La fuga delle quarantenni: Il difficile rapporto delle donne con la Chiesa – Matteo Armando

SINTESI DEL LIBRO:

 Non ci sono più le differenze di una volta
Piccole incredule crescono
Non è difficile capire che il clima socio-religioso in Italia sta cambiando,
basta esercitare uno sguardo meno superficiale su quello che capita intorno a
noi. E il dato più rilevante riguarda senz’altro il mondo delle nuove
generazioni.
Al termine di una lunga disamina di dati, tabelle, confronti, parallelismi,
afferenti a un’inchiesta sull’Italia cattolica promossa dall’autorevole rivista
«Il Regno», eseguita nel giugno del 2009 e resa nota nello stesso mese
dell’anno successivo, il sociologo Paolo Segatti, dell’Università degli Studi di
Milano, e Gianfranco Brunelli, direttore responsabile de «Il Regno», non
nutrono alcun dubbio nell’affermare che in tema di fede, quando si
considerino gli italiani nati dopo il 1981, «sembra veramente di osservare un
altro mondo». Nel nostro Paese, vi sarebbe dunque una linea netta di
separazione, in relazione alle credenze e condotte religiose, segnata proprio
dai ventenni e dai trentenni: «[...] i giovani, in particolare quelli nati dopo il
1981, sono tra gli italiani quelli più estranei a un’esperienza religiosa. Vanno
decisamente meno in chiesa, credono di meno in Dio, pregano di meno,
hanno meno fiducia nella Chiesa, si definiscono meno come cattolici e
ritengono che essere italiani non equivalga a essere cattolici».
A supporto viene pure citata un’altra ancora più recente indagine (marzo
2010), Giovani di fronte al futuro e alla vita, con o senza fede, condotta
dall’istituto IARD rps, la quale in particolare ha evidenziato la drastica
diminuzione di giovani italiani disponibili a definirsi cattolici: nel giro di sei
anni appena si è passato dal 66,9 per cento al 52,8 per cento di 18-29 italiani
che si dichiarano cattolici!
Sono proprio tali numeri e altri simili a questi che inducono Segatti e
Brunelli a rilevare che lo stacco generazionale tra i nati dopo il 1981 e le
coorti d’età precedenti, nella propria adesione alla religione cattolica, «è così
forte da non consentire di rubricarlo in una sorta di dimensione piana, in un
processo dolce e lineare di secolarizzazione».
Ovviamente basterebbe interrogare al proposito un qualsiasi parroco, per
avere conferma di questo dato: i ventenni e i trentenni sono ormai una vera e
propria rarità nelle comunità cristiane. Celebrato il sacramento della cresima,
abbandonano quasi del tutto una qualsiasi pratica abituale di fede. E di certo
con grande disappunto e anche con grave dispiacere di tutti. Ed è sempre più
complesso comprendere come poter far fronte a tale situazione.
Ma cosa c’entra tutto questo con le quarantenni e prima d’ogni cosa con le
donne?
Ebbene, torniamo per un momento ad ascoltare un altro dato dell’inchiesta
de «Il Regno». Il duo Segatti-Brunelli, dopo aver segnalato il fatto che la
generazione 1981 rappresenta un cambio deciso di marcia rispetto al modello
ideale di Italia «Paese cattolico», evidenzia che, dai dati dell’indagine, in
quella stessa generazione, emerge una «riduzione sostanziale della differenza
di genere. Non vi sono differenze sostanziali tra uomini e donne». Questa è la
novità: le giovani donne non manifestano, rispetto ai loro coetanei maschi,
elementi di differenziazione «sostanziale» in relazione alla pratica di fede.
Fatta eccezione per l’abitudine alla preghiera, che vede le donne
indipendentemente dall’età sempre più avanti rispetto ai loro coetanei maschi,
le nate dopo il 1981 sono tra le italiane le più estranee ad un’esperienza
religiosa nella stessa misura dei nati dopo il 1981: in ugual misura dei loro
coetanei, quindi, le giovani donne vanno di meno in chiesa, credono di meno,
hanno meno fiducia nella Chiesa, si definiscono meno come cattoliche e
ritengono che essere italiane non equivalga a essere cattoliche.
Non esiste quindi una novità solo sul piano verticale delle generazioni, per
la quale nel nostro Paese più si è giovani più si è lontani dell’universo
ecclesiale; esiste pure una differenziazione interna al mondo femminile: il
tradizionale scarto di una maggiore adesione alle credenze e alle pratiche di
fede che ha sempre connotato le donne rispetto agli uomini e che è
sostanzialmente confermato nelle generazioni più adulte, tende ad azzerarsi
con il comparire delle nuove generazioni di donne.

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