La rabbia delle mamme- Alba Marcoli

SINTESI DEL LIBRO:
Capitolo primo
I temi più frequenti nel gruppo
Solo ora capisco Jung quando dice che
«sono le nevrosi che ci curano».
Mi sento come un grande contenitore
dove all’interno convivono tante palline
trasparenti, come quelle della lotteria,
ciascuna recante un bigliettino su cui è
scritto il nome di un’emozione.
Quando sento, per esempio, emozioni
quali rabbia, invidia, gelosia, visualizzo le
relative palline, le vedo sbattere a destra e
a sinistra nel mio corpo come delle pazze.
Le tranquillizzo e dico loro che sono al
sicuro, all’interno dei miei confini e in
compagnia di tante altre palline. Possono
quindi continuare a esistere e far sentire la
loro voce.
UNA MAMMA NON PIÙ COSÌ SPAVENTATA
Favola 1
Perché non vado mai bene?
E qualcosa è strano – dentro –
quella persona che ero –
e questa – non sentono le stesse cose.
Che sia pazzia – questa?
EMILY DICKINSON, Poesie (1862)
Quando Giannino era molto, molto, molto piccolo era proprio molto, molto,
molto innamorato della sua mamma e la sua mamma di lui.
“Ho la mamma più bella del mondo!” pensava lui felice dentro di sé.
“Ho il bambino più bello del mondo!” pensava lei felice dentro di sé.
Ma, a mano a mano che il tempo passava, anche Giannino cominciò a
diventare un po’ impegnativo come tutti i bambini di questo mondo: o non
dormiva di notte, oppure non faceva la cacca, o spesso non voleva mangiare
oppure vomitava, o piangeva o si ammalava sempre e così via, cosicché la sua
mamma era sempre più stanca e af aticata e qualche volta anche scoraggiata.
E, quando proprio non ce la faceva più, si arrabbiava anche con se stessa e
con lui: “Perché questo bambino non è mai contento?” si chiedeva allora. “Si
vede che io non so proprio fare la mamma, non sono adatta, non ne sono
capace!”
E in quei momenti si sentiva completamente fallita e piangeva disperata in
silenzio dentro di sé.
“Possibile che proprio io che ho desiderato tanto il mio bambino e che ho
fatto tanti sacrifici per averlo adesso non sappia neanche fare la mamma come
tutte le altre? Che cosa ho che non va bene?” si chiedeva angosciata, senza
sapere che diventare mamma e imparare a fare la mamma sono due cose molto
diverse tra di loro.
Prima si diventa mamma e poi, piano piano, col tempo, tanto tempo, si
impara a fare la mamma e si impara proprio dagli errori e dai bambini stessi
che sono i veri maestri.
“Si vede che io non gli piaccio come mamma, non sono come quella che si
aspettava lui, brava, preparata, sempre sorridente e sicura della cosa giusta da
fare” si diceva e si disperava sempre di più. “Sono proprio un fallimento! Non
sono capace!” e si sentiva così diversa da come era sempre stata abituata a
essere che non si riconosceva proprio più, come se fosse diventata un po’ matta.
“Perché la mia mamma ogni tanto mi guarda così arrabbiata che quasi
quasi mi sembra un’altra e io non la riconosco più?” si chiedeva dal canto suo
Giannino un po’ spaventato.
“Eppure quando è riposata e sta bene mi guarda sempre col suo sorriso dolce
e innamorato. Si vede che io sono diverso dal bambino che lei si aspettava, non
sono né bello, né bravo, né buono come lui! Sono proprio un fallimento!” e si
disperava anche lui sempre più, cosicché dopo piangeva persino più forte,
perché era ancora troppo piccolo e non sapeva piangere dentro in silenzio, come
invece faceva la sua mamma che era grande e aveva ormai imparato a piangere
silenziosamente dentro di sé.
E nei momenti in cui era così angosciato ecco che tutto peggiorava: il sonno,
il pianto, il cibo, la cacca, le malattie e così via.
Questo era infatti l’unico modo che lui, come tutti i bambini molto piccoli,
aveva per comunicare il gran dispiacere che provava per il dispiacere della sua
mamma e anche per il suo di non essere come lei se lo era immaginato nella sua
testa prima che nascesse.
Ma un giorno che la mamma era molto arrabbiata con Giannino perché
non riusciva a capire il suo pianto e stava molto male perché si sentiva
impotente e assolutamente incapace di fare la mamma nel modo che lei si era
sempre immaginata, per fortuna papà era tornato già a casa ed era presente.
E quando i papà sono presenti, le cose vanno sempre un po’ meglio per tutti,
a cominciare dalle mamme.
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