Critica della democrazia occidentale – David Graeber

SINTESI DEL LIBRO:
La fecondità della critica si nutre dell’ipocrisia delle verità
consolidate, sorrette dalle istituzioni, irradiate dai mass media,
imposte dal mercato. Viviamo in una fase storica in cui comincia a
incrinarsi un ordine costituito che ha generato consenso per decenni,
un consenso che si è espresso nell’adesione ai partiti e nell’apatia,
nel consumismo, nell’accettazione della devastazione ambientale,
nell’inserimento degli animali nella catena di montaggio industriale e
nella credenza diffusa della superiorità dell’Occidente modernizzato,
detentore e propagatore di giustizia e verità, legittimato, quindi, a
seminare guerre (umanitarie) in giro per il globo; legittimato, prima, a
fermare con violenza chi, nato altrove, voleva condividerne
l’apparente benessere; legittimato, poi, a sfruttare a piacimento quelli
che riuscivano a superare le angherie e i soprusi di burocrati,
poliziotti e carcerieri. Nel corso degli ultimi anni il malessere, la
devastazione, la solitudine, la miseria, l’esclusione, la censura, le
menzogne generate dall’andamento prevalente sono diventate
sempre più chiare. Si è percepito in maniera più evidente che le
promesse, di benessere, di prosperità, di futuro migliore, di
salvaguardia dei diritti, di cessazione della violenza, sono state
tradite. Sempre meno persone, soprattutto nelle fasce di età non
senili, credono alle soluzioni proposte da questo intreccio sempre più
indistinguibile di un’unica casta, composta da politici e faccendieri,
da proprietari di mass media e facce televisive compiacenti, da
gestori delle risorse finanziarie e grandi imprenditori.
Una delle menzogne che ci è stata spacciata con più tenacia nel
corso dell’età contemporanea è che la società odierna è
caratterizzata dall’eguaglianza e dalla sua espressione politica, la
democrazia. I libri di storia esaltano Atene e, a distanza di qualche
millennio, l’instaurarsi del potere parlamentare. Si celebra
l’Occidente come patria dell’eguaglianza e dei diritti universali. Nelle
aule di giustizia viene apposto lo slogan a cui dovrebbero credere gli
imputati: la legge è uguale per tutti. Eppure mai come oggi la gente è
depotenziata nel suo agire politico. Le forme di azione diretta, che in
diversi contesti storici geograficamente dispersi hanno assunto
forma insurrezionale, nell’Occidente contemporaneo sono state
criminalizzate e perseguitate con successo e crescente minuzia. La
potenzialità politica, frutto del coinvolgimento in prima persona, viene
sempre più ristretta, resa difficilmente praticabile dall’aumento
progressivo di ciò che viene reso criminale; da norme che
permettono maggiore facilità nelle perquisizioni; dall’utilizzo sempre
più massiccio di uno strumentario investigativo capillare: le nuove
tecnologie di controllo utilizzate dai fautori del rispetto della legge
spaziano dalle intercettazioni ambientali a quelle telefoniche, da
ricerche su internet alle telecamere onnipresenti.
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