jennifer, trascinandomi quasi nel negozio.
«Entriamo» confermo svogliatamente.
«Sai che qui negli Stati Uniti i 21 anni si festeggiano alla grande?
Avrai bisogno di un abito da sera elegante e bellissimo. Che ne dici
di questo blu scuro?» e mi indica un vestito lungo blu notte con degli
strass sul corpetto.
Scuoto la testa, avvertendo un leggero capogiro. «N-no, ha troppi
strass» farfuglio.
«Mmh, vediamo qualcosa di più semplice. Questo rosso? A Tiago
piacerebbe di sicuro» dice facendo l’occhiolino.
«S…sì a Tiago piacerebbe» biascico.
Un senso improvviso di stanchezza si impossessa del mio corpo,
mi aggrappo al braccio di Jennifer per sostenermi, vedo il negozio
girarmi intorno come una giostra pericolosa. Davanti agli occhi mi
appaiono tanti puntini neri e poi un bagliore bianco. So cosa sta
succedendo… Díos sto per svenire.
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