Il sapore del paradiso – Connie Mason

SINTESI DEL LIBRO:
Aveva intenzione di partire per la Giamaica entro la settimana.
Prevedendo di non poter godere di una compagnia femminile per
parecchio tempo, quella notte aveva fatto l'amore con Amanda per
ben due volte mentre il marito di lei dormiva in un'altra stanza, ma
adesso era arrivato il momento di andare a salutare suo fratello. Non
aveva mentito ad Amanda quando le aveva detto che forse non
sarebbe più ritornato in Inghilterra; il problema ora era convincere
suo fratello che si trattava della decisione giusta.
Le gambe allungate, il corpo possente teso nonostante la calma
apparente, Christian si accomodò su una poltrona del confortevole
studio del fratello, preparandosi ad affrontare l'ira del conte. Justin, il
Conte di Standish, gli lanciò un'occhiata severa al di sopra delle
mani congiunte davanti al viso.
«Maledizione, Chris! Che intenzioni hai? Vuoi lasciare il mare per
diventare un aristocratico proprietario di piantagioni nelle Indie
Occidentali? Non è il momento di dire addio alla vita avventurosa e
ritornare a casa? Dovresti cercare una brava moglie e pensare a
metter su famiglia.»
«Le mie avventure mi hanno assicurato il benessere. Inoltre, l'eredità
della nonna mi ha arricchito ancora di più, come tu sai. Sette anni fa,
quando ho lasciato l'Inghilterra, non immaginavo che avrei
posseduto una mia nave, o che sarei diventato così ricco.»
Chris aveva sempre amato il brivido dell'avventura e del pericolo. Le
sfide e i rischi che aveva affrontato come capitano di mare lo
avevano fatto sentire vivo. Misurarsi con la forza degli elementi era
molto più avvincente, per non dire divertente, che condurre vita di
società. Ma era arrivato il momento d'impegnarsi in qualcosa di
nuovo, di diverso, di affrontare una nuova sfida.
«Allora, perché vuoi rinunciare a quella vita per diventare un
piantatore dall'altra parte del mondo?» obiettò Justin.
«Non è dall'altra parte del mondo» lo corresse Chris. «E ogni tanto
ritornerò in Inghilterra per discutere con il mio amministratore»
soggiunse con fare pensoso.
«Non devo niente all'Inghilterra. La buona società inglese non è
stata benevola con me, se ben ricordi.»
«Il tempo cancella tutte le colpe. L'incidente che ti obbligò a lasciare
la tua patria è solo un lontano ricordo.»
« Io non ho dimenticato, Justin. Come potrei dimenticare di aver
ucciso il mio miglior amico?»
«Fu un incidente, Chris. Quella ragazza si era presa gioco di te e ti
aveva usato per far ingelosire Desmond. Lei aveva finto di preferire
te solo per indurre Desmond a reagire. E voi eravate così giovani e
così infatuati di lei per ragionare.»
«Può darsi, ma per causa sua io ho ucciso il mio miglior amico in
uno stupido duello che non avrebbe avuto luogo se non fossimo stati
entrambi ubriachi. Desmond aveva già scaricato la sua pistola,
mancando deliberatamente il bersaglio, e anch'io sparai con
l'intenzione di sbagliare il colpo. Non potevo immaginare che
Desmond, barcollando, si sarebbe spostato sulla traiettoria del
proiettile.»
«È quello che ho detto poco fa: è stato un incidente e nessuno ci
pensa più. Puoi ritornare a casa e prendere il posto che ti spetta in
società» dichiarò Justin con convinzione.
«Ma ci penso io» replicò Chris, passandosi la mano fra i capelli
scuri. «Il bel mondo non m'interessa più. Ho detto addio a quella vita
quando mi sono innamorato di una donna bella e frivola e ho sfidato
a duello il mio migliore amico per conquistare la sua attenzione.»
«Non dimenticherò mai la sua espressione sgomenta quando le dissi
che avevo ucciso Desmond. In quel momento, compresi che aveva
giocato con le nostre vite.
Non aveva mai voluto me, ma il denaro di Desmond. Si era servita di
me solo per far ingelosire lui. Non mi capacito di essere stato tanto
ingenuo, e mi sentirò sempre in colpa per la mia stupidità.»
«Tutti commettiamo errori, Chris» cercò di consolarlo il fratello. «Hai
appena ammesso che negli ultimi sette anni hai guadagnato molto.
Dunque, tutto è bene quel che finisce bene.»
Chris si alzò in piedi e si avvicinò alla finestra con l'andatura di un
uomo che aveva passato anni sul ponte di una nave in navigazione.
«Come puoi definire bene la morte di un uomo innocente? Niente
può cancellare la mia colpa. Ho privato i genitori di Desmond del loro
figlio e mi considero colpevole come quella svergognata, perfida e
sleale. Dio solo sa se non ho cercato di scacciare quella donna dalla
mia mente.»
«Hai fatto bene» commentò Justin. «Se ben ricordi, la sua famiglia
era in rovina ed era venuta a Londra in cerca di un buon partito per
la figlia. Erano riusciti a malapena ad affrontare le spese per la
stagione mondana. Dopo il duello e lo scandalo che seguì,
ritornarono nella loro residenza nell'Essex. I genitori sono morti e la
ragazza non si e più fatta vedere in società. A quell'epoca doveva
avere diciassette anni e adesso sarà sposata con qualche zoticone
di campagna, e vivrà poveramente con una nidiata di mocciosi da
tirare su. Ben le sta, se vuoi il mio parere.»
«Ciò nonostante, io mi sentirò sempre in colpa per la morte di
Desmond» ripeté Chris, staccandosi dalla finestra. Non era stato
facile, ma aveva cercato in tutti i modi di dimenticare quella ragazza
e quella vicenda dolorosa.
Tutte le volte che ricordava quanto era stato ingenuo, s'infuriava con
se stesso. La fanciulla che un tempo aveva creduto di amare forse
era troppo giovane per sapere quello che stava facendo, ma di
sicuro sapeva come sedurre un uomo.
«Fammi capire perché vuoi trasferirti nelle Indie Occidentali, Chris.
Perché quest'improvvisa ansia di andartene per sempre dal paese
dove sei nato? Almeno come capitano di una nave ritornavi
regolarrnente in Inghilterra per scaricare e caricare la merce che
trasportavi.»
Chris appoggiò le mani sulla scrivania e si sporse in avanti, gli occhi
azzurri pieni di determinazione. «Ho vinto al gioco una piantagione di
canna da zucchero a Kingston, in Giamaica. Il proprietario, un
bucaniere che a sua volta l'aveva vinta a una partita a carte, non
sapeva che farsene e l'aveva messa sul piatto. Io ho vinto la mano e
sono diventato il proprietario di Sunset Hill, una vasta piantagione
con annessa distilleria di rum. Quando l'ho visitata, ho capito che mi
sarebbe piaciuto diventare un coltivatore di canna da zucchero. E
poi mi sono innamorato dell'isola.
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