Il gene: Il viaggio dell’uomo al centro della vita- Siddhartha Mukherjee

SINTESI DEL LIBRO:
Il monastero era stato in origine un convento di suore. I frati
agostiniani che ora ci vivevano solevano ripetere con rammarico che,
in epoca di maggior ricchezza, avevano abitato nelle ampie sale di una
grande abbazia di pietra posta in cima a un colle nel cuore della città
medievale di Brno (Brünn in tedesco). La città si era sviluppata per
quattro secoli intorno a quell’abbazia: le case erano sorte prima sui
pendii, poi nella pianura sottostante, ricca di prati e campi coltivati.
Ma nel 1783 i frati avevano perso il favore dell’imperatore Giuseppe II,
il quale aveva decretato senza mezzi termini che l’abbazia del centro
cittadino valeva troppo per essere loro destinata. I monaci erano stati
costretti a trasferirsi in una struttura decrepita ai piedi della collina di
Brno Vecchia e, all’ignominia di essere stati cacciati, si era aggiunta
l’onta che fosse stato loro assegnato un convento in origine costruito
per delle donne. Le sale trasudavano il vago fetore animale della
malta umida e il terreno intorno era invaso da erba, rovi e gramigna.
L’unico aspetto positivo di quella costruzione del Trecento, fredda
come una ghiacciaia e spoglia come una prigione, era un giardino
rettangolare con alberi ombrosi, gradini di pietra e un lungo viottolo
dove i monaci potevano camminare e riflettere in isolamento.
Gli agostiniani si erano adattati al nuovo alloggio. Avevano
restaurato una biblioteca al secondo piano, a cui era collegato uno
studio arredato con tavoli di pino per la lettura e qualche lampada. La
biblioteca ospitava una collezione in continua espansione, che contava
diecimila volumi, tra cui le ultime opere di scienze naturali, geologia e
astronomia (per fortuna, gli agostiniani non ritenevano vi fosse alcun
conflitto tra la religione e la maggior parte delle scienze, nelle quali,
anzi, vedevano l’ennesima dimostrazione di come il mondo fosse
governato dall’ordine divino).
2 Al pianterreno, sopra la cantina, c’era
un modesto refettorio con il soffitto a volta. Al piano superiore si
trovavano le celle dei monaci, stanze singole arredate con rozzi mobili
in legno.
Nell’ottobre 1843, un giovane della Slesia, figlio di contadini, entrò
nell’abbazia.
3 Basso, miope, con un’espressione seria e una certa
tendenza alla pinguedine, mostrava scarso interesse per la vita
spirituale, ma era intellettualmente curioso, abile con le mani e nato
per il giardinaggio. Il monastero fu per lui non solo una casa, ma
soprattutto un posto dove leggere e imparare. Prese gli ordini il 6
agosto 1847. Si chiamava Johann Mendel, ma i frati lo ribattezzarono
Gregor.
Per il giovane agostiniano per così dire tirocinante, la vita aveva
cominciato presto a seguire una routine prevedibile. Nel 1845, come
voleva l’educazione monastica, aveva frequentato lezioni di teologia,
storia e scienze naturali al Collegio teologico di Brno. I tumulti del
1848 – le sanguinose rivoluzioni populiste che dilagarono in Francia,
Danimarca, Germania e Austria e che rovesciarono tante istituzioni
politiche, sociali e religiose – gli passarono accanto senza toccarlo,
come un temporale lontano.
4 Niente, negli anni giovanili, lasciava
minimamente presagire che Mendel sarebbe diventato uno scienziato
rivoluzionario. Era disciplinato, laborioso, deferente, un uomo savio
tra uomini in saio. La sua unica sfida all’autorità, pare, fu il saltuario
rifiuto di indossare il cappuccio da studioso durante le lezioni.
Ammonito dai superiori, si adeguò docilmente.
Nell’estate del 1848 cominciò a fare il parroco a Brno. A detta di
tutti, era pessimo in quel compito. «Questo perché viene colpito da
una irriducibile timidezza» come ebbe a osservare l’abate.
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Inoltre,
non sapeva una parola di ceco, la lingua della maggior parte dei
parrocchiani, i suoi sermoni erano poco ispirati e lui era troppo fragile
per reggere l’impatto emotivo del lavoro tra i poveri. In seguito,
quello stesso anno, escogitò la via d’uscita ideale: fece domanda per
insegnare matematica, scienze naturali e greco elementare al liceo di
Znojmo (Znaim in tedesco).
6 Con l’utile spintarella dell’abbazia fu
scelto, ma gli tesero una piccola trappola. Sapendo che non aveva mai
fatto tirocinio come insegnante, la scuola gli chiese di sottoporsi
all’esame formale di idoneità all’insegnamento delle scienze naturali
previsto per i professori di liceo.
Nella tarda primavera del 1850, Mendel si sottopose
volenterosamente alla prova scritta dell’esame, a Brno.
7 Fu bocciato, e
il rendimento in geologia fu addirittura pessimo («arido, oscuro e
confuso», così un esaminatore definì il testo del candidato in quella
materia). Il 20 luglio, mentre l’Austria era percorsa da una snervante
ondata di caldo, andò da Brno a Vienna per affrontare l’esame orale.
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Il 16 agosto comparve davanti ai membri della commissione d’esame
per essere interrogato in scienze naturali. La prova fu persino
peggiore della precedente, in particolare in biologia. Quando gli
chiesero di descrivere e classificare i mammiferi, tracciò uno schema
tassonomico assurdo e incompleto, omettendo alcune categorie,
inventandone altre e mettendo i canguri con i castori e i maiali con gli
elefanti. «Il candidato sembra essere del tutto all’oscuro della
terminologia tecnica, nominando in tedesco corrente tutti gli animali
cui fa riferimento ed evitando la corretta nomenclatura linneana»
scrisse uno dei professori.
9 Mendel fu di nuovo bocciato.
In agosto tornò a Brno con i risultati dell’esame. Il verdetto degli
esaminatori era stato chiaro: se si voleva concedergli la licenza di
insegnamento, bisognava che frequentasse un corso supplementare di
scienze naturali, per ricevere un’istruzione più sofisticata di quella che
potevano offrirgli la biblioteca del monastero o il giardino recintato
del convento. Mendel presentò domanda di iscrizione alla facoltà di
Scienze naturali dell’università di Vienna. L’abbazia intervenne con
lettere e suppliche e l’alunno fu accettato.
Nell’inverno del 1851, il giovane prese il treno per andare a
iscriversi all’università: là sarebbero iniziati i problemi di Mendel con
la biologia, ma anche i problemi della biologia con Mendel.
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